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Malattia del fegato grasso: primi passi verso un farmaco efficace

By Luigi Belli
Published 8 Gennaio 2024
4 Min Read
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Contents
La scoperta di un meccanismo per ​combattere la malattia del fegato grassoIl ruolo dello stress ​cellulare nell’accumulo di grasso nel fegatoLa proteina‌ ZAK-alpha come​ possibile​ bersaglio terapeuticoPotenziali sviluppi futuri per il trattamento ⁤della​ NAFLDProssimi passi verso un farmaco efficaceLa pubblicazione ⁤dello studio e le prospettive future

La scoperta di un meccanismo per ​combattere la malattia del fegato grasso

La malattia del fegato grasso ⁣non alcolica è una condizione che colpisce circa il 25% della popolazione mondiale. Si tratta di un accumulo eccessivo di grasso nel fegato che, se non trattato, ‍può portare a ⁤gravi⁤ danni epatici o cirrosi. La ricerca di una cura per questa patologia è stata⁢ a lungo oggetto di studio da parte degli scienziati, e ora⁢ sembra che un team di ricercatori guidato dal Professor ​Simon Bekker-Jensen dell’Università di Copenhagen abbia ​identificato un possibile meccanismo per contrastarla.

 

Il ruolo dello stress ​cellulare nell’accumulo di grasso nel fegato

Con ⁣l’avanzare dell’età e l’aumento di peso, le nostre cellule subiscono uno ⁤”stress” ​dovuto alla ⁤sovrapproduzione di composti ⁣chiamati specie reattive dell’ossigeno (ROS). Questi composti, se prodotti in ⁤eccesso, possono danneggiare le ​cellule e portare alla‌ trasformazione del ‍grasso “bruno”, ricco di mitocondri e responsabile della regolazione della temperatura corporea e del controllo dei livelli di zucchero ​e insulina nel sangue, in grasso “bianco”. È proprio l’accumulo di quest’ultimo ​che aumenta il rischio di sviluppare la⁣ malattia del fegato grasso non alcolica (NAFLD).

La proteina‌ ZAK-alpha come​ possibile​ bersaglio terapeutico

La ricerca‍ ha evidenziato che una proteina chiamata ZAK-alpha potrebbe essere responsabile dell’attivazione di una serie di reazioni che portano all’accumulo di grasso nel ​fegato. Utilizzando modelli cellulari, di topo e di pesce‍ zebra, i ricercatori hanno osservato che ⁤rimuovendo la proteina ZAK-alpha e esponendo i modelli alle ​ROS, si ottenevano risultati promettenti. In particolare, i topi privi della proteina ZAK-alpha mostravano una salute migliore, erano più attivi, avevano muscoli più forti e non sviluppavano malattie metaboliche.

 

Potenziali sviluppi futuri per il trattamento ⁤della​ NAFLD

I risultati dello studio suggeriscono che inibire la proteina ZAK-alpha potrebbe rappresentare una nuova via terapeutica per il trattamento della NAFLD. “ZAK-alpha è‍ un bersaglio farmacologico ben stabilito che può essere inibito con piccole molecole”, ‍ha affermato Bekker-Jensen. “Pertanto, ci aspettiamo che questa nuova conoscenza ⁣attiri l’interesse di numerose aziende che lavorano‍ attivamente allo sviluppo e al test di farmaci contro le malattie metaboliche, incluso il fegato grasso”.

Prossimi passi verso un farmaco efficace

Prima che un farmaco basato su ⁢questa ⁢scoperta ​possa essere messo sul mercato, saranno necessari⁣ studi clinici. ⁣Sebbene ci vorrà tempo per determinare il successo di tali studi, il team di ricerca è ottimista. “Sebbene esista già una medicina efficace e conveniente per il diabete, vedo ‍un ⁢grande potenziale per il fegato grasso, che rimane uno dei problemi medici irrisolti più significativi di oggi”, ha dichiarato Bekker-Jensen.

La pubblicazione ⁤dello studio e le prospettive future

Lo studio è stato ​pubblicato sulla rivista Science ⁢e⁣ rappresenta un passo importante nella lotta contro ‍la ‌NAFLD. Con la ⁤continua ricerca e lo sviluppo di⁣ nuovi farmaci, c’è speranza che in futuro​ si possa trovare una cura efficace per⁤ questa malattia​ che colpisce una parte così ampia della popolazione globale.

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