Una svolta epocale nella filantropia globale
La Fondazione Bill & Melinda Gates, considerata uno dei pilastri dell’attivismo umanitario contemporaneo, ha annunciato la chiusura definitiva entro il 2045. La decisione rappresenta una svolta epocale, resa pubblica con un comunicato ufficiale che modifica radicalmente lo statuto originale, il quale prevedeva la cessazione delle attività venti anni dopo la morte di Bill Gates.
Il cambio di programma è motivato da una “urgenza storica” determinata da due forze convergenti: da un lato, le potenzialità crescenti dell’intelligenza artificiale applicata alla sanità, all’istruzione e alla riduzione della povertà; dall’altro, il calo dei finanziamenti pubblici globali destinati agli aiuti internazionali. Di fronte a questa doppia pressione, la Fondazione ha scelto di accelerare le attività per massimizzare l’impatto delle proprie risorse nel breve e medio termine.
Un impegno da 200 miliardi di dollari
Nei prossimi vent’anni, la Fondazione Gates investirà oltre 200 miliardi di dollari per portare avanti missioni fondamentali come l’accesso ai vaccini, la lotta alla malaria, l’educazione per le ragazze nei paesi a basso reddito e l’innovazione agricola sostenibile. Queste risorse verranno distribuite progressivamente fino alla chiusura, prevista per il 2045.
Il nuovo piano prevede quindi un incremento significativo delle donazioni annuali, che già nel 2023 avevano superato i 7 miliardi di dollari, con proiezioni destinate a crescere per coprire l’intera cifra annunciata.
La donazione personale di Bill Gates: 107 miliardi
A rafforzare l’iniziativa, Bill Gates ha confermato che donerà il 99% del suo patrimonio tecnologico rimanente, attualmente stimato in 107 miliardi di dollari, direttamente alla Fondazione. Questa cifra rende la sua azione una delle più grandi donazioni filantropiche della storia moderna, superando, in termini relativi, anche quelle compiute da colossi del passato come John D. Rockefeller e Andrew Carnegie, se corrette per l’inflazione.
L’unico altro esempio comparabile potrebbe essere il gesto dell’investitore Warren Buffett, che ha promesso di devolvere progressivamente quasi l’intero suo patrimonio, oggi valutato in circa 160 miliardi di dollari secondo Forbes. Tuttavia, l’effettiva entità dell’impatto di Buffett dipenderà dalla volatilità dei mercati azionari nei prossimi anni.
Una nuova era per la filantropia tecnologica
La chiusura programmata della Fondazione Gates non rappresenta un ritiro, ma piuttosto un atto intenzionale di accelerazione. Secondo i portavoce, questa scelta riflette una consapevolezza: il tempo è una risorsa non rinnovabile e agire ora significa aumentare esponenzialmente le possibilità di generare un cambiamento duraturo.
L’impiego di strumenti tecnologici avanzati, in particolare l’intelligenza artificiale, sarà un elemento chiave per monitorare, gestire e valutare l’efficacia degli interventi nei settori strategici in cui la Fondazione è già attiva da oltre due decenni.