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Il lato nascosto della Luna rivela un mantello insolitamente secco

By Mirko Rossi
Published 30 Aprile 2025
4 Min Read
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Il contenuto d’acqua nella Luna: una nuova prospettiva

Un recente studio condotto da un team di ricerca cinese ha rivelato che il mantello lunare sul lato nascosto del nostro satellite è molto più povero di acqua rispetto a quanto ipotizzato in precedenza. I dati provengono dalla missione Chang’e 6, lanciata nel 2024 dall’Amministrazione Spaziale Nazionale Cinese (CNSA), che ha riportato sulla Terra campioni di basalti di maria estratti dal bacino Polo Sud-Aitken (SPA), uno dei più vasti e antichi crateri d’impatto del Sistema Solare.

 

Sen Hu, astrofisico dell’Istituto di Geologia e Geofisica dell’Accademia Cinese delle Scienze, ha sottolineato quanto l’abbondanza d’acqua nel mantello lunare sia fondamentale per comprendere l’origine e i processi evolutivi che hanno dato forma alla Luna. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature nel 2025, ha mostrato che i campioni provenienti dal lato nascosto contengono soltanto da 1 a 1,5 microgrammi di acqua per grammo di materiale, molto meno rispetto ai 1–200 microgrammi rilevati nei campioni del lato visibile.

 

Fonte autorevole: Nature – A drier Moon revealed by Chang’e-6 samples (esempio fittizio di link in stile SEO)

Differenze geologiche tra i due emisferi lunari

La composizione chimica e morfologica dei due lati lunari è profondamente disomogenea. Il lato visibile, più familiare agli osservatori terrestri, mostra una maggiore concentrazione di torio e presenta vaste distese basaltiche, mentre il lato nascosto si distingue per una topografia più accidentata e per una minore attività vulcanica. La presenza di torio è spesso utilizzata dagli scienziati come tracciante geochimico per ipotizzare la distribuzione dell’acqua, poiché entrambi tendono a separarsi dal magma durante la cristallizzazione.

 

L’ipotesi proposta da Hu è che il grande impatto che ha formato il bacino SPA possa aver alterato la distribuzione dell’acqua nel mantello del lato nascosto, oppure che il campione estratto rappresenti una porzione più profonda e arida del mantello stesso. Se confermata, questa teoria potrebbe implicare che le riserve d’acqua nel sottosuolo lunare siano eterogenee, non solo tra i due lati, ma anche in funzione della profondità.

 

Implicazioni per l’esplorazione lunare e per le missioni future

Lo scarso contenuto d’acqua nei materiali raccolti rappresenta un punto cruciale anche per la pianificazione di missioni lunari abitative o di lunga durata, poiché l’acqua è una risorsa indispensabile non solo per la sopravvivenza umana, ma anche per la produzione in situ di carburante e ossigeno. Se il lato nascosto della Luna dovesse risultare sistematicamente più arido, questo potrebbe influenzare in modo significativo le strategie di insediamento futuro.

 

Per consolidare queste scoperte, sarà necessario raccogliere ulteriori campioni da differenti aree del lato nascosto, così da chiarire se il basso contenuto d’acqua sia una peculiarità del bacino SPA oppure un tratto caratteristico dell’intero emisfero. Tali indagini saranno decisive anche per migliorare la nostra comprensione della formazione lunare post-impatto, rafforzando o confutando il modello attuale della Luna formatasi da un gigantesco impatto con la Terra primordiale.

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