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La scoperta di GLIMPSE-16403 potrebbe svelare le prime stelle dell’universo

By Valeria Mariani
Published 10 Marzo 2025
5 Min Read
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Una galassia primordiale, situata a una distanza colossale nello spazio-tempo, potrebbe celare al suo interno le prime stelle mai esistite nell’universo. Si tratta di GLIMPSE-16403, un oggetto cosmico identificato da un gruppo internazionale di astronomi, la cui analisi potrebbe rappresentare una svolta epocale nella comprensione dell’Alba Cosmica. I dettagli di questa straordinaria scoperta sono stati diffusi attraverso una prepubblicazione caricata su arXiv e sottoposta alla revisione del The Astrophysical Journal.

 

Le stelle di Popolazione III, le antiche luci che hanno rischiarato il cosmo primordiale

Prima della nascita delle stelle, il cosmo primordiale era immerso in una profonda oscurità, un vuoto dominato unicamente da idrogeno ed elio. Fu solo grazie alle enormi pressioni gravitazionali che queste nuvole di gas iniziarono a collassare su sé stesse, dando vita alle prime stelle. Questi oggetti celesti primitivi, conosciuti come stelle di Popolazione III, non sono mai stati osservati direttamente. Secondo le teorie, queste stelle sarebbero responsabili della sintesi degli elementi più pesanti che oggi costituiscono il nostro universo.

 

La lunga ricerca delle stelle che hanno inaugurato l’Alba Cosmica

Le stelle di Popolazione III rappresentano il tassello mancante per comprendere appieno l’evoluzione dell’universo primordiale. Nonostante le numerose ricerche svolte negli ultimi decenni, gli astronomi hanno finora individuato soltanto prove indirette dell’esistenza di queste stelle ancestrali. Gli studiosi ipotizzano che queste stelle primitive fossero estremamente massicce, con masse ben superiori a quelle delle stelle che popolano oggi l’universo. La loro vita breve le avrebbe condannate a un rapido collasso, lasciando un’eredità fatta unicamente di elementi chimici pesanti, incorporati nelle generazioni stellari successive.

 

GLIMPSE-16403: un candidato che riaccende le speranze

L’indagine condotta da Fujimoto e colleghi si è concentrata su piccole porzioni di cielo, utilizzando il James Webb Space Telescope (JWST) per analizzare con precisione la composizione chimica delle galassie situate nell’Alba Cosmica. L’obiettivo era individuare regioni dello spazio in cui le emissioni di idrogeno ed elio predominassero nettamente rispetto a quelle di altri elementi. Questa strategia ha portato all’identificazione di due candidati, dei quali GLIMPSE-16403 si è rivelato il più promettente.

 

Questa galassia esisteva circa 825 milioni di anni dopo il Big Bang, e le sue caratteristiche spettrali soddisfano pienamente i criteri per la presenza di stelle di Popolazione III. Sebbene la conferma definitiva richieda ulteriori osservazioni e analisi spettroscopiche dettagliate, le probabilità che si tratti davvero di una galassia ospite delle prime stelle risultano concrete e incoraggianti.

 

Il ruolo del James Webb Space Telescope nella caccia alle prime stelle

Il JWST, il più potente osservatorio spaziale mai costruito, è stato progettato appositamente per scrutare le epoche più remote dell’universo. Grazie alla sua sensibilità nell’infrarosso, questo telescopio è in grado di penetrare attraverso le dense nubi di idrogeno neutro che oscuravano l’Alba Cosmica, rivelando oggetti che nessun altro strumento è mai riuscito a vedere.

 

Gli astronomi sperano che il metodo sviluppato dal team di Fujimoto possa aprire una nuova era nelle ricerche cosmologiche, accelerando la scoperta di ulteriori galassie contenenti stelle di Popolazione III.

 

Un secolo di scoperte e la soglia di una nuova rivoluzione astronomica

Proprio cento anni fa, l’orizzonte della nostra conoscenza si estese oltre i confini della Via Lattea, grazie alla scoperta che Andromeda e Triangulum erano galassie distinte dal nostro sistema galattico. Oggi, ci troviamo forse sull’orlo di un altro balzo in avanti: la rilevazione delle primissime stelle dell’universo.

 

“È affascinante immaginare cosa penserebbero quegli esploratori del passato di fronte alla prospettiva di osservare finalmente le prime luci cosmiche”, hanno scritto i ricercatori. La caccia alle stelle di Popolazione III non è mai stata così vicina a una svolta definitiva.

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