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Geoingegneria glaciale: possiamo davvero salvare i ghiacciai e fermare l’innalzamento del mare?

By Paola Belli
Published 10 Febbraio 2025
5 Min Read
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Contents
Il ghiacciaio Thwaites: il colosso instabile dell’AntartideLa geoingegneria glaciale è la risposta?1. Rallentare il ghiacciaio congelandolo al fondale2. Bloccare le correnti oceaniche calde con dighe e tende marineOstacoli tecnici e controversie politicheGeoingegneria: una soluzione o una distrazione?Il futuro della geoingegneria glaciale

Nel cuore dell’Antartide occidentale, il ghiacciaio Thwaites si sta rapidamente sgretolando, mettendo a rischio le coste di tutto il mondo. Mentre il cambiamento climatico accelera il suo scioglimento, gli scienziati stanno valutando strategie di geoingegneria glaciale per rallentare il processo. Dighe sottomarine, tende marine e il congelamento del ghiacciaio al fondale marino potrebbero essere le soluzioni per evitare un disastro globale.

Il ghiacciaio Thwaites: il colosso instabile dell’Antartide

Il ghiacciaio Thwaites, largo 130 chilometri e profondo fino a 1,2 chilometri sotto il livello del mare, è il più vulnerabile della calotta glaciale dell’Antartide occidentale. Contiene circa 480.000 chilometri cubi di ghiaccio e sta perdendo 80 chilometri cubi ogni anno, sei volte più velocemente rispetto agli anni ’90. Se collassasse completamente, potrebbe causare un innalzamento del livello del mare fino a 4-7 metri nei prossimi secoli, sommergendo città costiere in Florida, California, Paesi Bassi, Bangladesh, Filippine e molte altre aree densamente popolate.

La geoingegneria glaciale è la risposta?

Di fronte a questa minaccia, alcuni scienziati stanno sviluppando idee per intervenire direttamente sul ghiacciaio e sull’oceano circostante. Due strategie principali sono al centro della ricerca:

1. Rallentare il ghiacciaio congelandolo al fondale

Una delle proposte più discusse è quella di pompaggio subglaciale per rimuovere l’acqua che lubrifica il ghiacciaio alla base, permettendogli di scivolare più velocemente verso il mare. Slawek Tulaczyk, glaciologo dell’Università della California, sostiene che riducendo la presenza d’acqua sotto il ghiacciaio, si potrebbe aumentare l’attrito con il fondale, rallentandone il movimento.

Esperimenti iniziali potrebbero partire già dalla prossima estate in Alaska, dove verranno scavati fori nel ghiaccio per testare la fattibilità dell’idea. Un altro approccio suggerisce l’uso di termosifoni, tubi speciali che estrarrebbero calore dalla base del ghiacciaio per favorire il congelamento.

2. Bloccare le correnti oceaniche calde con dighe e tende marine

Un’altra strategia mira a fermare il flusso di acqua calda che scioglie la base dei ghiacciai dall’oceano. I ricercatori stanno studiando la possibilità di costruire dighe sottomarine alte centinaia di metri per bloccare le correnti calde e rallentare lo scioglimento del ghiaccio. Tuttavia, costruire una barriera di questo tipo richiederebbe una quantità di materiale decine di volte superiore a quella scavata per il Canale di Suez.

Un’alternativa più flessibile è rappresentata dalle tende marine galleggianti, ancorate al fondale marino. Questi pannelli, larghi quanto un campo da calcio, potrebbero essere modulari e sostituibili, riducendo i costi e i rischi associati alla costruzione di strutture fisse.

Ostacoli tecnici e controversie politiche

Le idee di geoingegneria glaciale sono ambiziose, ma presentano sfide enormi. Il ghiacciaio Thwaites è situato in una delle aree più remote e inaccessibili della Terra, con iceberg giganti che bloccano l’accesso anche ai rompighiaccio più potenti. Qualsiasi operazione di costruzione sarebbe complicata dalle condizioni estreme e dalla necessità di trasportare grandi quantità di attrezzature e rifornimenti.

Inoltre, la geopolitica antartica complica ulteriormente la situazione. L’Antartide è governata dal Trattato Antartico, che vieta ogni sfruttamento economico e militarizzazione. Alcuni esperti temono che un grande progetto di ingegneria glaciale possa essere interpretato come un tentativo di controllo territoriale da parte delle nazioni coinvolte, scatenando tensioni internazionali.

Geoingegneria: una soluzione o una distrazione?

Molti scienziati rimangono scettici sull’ingegneria glaciale. Erin Pettit, glaciologa dell’Università Statale dell’Oregon, teme che investire miliardi in questi progetti possa distogliere l’attenzione dal vero problema: la necessità di ridurre le emissioni di gas serra per fermare il riscaldamento globale alla radice.

Anche se queste tecniche riuscissero a stabilizzare alcuni ghiacciai, non potrebbero contrastare altri effetti devastanti del cambiamento climatico, come ondate di calore, incendi, uragani più intensi e acidificazione degli oceani.

Il futuro della geoingegneria glaciale

Nonostante le sfide, gli esperimenti sul campo inizieranno presto. Se avranno successo, potrebbero aprire la strada a interventi su larga scala per proteggere alcuni dei ghiacciai più critici della Terra. Ma il tempo stringe: se il ghiacciaio Thwaites continuerà a sciogliersi al ritmo attuale, potrebbe raggiungere un punto di collasso irreversibile nei prossimi decenni, mettendo a rischio milioni di persone in tutto il mondo.

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