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Scoperte straordinarie: le immagini più nitide di un buco nero in azione

By Raoul Raffael
Published 25 Gennaio 2025
5 Min Read
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Contents
Un’osservazione rivoluzionariaLa galassia NGC 1068 e il suo buco neroUna tecnologia unica per nuove scoperteProspettive future

Grazie a un avanzatissimo telescopio binoculare, sono state ottenute le immagini più dettagliate di un buco nero supermassiccio in azione, situato al centro della galassia NGC 1068 (nota anche come Messier 77). Questo straordinario risultato è stato raggiunto dal Large Binocular Telescope Interferometer (LBTI), un imponente strumento con due specchi da 8,4 metri di diametro, situato in Arizona, e il cui lavoro è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Astronomy.

 

La galassia NGC 1068, una delle più brillanti nel cielo notturno, ospita un buco nero attivo, ovvero un nucleo galattico attivo (AGN) capace di attirare enormi quantità di materia e di emettere radiazioni intense. Questo fenomeno genera una spettacolare illuminazione del nucleo galattico. Grazie alla sua configurazione unica, il telescopio LBTI è riuscito a catturare con una chiarezza senza precedenti la spirale di gas e polveri circostante, svelando nuovi dettagli sull’interazione tra il buco nero e il materiale circostante.

 

Un’osservazione rivoluzionaria

La capacità del LBTI di combinare i dati provenienti dai suoi due potenti specchi ha consentito di osservare il comportamento del getto energetico prodotto dal buco nero. Questo getto, spinto dalla pressione delle radiazioni, interagisce con le polveri cosmiche presenti nella regione circostante, generando un effetto simile a una vela sospinta dal vento. Questa dinamica è stata immortalata con una definizione mai raggiunta prima, offrendo agli scienziati nuove informazioni sui processi che caratterizzano i nuclei galattici attivi.

 

Secondo il team guidato da Jacob Isbell, dell’Università dell’Arizona, lo studio rappresenta un traguardo fondamentale. LBTI, originariamente progettato per osservare oggetti celesti più vicini, come i vulcani della luna di Giove, Io, è stato utilizzato per la prima volta per analizzare una galassia lontana. Questo dimostra l’enorme potenziale del telescopio per esplorare oggetti astronomici distanti con un livello di dettaglio che finora sembrava irraggiungibile.

 

La galassia NGC 1068 e il suo buco nero

La galassia NGC 1068, situata a circa 47 milioni di anni luce dalla Terra, è una galassia a spirale celebre per la sua intensa attività nucleare. Al centro di questa galassia risiede un buco nero con una massa pari a milioni di volte quella del Sole. Gli AGN, come quello di NGC 1068, rappresentano una delle fonti di energia più potenti dell’universo. L’energia liberata dalla materia che cade nel buco nero genera radiazioni elettromagnetiche in grado di illuminare non solo il nucleo della galassia, ma anche le regioni circostanti.

 

Le osservazioni hanno evidenziato come il materiale circostante il buco nero formi una struttura simile a un disco, dove polveri e gas vengono riscaldati a temperature elevatissime. L’immagine prodotta dal LBTI mostra chiaramente la dinamica di queste polveri, spazzate via dal getto di energia prodotto dal buco nero stesso.

 

Una tecnologia unica per nuove scoperte

Il Large Binocular Telescope Interferometer rappresenta una pietra miliare nell’astronomia moderna. La sua configurazione unica, che unisce i due specchi da 8,4 metri, lo rende uno strumento estremamente sensibile, capace di rilevare dettagli finissimi anche a grandi distanze. Questo studio dimostra come la tecnologia interferometrica possa essere applicata non solo a oggetti vicini, ma anche a fenomeni cosmici remoti, aprendo nuove possibilità per la ricerca scientifica.

 

In passato, il telescopio era stato utilizzato principalmente per analizzare sistemi stellari vicini o per osservare fenomeni all’interno del nostro Sistema Solare. L’attuale ricerca segna un cambio di paradigma, mostrando che strumenti come il LBTI possono essere impiegati per indagare le galassie e i loro nuclei attivi, fornendo dati cruciali per comprendere meglio l’evoluzione dell’universo.

 

Prospettive future

Secondo Jacob Isbell, il successo di queste osservazioni ha spianato la strada a un utilizzo ancora più versatile del telescopio. “Abbiamo iniziato a studiare anche dischi attorno a stelle massicce ed evolute, circondati da polveri cosmiche, per capire meglio la loro evoluzione e il loro impatto sull’ambiente circostante”, ha dichiarato il ricercatore.

 

La possibilità di applicare tecniche simili ad altri oggetti astronomici potrebbe portare a scoperte ancora più sorprendenti, rivelando i segreti più nascosti di un universo in continua evoluzione. L’impiego del Large Binocular Telescope Interferometer potrebbe diventare un punto di riferimento per la ricerca su buchi neri, stelle e altri fenomeni di grande interesse per l’astrofisica moderna.

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA.

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