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Un’enorme apertura nell’atmosfera solare scatena un potente vento solare verso la Terra

By Valeria Mariani
Published 4 Dicembre 2023
5 Min Read
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Contents
Un Grande Buco nell’Atmosfera Solare Provoca Venti Solari ad Alta Velocità verso la TerraIl Fenomeno Solare in AttoLa Scoperta del Buco CoronaleLa Natura delle Macchie SolariLe Conseguenze per la TerraLe Previsioni per il PianetaIl Ciclo di Attività Solare

Un Grande Buco nell’Atmosfera Solare Provoca Venti Solari ad Alta Velocità verso la Terra

Un fenomeno spaziale di notevole entità sta per interessare il nostro pianeta nei prossimi giorni. Si tratta di un flusso di vento solare ad alta velocità, originato da un ampio buco coronale, che si prevede possa causare tempeste geomagnetiche di intensità moderata.

Il Fenomeno Solare in Atto

La Scoperta del Buco Coronale

Il buco coronale, osservato e catturato in un video dall’Osservatorio di Dinamica Solare (SDO) della NASA tra il 2 e il 4 dicembre 2023, si presenta di grandi dimensioni, ma non rappresenta una minaccia significativa per la Terra. Nonostante il suo aspetto possa sembrare inquietante, in realtà le macchie solari appaiono così nelle immagini in ultravioletto estremo (EUV) e raggi X morbidi perché sono più fredde e meno dense rispetto alle regioni circostanti.

La Natura delle Macchie Solari

Le macchie solari sono aree in cui il campo magnetico è circa 2.500 volte più forte di quello terrestre, molto più elevato rispetto a qualsiasi altra zona del Sole. A causa di questo forte campo magnetico, la pressione magnetica aumenta mentre la pressione atmosferica circostante diminuisce. Questo abbassa la temperatura rispetto all’ambiente circostante perché il campo magnetico concentrato inibisce il flusso di gas caldo e nuovo dall’interno del Sole verso la superficie.

Le Conseguenze per la Terra

Le Previsioni per il Pianeta

Nonostante la grandezza del buco coronale, non si prevedono problemi significativi per la Terra. Il Centro di Previsione del Clima Spaziale della National Oceanic and Atmospheric Administration ha previsto l’arrivo di una tempesta geomagnetica di intensità minore-moderata a partire da mezzogiorno (UTC) del 4 dicembre e fino al 5 dicembre.

Il Ciclo di Attività Solare

L’attività solare aumenta e diminuisce seguendo un ciclo di 11 anni noto come ciclo di Schwabe. Tra il 1826 e il 1843, l’astronomo tedesco Heinrich Schwabe osservò il Sole, scoprendo che ruota sul proprio asse una volta ogni 27 giorni. Notò che il Sole passa da periodi di quiete, in cui non si possono osservare macchie solari, a fasi di massimo in cui si possono vedere 20 o più gruppi di macchie solari.

L’attività solare è attualmente in aumento. Il prossimo massimo solare, quando l’attività del Sole raggiungerà il picco lungo questo ciclo, era stato previsto dalla NASA per il 2025. Tuttavia, la NASA ha rivisto questa previsione tra gennaio e ottobre 2024.

“Ci aspettiamo che la nostra nuova previsione sperimentale sia molto più accurata rispetto alla previsione del panel del 2019 e, a differenza delle previsioni dei cicli solari precedenti, sarà continuamente aggiornata su base mensile man mano che diventano disponibili nuove osservazioni delle macchie solari”, ha dichiarato Mark Miesch, responsabile del ciclo solare presso il Centro di Previsione del Clima Spaziale della NOAA.

Questa previsione è in linea con quella di un altro team, che ha previsto il picco per metà del 2024. Questo team ha studiato i “donuts” magnetici che si formano a 55 gradi di latitudine in entrambi gli emisferi del Sole. Queste formazioni migrano verso l’equatore dove si incontrano e si annullano a vicenda, evento che il team ha definito un terminatore del ciclo di Hale (due cicli solari).

Questo evento terminatore tende a verificarsi fino a due anni dopo il minimo, e concentrandosi su questi eventi, il team crede di poter fare previsioni migliori sui cicli solari.

“Se si misura quanto è lungo un ciclo, non dal minimo al minimo, ma da terminatore a terminatore, si vede che c’è una forte relazione lineare tra la durata di un ciclo e la forza del successivo”, ha spiegato il ricercatore della NASA Robert Leamon.

Man mano che l’attività si muove verso il suo picco, possiamo aspettarci altre grandi macchie solari come questa.

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