Il riscaldamento globale non sta solo innalzando il livello medio degli oceani — aumentato di circa 30 centimetri negli ultimi decenni — ma sta anche progressivamente consumando le coste, mettendo a nudo discariche storiche che fino a pochi anni fa sembravano al sicuro. Sull’isola di Walney, nel Regno Unito, l’erosione marina ha già esposto alcuni di questi depositi, riversando rifiuti direttamente nelle acque e lungo le spiagge sabbiose dell’area.
Minaccia in crescita: rifiuti tossici e contaminazione
Molti di questi rifiuti provengono da vecchi depositi non regolamentati costruiti prima degli standard ambientali attuali. Sebbene attualmente i materiali tossici emersi siano pochi, secondo Andrew Russell della Queen Mary University of London, la situazione è destinata a peggiorare. In futuro, è probabile che quantità crescenti di sostanze pericolose, tra cui metalli pesanti, idrocarburi e materiali industriali, vengano trasportati nel mare, contaminando gli ecosistemi marini, le reti alimentari e le attività ricreative sulle coste.
Un problema globale che richiede una risposta immediata
Il caso del Regno Unito non è isolato. Le aree costiere di Europa, Nord America e Asia presentano migliaia di discariche costruite a ridosso delle linee di riva. L’erosione accelerata da tempeste più frequenti e mareggiate più intense — effetti diretti della crisi climatica — rappresenta una minaccia concreta anche per le infrastrutture critiche e le popolazioni che vivono nei pressi delle coste.
Necessarie mappature e bonifiche preventive
Secondo esperti ambientali, è urgente avviare campagne di mappatura delle discariche costiere, specialmente quelle realizzate prima degli anni ’80, per identificare le aree più a rischio. Interventi di bonifica selettiva, rinforzo degli argini naturali o la delocalizzazione dei materiali più pericolosi potrebbero evitare che questi rifiuti arrivino a contaminare il mare aperto.
(Fonte: New Scientist)