Due realtà no-profit resistono agli ostacoli federali puntando sulla forza delle comunità locali
Mentre l’amministrazione Trump continua ad agire per limitare i finanziamenti alle energie rinnovabili, due organizzazioni no-profit, Solar United Neighbors e Vote Solar, mantengono saldo il loro impegno a favore della transizione solare negli Stati Uniti, agendo come veri punti di riferimento nelle battaglie locali e statali per l’energia pulita.
Solar United Neighbors, con sede a Washington, D.C., è guidata da Anya Schoolman, che ha fondato l’organizzazione con lo scopo di costruire gruppi d’acquisto solare per tetti residenziali e difendere le politiche energetiche a livello locale. Oggi l’organizzazione impiega circa 100 persone e lavora attivamente in dodici stati chiave, tra cui Arizona, Maryland, Nevada, Texas e Virginia, oltre che a Porto Rico. La spinta viene anche da segnali incoraggianti: ad esempio, Glenn Youngkin, governatore repubblicano della Virginia, ha recentemente firmato una legge che avvia un progetto pilota per centrali elettriche virtuali, combinando batterie domestiche e pannelli solari privati come risorsa per la rete.
Ma l’instabilità a livello federale pesa. Da quando Trump è tornato alla Casa Bianca, sono ricominciati gli attacchi al comparto solare. I tagli e i ritardi nei finanziamenti minano anche programmi non direttamente presi di mira, come Solar for All, che sostiene le famiglie a basso reddito. Lo testimonia la stessa Schoolman, che ha ricevuto una notifica di cancellazione dei fondi per un progetto in corso a Porto Rico.
“È come ricevere un pugno nello stomaco,” ha affermato. Tuttavia, l’impegno è nutrito dalla forza delle relazioni costruite sul territorio. “Quando portiamo i nostri membri dai legislatori repubblicani, vengono accolti con calore. L’energia solare ha un senso profondo per le comunità: è economica, decentralizzata e rafforza l’autonomia energetica.”
Vote Solar scommette sulla resilienza delle politiche locali
A San Francisco, Sachu Constantine, direttore esecutivo di Vote Solar, vive la stessa tensione. La sua organizzazione, che impiega circa 55 persone, è attiva nei legislatori statali e nelle commissioni regolatorie per espandere l’accesso all’energia solare. Constantine ha assunto la guida nel 2022, succedendo al cofondatore Adam Browning, e conferma quanto l’ambiente attuale sia incerto.
“Abbiamo creato uno spazio interno per condividere preoccupazioni e speranze,” dice Constantine. Anche lui vede progressi reali a livello statale, specialmente in Illinois, Michigan e Minnesota, dove sono state adottate leggi favorevoli alla diffusione dell’energia solare. Anche negli stati più difficili, come Indiana e Ohio, rimane la speranza.
Secondo Constantine, è il senso di missione condivisa a sostenere l’impegno quotidiano. “L’opportunità è ancora qui, possiamo ancora cambiare le cose.”
In un clima ostile, cresce l’opposizione a Washington e si moltiplicano le sfide
Nel frattempo, l’amministrazione Trump non si limita a colpire il solare. Ha annunciato l’intenzione di eliminare il programma Energy Star, che da decenni certifica l’efficienza energetica degli elettrodomestici. Ha inoltre bloccato i progetti di energia eolica, sia terrestri che offshore, provocando una reazione legale da parte di 17 stati che hanno presentato un ricorso alla Corte Distrettuale in Massachusetts. Parallelamente, la nuova richiesta di bilancio per il 2026 include tagli del 23% alla spesa ambientale e per le energie rinnovabili.
Nonostante ciò, alcuni progetti riescono a sopravvivere. Il Costal Virginia Offshore Wind, con una capacità prevista di 2,6 gigawatt, è ormai completato al 55% e procede, contrariamente a molti altri bloccati da Washington.