Un’arma genetica contro il flagello ecologico australiano
In Australia, la battaglia contro il rospo delle canne (Rhinella marina) ha raggiunto una nuova frontiera. Un team di scienziati ha sviluppato una tecnica genetica innovativa: trasformare i girini in eterni adolescenti cannibali, incapaci di metamorfosi, ma affamati delle uova della propria specie. Questo approccio, definito ispirato a Peter Pan, potrebbe rappresentare una svolta decisiva contro una delle specie invasive più dannose al mondo.
L’errore storico: rospi introdotti per combattere i parassiti
Nel 1935, i rospi furono introdotti in Queensland per combattere il coleottero della canna da zucchero. L’intento era agronomico, ma il risultato fu catastrofico: i rospi si sono diffusi incontrollatamente, uccidendo predatori autoctoni incapaci di tollerarne la tossicità. Predatori iconici come i quoll, i varani e i coccodrilli d’acqua dolce sono stati decimati dopo averli ingeriti. A differenza del loro habitat nativo in America Latina, dove i predatori si sono co-evoluti con il rospo, la fauna australiana ne è totalmente vulnerabile.
Il punto debole: il cannibalismo intra-specie
Un’osservazione cruciale ha permesso agli scienziati di sviluppare la nuova strategia: in Australia, i girini di rospo sono straordinariamente cannibali. Mangiano avidamente le uova della propria specie, attratti dalla bufotossina, la stessa che rende letali gli adulti. In passato, trappole basate su questa sostanza sono state impiegate con successo per attirare e rimuovere i girini, ma l’approccio richiede sforzi logistici e risorse enormi, ed è insostenibile su larga scala.
La modifica genetica: bloccare la metamorfosi con CRISPR
Utilizzando CRISPR-Cas9, i ricercatori hanno disattivato i geni responsabili della produzione di tiroxina, l’ormone che innesca la metamorfosi. Così facendo, i girini non diventano mai adulti, rimanendo in uno stato larvale permanente, senza capacità riproduttiva né velenosa, ma più grandi, longevi e famelici rispetto ai normali girini. E soprattutto: quattro volte più voraci verso le uova della loro specie.
Aspetti legali e ambientali: non sono OGM
Sorprendentemente, secondo la normativa australiana, questi girini non sono classificati come OGM, poiché non contengono geni estranei. Questo facilita i test sul campo, già approvati in due delle tre giurisdizioni interessate. Tuttavia, i ricercatori intendono procedere con estrema cautela, consapevoli delle fallimentari esperienze di biocontrollo del passato.
Limiti attuali e prospettive future
L’ostacolo più grande è la lentezza del processo: ogni uovo dev’essere modificato singolarmente. I girini vivono solo 3-4 mesi, sufficienti per proteggere un bacino idrico durante una stagione riproduttiva, ma non per un impatto duraturo. L’obiettivo è produrre girini Peter Pan che possano riprodursi, generando una linea autosufficiente. In alternativa, si ipotizza un trattamento chimico con tiroxina per interrompere temporaneamente l’effetto Peter Pan e ottenere rospi adulti modificati solo a metà.
Tra biotecnologia e etica ambientale
Il progetto, ancora non pubblicato su riviste scientifiche, promette di rivoluzionare il modo in cui affrontiamo le specie invasive. Tuttavia, solleva anche interrogativi di tipo etico e ambientale. Rilasciare girini geneticamente modificati, anche se localizzati, richiama timori degni della fantascienza di Jurassic Park. Ma per la prima volta dopo decenni di lotta, la luce in fondo al tunnel dei rospi australiani sembra un po’ più vicina.
Fonti autorevoli: Nature, CSIRO (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation), ScienceAlert, Australian Academy of Science.