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Ricerca di vita extraterrestre: gli esopianeti glaciali con oceani e geyser

By Luigi Belli
Published 23 Dicembre 2023
5 Min Read
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Contents
Il mistero dell’acqua liquida negli esopianetiAnalogie con Europa ed EnceladoProspettive future

Il meteo è un elemento fondamentale per la vita su un pianeta, e la ricerca di vita extraterrestre si concentra spesso su esopianeti che si trovano nella cosiddetta “zona abitabile” di una stella, dove le condizioni climatiche permettono l’esistenza di acqua liquida in superficie. Tuttavia, un recente studio condotto dalla Nasa ha rivelato che potrebbero esistere grandi quantità di acqua liquida nascoste sotto la superficie ghiacciata di diciassette pianeti extrasolari, rendendoli potenzialmente abitabili nonostante si trovino a distanze dalla loro stella che li renderebbero troppo freddi per avere acqua liquida in superficie.

 

Il mistero dell’acqua liquida negli esopianeti

La ricerca di vita nell’universo è sempre stata affascinante e complessa, e uno degli elementi chiave per la sua esistenza è la presenza di acqua liquida. Tradizionalmente, gli scienziati si sono concentrati su pianeti che orbitano a una distanza dalla loro stella tale da permettere temperature adatte alla presenza di acqua liquida in superficie. Tuttavia, un recente studio pubblicato su The Astrophysical Journal ha aperto nuove prospettive sulla possibilità di trovare acqua liquida, e quindi potenziale vita, anche su pianeti che si trovano a distanze maggiori dalla loro stella.

Il gruppo di ricerca guidato dalla Nasa ha esaminato diciassette pianeti extrasolari, scoprendo che potrebbero nascondere sotto la loro superficie ghiacciata grandi quantità di acqua liquida. Questa scoperta è stata possibile grazie all’analisi dei fenomeni criovulcanici, ovvero eruzioni simili a geyser che emergono dalla crosta ghiacciata dei pianeti, suggerendo la presenza di oceani liquidi più profondi.

Lynnae Quick del Goddard Space Flight Center della Nasa, prima autrice dello studio, ha spiegato che questi pianeti potrebbero avere superfici coperte di ghiaccio ma con un riscaldamento interno sufficiente a conservare oceani liquidi. Questo riscaldamento sarebbe dovuto al decadimento di elementi radioattivi e alle forze mareali esercitate dalle stelle ospiti. Inoltre, tutti i pianeti analizzati sembrano in grado di produrre eruzioni criovulcaniche sotto forma di pennacchi simili a geyser.

 

Analogie con Europa ed Encelado

Il fenomeno osservato negli esopianeti è simile a quello presente su Europa ed Encelado, due lune del nostro Sistema Solare che orbitano rispettivamente attorno a Giove e Saturno. Anche queste lune presentano oceani liquidi sotto la loro superficie ghiacciata, riscaldati dalle maree generate dall’attrazione gravitazionale dei pianeti attorno ai quali ruotano e dalle altre lune vicine.

I diciassette esopianeti presi in considerazione dallo studio hanno dimensioni simili alla Terra ma una densità inferiore, suggerendo la presenza di ghiaccio e acqua piuttosto che di rocce. Sebbene la composizione esatta dei pianeti rimanga sconosciuta, lo studio ha fornito stime più accurate della temperatura superficiale e del riscaldamento totale, basandosi sullo spessore stimato dello strato di ghiaccio superficiale.

 

Prospettive future

La scoperta di questi esopianeti apre nuove prospettive per la ricerca di vita extraterrestre. Quick ha sottolineato che, poiché i modelli prevedono la presenza di oceani relativamente vicini alle superfici di alcuni di questi pianeti, è molto probabile che i telescopi possano rilevare direttamente l’attività geologica durante i transiti dei pianeti davanti alle loro stelle.

Per gli esopianeti che non passano davanti alla loro stella dal nostro punto di osservazione, l’attività dei geyser potrebbe comunque essere rilevata da telescopi capaci di misurare la luce riflessa dalle particelle ghiacciate eiettate dai geyser. Inoltre, l’analisi spettroscopica del vapore d’acqua emesso dai pianeti potrebbe rivelare la presenza di altri elementi o composti, permettendo di valutare il loro potenziale di abitabilità.

In conclusione, lo studio condotto dalla Nasa ha aperto nuove frontiere nella ricerca di vita extraterrestre, dimostrando che la presenza di acqua liquida potrebbe non essere limitata ai pianeti nella zona abitabile di una stella. Questi esopianeti con superfici ghiacciate ma con oceani liquidi più profondi potrebbero essere, o essere stati, abitabili, e le future osservazioni potrebbero fornire ulteriori conferme. Il **meteo** su questi pianeti potrebbe nascondere sorprese inaspettate, e la ricerca continua.

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