Un fenomeno raro e prezioso: l’occultazione stellare di Urano
Il 7 Aprile 2025, un raro evento astronomico ha permesso agli scienziati della NASA di compiere un balzo in avanti nella comprensione dell’atmosfera e degli anelli di Urano. L’evento, noto come occultazione stellare, si è verificato quando Urano è transitato davanti a una stella distante circa 400 anni luce dalla Terra, oscurandola temporaneamente agli occhi degli osservatori terrestri.
L’occultazione è stata osservata per circa un’ora nella zona occidentale del Nord America e ha visto il coinvolgimento diretto di 18 osservatori professionali coordinati dal Langley Research Center della NASA, con una campagna guidata dal planetologo William Saunders. Questo tipo di evento non è una semplice eclissi, ma una vera finestra scientifica che consente di sondare strati profondi dell’atmosfera di un pianeta gigante.
La curva di luce: uno strumento di analisi atmosferica
Durante l’occultazione, la luce della stella è stata rifratta dall’atmosfera di Urano prima di essere completamente oscurata, creando ciò che i planetologi chiamano curva di luce. Questo grafico consente di misurare variazioni nella temperatura, nella pressione e nella densità della stratosfera di Urano, fornendo dati preziosi su come queste proprietà siano cambiate rispetto alla precedente occultazione significativa, avvenuta nel 1996.
La curva di luce viene elaborata tramite sofisticati telescopi e strumenti, in grado di rilevare le minime variazioni di intensità luminosa durante il transito. Le informazioni ricavate rivelano dettagli invisibili a qualsiasi altro tipo di osservazione diretta o indiretta.
Il contributo del James Webb e la visione degli anelli
L’immagine più dettagliata ottenuta di recente proviene dal James Webb Space Telescope, che ha catturato con la Near-Infrared Camera (NirCam) la calotta polare nord del pianeta e la struttura completa dei deboli anelli interni ed esterni di Urano. Nella stessa immagine sono identificabili nove delle sue ventisette lune, da Rosalinda a Perdita, evidenziate in senso orario a partire dalle ore 2.
Un laboratorio atmosferico senza superficie
Emma Dahl, ricercatrice del Caltech di Pasadena, ha spiegato perché i pianeti giganti gassosi come Urano, Giove, Saturno e Nettuno sono ideali per studiare l’atmosfera planetaria: non avendo una superficie solida, le dinamiche atmosferiche non sono influenzate da fattori geologici o orografici, consentendo simulazioni più accurate sulla formazione delle nuvole, sulle correnti e sulle tempeste.
Una preparazione lunga mesi, tra Asia e America
La riuscita dell’osservazione di Aprile è stata possibile anche grazie a un test effettuato il 12 Novembre 2024, durante un’occultazione più debole visibile solo in Asia. Il Langley Research Center aveva coordinato telescopi in Giappone e Thailandia, mentre altre osservazioni sono state condotte in India, coinvolgendo anche lo Space Science Institute e l’Osservatorio di Parigi.
Queste campagne hanno permesso di ottimizzare gli strumenti e, soprattutto, di migliorare la precisione del timing dell’occultazione di aprile fino al secondo esatto, nonché la posizione prevista di Urano, corretta di 200 chilometri rispetto alle stime precedenti.
Verso il 2031: l’obiettivo di una nuova grande occultazione
Nonostante Urano continuerà a occultare altre stelle meno luminose nei prossimi anni, la comunità scientifica guarda già con attenzione al 2031, quando il pianeta oscurerà una stella ancora più brillante. Un’opportunità ancora più significativa per raccogliere dati atmosferici avanzati e forse, come auspicano i ricercatori, avviare anche missioni spaziali dedicate.
Guarda l’animazione ufficiale della NASA sull’evento: uranus_occ.mp4