Una scoperta rivoluzionaria nel cuore della Zona Critica
Nel sottosuolo della Cina e degli Stati Uniti, a circa 20 metri di profondità, è stato identificato un gruppo di microrganismi mai osservati prima, chiamati Csp1-3. Si tratta di esseri viventi “spazzini” che potrebbero avere un impatto decisivo sulla depurazione naturale delle acque che si infiltrano nel suolo, contribuendo alla salvaguardia delle falde acquifere.
Il ritrovamento è stato descritto in uno studio condotto da Xiaonan Wan dell’Università Northwest A&F e pubblicato sulla prestigiosa rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences), uno dei principali riferimenti della comunità scientifica internazionale.
Dove vivono i Csp1-3: la fascia nascosta della vita
I Csp1-3 popolano la parte più profonda della cosiddetta Zona Critica, un ambiente che si estende dalle chiome degli alberi fino a 200 metri nel terreno e che rappresenta una delle aree più ricche ma ancora poco esplorate del nostro pianeta.
Secondo James Tiedje, ricercatore della Michigan State University e coautore dello studio, questa zona “supporta la maggior parte della vita sulla Terra, ma la sua porzione più profonda è ancora un territorio scientificamente vergine”.
La funzione “spazzina” e il ruolo ambientale
Le analisi hanno evidenziato come questi microrganismi si nutrano del carbonio e dell’azoto trasportati dall’acqua nel terreno e possiedano un’eccezionale capacità di declorazione. Questo significa che possono rimuovere composti clorurati tossici dall’ambiente, rendendoli una risorsa potenziale per la bonifica dei terreni e il trattamento delle acque inquinate.
Un’evoluzione dalle sorgenti marine alle profondità terrestri
Gli scienziati ipotizzano che gli antenati dei Csp1-3 vivessero in ambienti acquatici ricchi di energia, come le sorgenti idrotermali sottomarine, per poi adattarsi progressivamente alla terraferma, trovando nel sottosuolo una nuova nicchia ecologica.
Questa transizione evolutiva rende ancora più affascinante il loro studio, che apre nuove frontiere nella microbiologia ambientale e nella lotta all’inquinamento.
Fonte autorevole: Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS)
Autori dello studio: Xiaonan Wan (Northwest A&F University), James Tiedje (Michigan State University)