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Gowanus tra odori e speranze: il lungo cammino per risanare un canale maledetto

By Sabrina Verdi
Published 7 Aprile 2025
5 Min Read
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Contents
Un quartiere in trasformazione tra bonifiche, proteste e sviluppo edilizioUn passato tossico difficile da cancellareI nuovi serbatoi: una soluzione tanto attesa quanto problematicaOdori, lamentele e un quartiere che non si arrendeRiqualificazione edilizia e nuove pressioni sul sistema fognarioUn cantiere senza fine, tra speranze e timoriGowanus come metafora urbana

Un quartiere in trasformazione tra bonifiche, proteste e sviluppo edilizio

Gowanus, storico quartiere di Brooklyn affacciato su un canale diventato simbolo dell’inquinamento industriale, si trova oggi al centro di una riqualificazione urbana tanto ambiziosa quanto controversa. L’area, per decenni soffocata da odori nauseabondi e acque contaminate, sta lentamente cambiando volto: nuovi appartamenti sorgono accanto a impianti di bonifica ambientale, mentre i residenti storici convivono con i disagi di un cantiere che sembra non finire mai.

Un passato tossico difficile da cancellare

Il canale Gowanus è stato per più di un secolo lo scarico delle industrie locali: cartiere, concerie e impianti per la produzione di gas hanno riversato nel corso d’acqua una miscela tossica di sostanze chimiche, catrame di carbone e rifiuti organici. Inserito nel 2010 nella lista dei siti Superfund – le aree più pericolose da bonificare negli Stati Uniti – il canale è diventato l’obiettivo di un imponente progetto federale guidato dall’EPA, l’Agenzia per la Protezione Ambientale.

Ma bonificare non è semplice. Il terreno contaminato, scavato fino a 60 piedi di profondità, ha rilasciato nell’aria il pungente odore di naftalene, generando malesseri tra i residenti e una raffica di segnalazioni alle autorità locali.

I nuovi serbatoi: una soluzione tanto attesa quanto problematica

Il piano di risanamento prevede la costruzione di due serbatoi sotterranei per il contenimento delle acque reflue durante i periodi di pioggia intensa, in modo da evitare lo sversamento diretto nel canale. Ma il percorso verso la realizzazione è stato lungo e costellato di ritardi, errori burocratici e persino scelte progettuali controverse.

Il DEP (Dipartimento per la Protezione Ambientale di New York City) ha scelto di costruire i serbatoi su terreni privati espropriati, con un costo quasi raddoppiato rispetto alla proposta iniziale dell’EPA, che prevedeva l’utilizzo di spazi pubblici già contaminati. Il risultato? Il completamento è slittato al 2030, rendendo necessario ridragare porzioni del canale già bonificate, con una spesa aggiuntiva di 50 milioni di dollari per i contribuenti.

Odori, lamentele e un quartiere che non si arrende

Mentre i lavori avanzano tra mille difficoltà, gli abitanti continuano a segnalare odori insopportabili, mal di testa e fastidi respiratori. Anche le soluzioni messe in campo – dai nebulizzatori deodoranti alla schiuma anti-odore – si sono rivelate parzialmente efficaci, e a volte persino controproducenti. Il paradosso? Un cantiere coperto da una tenda anti-odore ha ricevuto quasi lo stesso numero di segnalazioni di uno scoperto.

A nulla sono valse le rassicurazioni degli esperti, secondo cui i livelli di sostanze nocive nell’aria non superano i limiti di sicurezza: la sfiducia tra cittadini e istituzioni è palpabile, alimentata da anni di risposte evasive e mancanza di trasparenza.

Riqualificazione edilizia e nuove pressioni sul sistema fognario

Dal 2021, la zona è passata da industriale a residenziale, con la previsione di 19.000 nuovi residenti entro il 2035. Attualmente sono in costruzione oltre 7.000 appartamenti, ma lo sviluppo urbanistico ha sollevato timori legati alla capacità insufficiente delle fognature, proprio mentre il sistema è messo alla prova dai cambiamenti climatici e da precipitazioni sempre più frequenti.

L’EPA ha già criticato il piano della città, giudicandolo basato su dati obsoleti, e ha avvertito che senza i serbatoi in funzione, la bonifica sarà inutile, poiché nuove piogge contamineranno nuovamente le acque del canale.

Un cantiere senza fine, tra speranze e timori

Nonostante tutto, qualcosa si muove. Il monitoraggio costante dell’aria da parte di sofisticati strumenti – tra cui un bus laboratorio dotato di Trace Atmospheric Gas Analyzer – ha contribuito a rassicurare parzialmente la popolazione. E i lavori, seppur in ritardo, procedono: il serbatoio Red Hook sarà completato entro l’autunno 2026, mentre l’Owls Head sarà operativo nel 2029.

Nel 2030, se tutto andrà come previsto, Gowanus potrebbe finalmente avere spazi pubblici sul lungomare costruiti sopra i serbatoi. Un sogno a lungo inseguito, ma ancora lontano.

Gowanus come metafora urbana

La storia del Gowanus Canal non è solo quella di un quartiere in lotta contro la contaminazione, ma anche un esempio emblematico di come sviluppo urbano, tutela ambientale e responsabilità politica debbano necessariamente dialogare. Tra ritardi amministrativi, strategie inefficienti e cittadini determinati, Gowanus resta un microcosmo delle sfide future delle città americane: come convivere con il passato industriale senza compromettere la qualità della vita nel presente e nel futuro.


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