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Alla Prima PaginaNews

Fine della breve La Niña: la Terra entra in una fase climatica neutra

By Sabrina Verdi
Published 13 Aprile 2025
5 Min Read
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Contents
Il ritorno alla neutralità climatica nel PacificoCosa sono El Niño e La Niña?Una La Niña debole e di breve durataNeutralità non significa prevedibilitàCosa aspettarsi nei prossimi mesi?Una pausa prima del prossimo El Niño?

Il ritorno alla neutralità climatica nel Pacifico

Dopo solo pochi mesi, la fase di La Niña si è ufficialmente conclusa e il Pacifico tropicale orientale è rientrato in una condizione neutrale dell’ENSO (El Niño–Southern Oscillation). Questo passaggio segna un cambiamento significativo nelle dinamiche atmosferiche globali, ma non significa necessariamente un clima più stabile o prevedibile.

La fase neutra ENSO è una condizione in cui le temperature della superficie del mare nel Pacifico non sono né abbastanza alte da indicare un evento El Niño, né sufficientemente basse da rappresentare una nuova La Niña. Questo stato intermedio è spesso sottovalutato, ma può avere effetti altrettanto imprevedibili.

Cosa sono El Niño e La Niña?

Per capire la portata di questo cambiamento, è utile ricordare che ENSO è un sistema climatico ciclico che alterna tre fasi:

  • El Niño: acque superficiali più calde della norma nel Pacifico orientale, che tendono a provocare fenomeni come siccità in Australia e Indonesia e forti piogge in Sud America.
  • La Niña: acque più fredde della norma, con effetti spesso opposti, come piogge intense in Asia sudorientale e uragani più attivi nell’Atlantico.
  • Fase neutra: assenza di anomalie significative nella temperatura del mare, ma con dinamiche atmosferiche meno prevedibili.

Una La Niña debole e di breve durata

L’ultima La Niña, che ha preso forma a dicembre 2024, è stata descritta come “debole e di breve durata”. Le temperature superficiali oceaniche sono rapidamente tornate verso valori normali, annullando l’effetto raffreddante che contraddistingue questa fase.

L’analisi storica delle temperature dal 1950 a oggi mostra chiaramente quanto questa La Niña sia stata anomala, durando solo pochi mesi rispetto agli eventi più lunghi del passato. La sua breve durata era stata prevista con una certa sicurezza dai climatologi, i quali ora indicano una probabilità superiore al 50% che le condizioni neutrali persistano almeno fino all’autunno dell’emisfero settentrionale.

Neutralità non significa prevedibilità

Anche se l’ENSO è entrato in una fase neutra, ciò non garantisce stabilità meteorologica. Anzi, durante questi periodi, la prevedibilità diminuisce sensibilmente. Senza un forte segnale da parte di El Niño o La Niña, diventa più difficile per i meteorologi fare previsioni accurate su larga scala.

Durante le fasi attive dell’ENSO, i meteorologi possono basarsi su modelli consolidati per prevedere con settimane o mesi di anticipo come potrebbero evolversi le condizioni meteo. Ma ora, nel vuoto lasciato da una La Niña svanita, entrano in gioco altri modelli climatici regionali che sono spesso più complessi da decifrare.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi?

Con l’arrivo dell’estate, l’impatto di questa fase neutra potrebbe essere:

  • Condizioni meteorologiche variabili, difficili da prevedere con largo anticipo;
  • Un aumento della sensibilità ad altri modelli climatici regionali, come l’oscillazione artica o la Madden-Julian Oscillation;
  • Possibili sorprese meteorologiche, come ondate di calore improvvise o temporali intensi in regioni normalmente stabili.

Per i meteorologi, questo è il momento di scavare più a fondo nei dati, analizzando non solo l’ENSO ma anche gli altri segnali climatici in gioco. La sfida sarà trovare nuove chiavi di lettura per interpretare un periodo in cui il comportamento del clima si fa meno lineare e più caotico.

Una pausa prima del prossimo El Niño?

La neutralità, però, è raramente permanente. È possibile che, nei prossimi mesi o nel 2026, si verifichi un nuovo episodio di El Niño o La Niña. Questo dipenderà da numerosi fattori, tra cui:

  • l’evoluzione delle correnti marine profonde, che spesso anticipano cambiamenti nella temperatura superficiale;
  • le dinamiche atmosferiche globali, come la circolazione di Walker;
  • i feedback climatici innescati da variazioni regionali (es. scioglimento dei ghiacci, incendi, inquinamento atmosferico).

Gli scienziati continueranno a monitorare con attenzione ogni piccolo cambiamento nel Pacifico. Ogni aggiornamento può rappresentare l’inizio di un nuovo capitolo nel comportamento climatico globale.

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