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Scoperto in Cina un nuovo coronavirus nei pipistrelli: potenziale minaccia per l’uomo

By Stefania Romano
Published 7 Marzo 2025
4 Min Read
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Un gruppo di scienziati cinesi ha individuato un nuovo coronavirus nei pipistrelli, denominato HKU5-CoV-2. Questo virus, analizzato dagli esperti del Wuhan Institute of Virology, presenta la capacità di legarsi al recettore ACE2 umano, lo stesso utilizzato dal SARS-CoV-2 per infettare le cellule. Sebbene l’efficienza con cui questo patogeno si lega alle cellule umane sia inferiore rispetto a quella del virus responsabile del Covid-19, gli studiosi ritengono che la scoperta evidenzi l’importanza di un costante monitoraggio dei virus emergenti per prevenire eventuali epidemie.

 

Un nuovo coronavirus individuato nei pipistrelli

Il virus HKU5-CoV-2 appartiene al sottogenere dei merbecovirus, la stessa famiglia del MERS-CoV, noto per aver causato epidemie in passato. I ricercatori, sotto la guida della virologa Shi Zhengli, hanno isolato e studiato il nuovo patogeno per determinarne le potenziali capacità infettive.

 

Nonostante le affinità con altri coronavirus zoonotici, gli esperti ritengono che il rischio immediato di trasmissione all’uomo sia relativamente basso. Tuttavia, la possibilità di mutazioni future che potrebbero aumentarne la trasmissibilità non può essere esclusa, motivo per cui il monitoraggio di questi virus resta una priorità nella ricerca virologica.

 

Il meccanismo di infezione e il legame con le cellule umane

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Cell, il virus HKU5-CoV-2 utilizza il recettore ACE2 per entrare nelle cellule umane. Questo stesso meccanismo è stato osservato nel SARS-CoV-2, sebbene con un’efficienza maggiore.

 

Esperimenti condotti su tessuti umani artificiali, noti come organoidi, hanno confermato la capacità del virus di infettare cellule dell’apparato respiratorio e intestinale. Tuttavia, i risultati hanno anche evidenziato che la sua efficienza infettiva è inferiore rispetto ad altri coronavirus, riducendo la probabilità di una trasmissione su larga scala.

 

Un confronto con il virus della MERS ha rivelato che HKU5-CoV-2 ha una minore affinità con il recettore umano, il che riduce il rischio di una diffusione rapida. Nonostante ciò, gli studiosi insistono sull’importanza di un attento monitoraggio, poiché eventuali mutazioni genetiche potrebbero modificarne la pericolosità.

 

Shi Zhengli e il ruolo della ricerca sui coronavirus dei pipistrelli

La virologa Shi Zhengli, soprannominata la “donna pipistrello” per i suoi studi approfonditi sui coronavirus zoonotici, è tra le principali esperte mondiali in questo campo. Il suo lavoro presso il Wuhan Institute of Virology ha portato alla scoperta di numerosi virus emergenti, compreso HKU5-CoV-2.

 

Secondo la scienziata, l’analisi dei coronavirus nei pipistrelli è essenziale per prevenire future pandemie, poiché questi virus hanno già dimostrato di poter compiere il salto di specie, infettando l’uomo direttamente o attraverso ospiti intermedi. Tuttavia, nel caso specifico di HKU5-CoV-2, la sua capacità di adattarsi all’organismo umano appare al momento limitata.

 

Il rischio di una nuova pandemia

Sebbene il rischio di trasmissione all’uomo sembri attualmente ridotto, la storia delle epidemie insegna che i virus possono evolversi rapidamente. Uno dei fattori che potrebbe favorire il salto di specie è la distruzione degli habitat naturali dei pipistrelli, che li costringe a entrare in contatto con nuove specie, inclusi gli esseri umani.

 

Anche il commercio illegale di animali selvatici e le condizioni igieniche precarie in alcuni mercati rappresentano un potenziale pericolo, facilitando la trasmissione di virus tra specie diverse. Per questo motivo, gli scienziati insistono sulla necessità di rafforzare la sorveglianza sui virus emergenti e migliorare le normative sanitarie internazionali per ridurre il rischio di nuove pandemie.

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