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Influenza aviaria: dobbiamo temere una nuova pandemia?

By Patrizia Oggiano
Published 1 Febbraio 2025
5 Min Read
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Contents
Il virus H5N1 e la sua diffusioneMutazioni e rischio di trasmissione tra esseri umaniVaccini e trattamenti disponibiliMisure di prevenzione e controlloDobbiamo preoccuparci di una nuova pandemia?

L’influenza aviaria, in particolare il virus H5N1, sta destando preoccupazione a livello globale. La recente prima morte registrata negli Stati Uniti a causa di questa infezione ha riacceso il dibattito sul rischio di una nuova pandemia. Tuttavia, nonostante il virus abbia già infettato esseri umani e subito mutazioni, il rischio attuale per la popolazione generale rimane basso.

 

Negli ultimi anni, l’H5N1 ha causato una strage tra gli uccelli, colpendo sia specie selvatiche che allevamenti industriali. La sua diffusione tra i mammiferi e alcuni casi umani, seppur limitati, hanno portato gli esperti a monitorare con attenzione l’evoluzione del virus. Ma la situazione è molto diversa da quella che ha portato alla pandemia di Covid-19: oggi disponiamo di vaccini già pronti, trattamenti antivirali efficaci e un sistema di sorveglianza sanitaria ben strutturato.

 

Il virus H5N1 e la sua diffusione

L’influenza aviaria è causata da diversi ceppi di virus influenzali di tipo A, ma l’H5N1 è tra i più preoccupanti per il suo elevato tasso di mortalità negli esseri umani. Questo virus è stato identificato per la prima volta nel 1996 a Hong Kong e, nel corso degli anni, ha continuato a evolversi.

 

Attualmente, la trasmissione all’uomo è un evento raro e avviene principalmente attraverso il contatto diretto con uccelli infetti o ambienti contaminati. Tuttavia, sono stati segnalati casi di diffusione tra mammiferi, il che suggerisce un potenziale rischio di adattamento all’uomo.

 

Negli Stati Uniti, il recente decesso legato all’H5N1 è stato un segnale d’allarme, ma i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno ribadito che il rischio di contagio per il pubblico resta basso. In Europa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) continua a monitorare la situazione, mentre in Asia, dove il virus è endemico in alcune aree, i controlli sugli allevamenti sono stati rafforzati.

 

Mutazioni e rischio di trasmissione tra esseri umani

Uno dei maggiori timori riguarda la capacità del virus di mutare e diventare più contagioso tra gli esseri umani. Attualmente, i casi registrati sono stati sporadici e isolati, senza evidenza di trasmissione sostenuta da persona a persona. Tuttavia, come accaduto con altri virus influenzali in passato, bastano poche mutazioni genetiche per cambiare il quadro epidemiologico.

 

Gli esperti stanno osservando con particolare attenzione l’evoluzione del virus tra i mammiferi, in quanto alcune varianti dell’H5N1 sono state identificate in volpi, visoni e foche. Questo fenomeno suggerisce che il virus potrebbe acquisire mutazioni favorevoli alla diffusione nell’uomo, anche se, al momento, non vi sono prove concrete di un rischio imminente.

 

Vaccini e trattamenti disponibili

A differenza della situazione vissuta con il Covid-19, per l’influenza aviaria sono già disponibili vaccini. Negli Stati Uniti e in Europa, le autorità sanitarie hanno scorte di vaccini pre-approvati che possono essere adattati rapidamente in caso di necessità.

 

Inoltre, gli antivirali come oseltamivir (Tamiflu) e zanamivir (Relenza) si sono dimostrati efficaci contro il virus H5N1, riducendo la gravità dell’infezione nei casi umani registrati finora.

 

Misure di prevenzione e controllo

Per contenere il rischio di diffusione, i governi stanno attuando misure di biosicurezza negli allevamenti, con abbattimenti selettivi in caso di focolai e restrizioni sul commercio di pollame.

 

Per la popolazione generale, il rischio rimane estremamente basso, ma è comunque consigliato evitare contatti diretti con uccelli selvatici o animali malati, soprattutto nelle aree in cui il virus è stato identificato.

 

Dobbiamo preoccuparci di una nuova pandemia?

Nonostante il decesso registrato negli Stati Uniti, gli esperti ritengono che, al momento, non vi siano segnali di un’epidemia su larga scala. Il virus H5N1 viene monitorato attentamente e i protocolli sanitari esistenti permettono di intervenire tempestivamente in caso di necessità.

 

Rispetto alla pandemia di Covid-19, oggi disponiamo di strumenti avanzati per combattere un’eventuale emergenza influenzale. Tuttavia, la sorveglianza rimane essenziale per individuare tempestivamente qualsiasi cambiamento nel comportamento del virus.

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