Il valore nascosto delle emozioni “scomode”
Dalla rabbia all’invidia, molte emozioni considerate comunemente negative non sono solo inevitabili, ma fondamentali per l’equilibrio psicologico e relazionale. Secondo numerose ricerche, imparare a decifrare il messaggio emotivo che si cela dietro la sofferenza interiore può diventare una leva potente per il cambiamento personale, migliorando la qualità della vita e persino la longevità.
Ethan Kross, psicologo sperimentale e direttore dell’Emotion and Self Control Lab presso l’Università del Michigan, ha approfondito questo tema partendo da una radice personale: il silenzio emotivo della nonna Dora, sopravvissuta all’Olocausto in Lituania e approdata a New York. L’equilibrio emotivo che riusciva a mantenere, nonostante un passato drammatico, ha lasciato in Kross una domanda che è diventata la sua missione scientifica.
Shift: l’arte di gestire (e non subire) le emozioni
Nel suo ultimo libro, Shift: How to manage your emotions so they don’t manage you, Kross esplora come le persone possano imparare a gestire le emozioni difficili, senza reprimerle né esserne travolti. Il testo si basa su anni di ricerche neuroscientifiche, esperimenti e storie di vita quotidiana. Il punto centrale è chiaro: non bisogna evitare le emozioni negative, ma ascoltarle, capirle e usarle come bussola per orientarsi nel proprio percorso di crescita.
Le emozioni sono strumenti cognitivi, afferma Kross, non ostacoli. Per esempio, la rabbia può motivare al cambiamento, l’invidia può diventare uno stimolo all’emulazione e persino il rimpianto può guidare decisioni più ponderate in futuro.
Cambiamenti mentali con effetti sulla salute
Affrontare le emozioni non significa solo stare meglio psicologicamente. Secondo Kross e colleghi, gestire consapevolmente lo stress e le emozioni negative riduce i marcatori infiammatori nel corpo, abbassa il rischio di malattie cardiovascolari e aumenta la resilienza mentale. L’approccio scientifico alla regolazione emotiva si è dimostrato utile anche in contesti terapeutici, scolastici e lavorativi.
Una delle tecniche chiave proposte da Kross è quella del distacco psicologico, ovvero la capacità di osservare i propri pensieri da una certa distanza, come se si guardasse un’altra persona. Questa pratica, supportata da imaging cerebrale, mostra come attivare le aree del cervello associate al controllo cognitivo e inibire quelle dell’impulsività.
Memoria emotiva e cultura del silenzio
Il silenzio della nonna di Kross non era rimozione, ma una forma di gestione attiva del trauma. Parlava solo in occasioni rituali, trasformando il dolore in memoria condivisa. Questo uso selettivo della narrazione è oggi studiato come strategia efficace per convivere con eventi dolorosi, evitando che definiscano tutta la propria identità.
Il libro di Kross, pur basandosi su dati empirici, invita a rivedere la cultura della “positività tossica”, sottolineando che il benessere autentico nasce dal confronto, non dall’eliminazione, delle emozioni difficili.