Due indicatori fondamentali per perdere peso in modo duraturo
In un mondo dove oltre 2,5 miliardi di adulti vivono in condizione di sovrappeso o obesità, come stimato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la domanda su come dimagrire in modo efficace e permanente è diventata centrale nella medicina preventiva. La risposta, secondo recenti evidenze scientifiche, risiede in due parametri cruciali da monitorare costantemente: i livelli di zucchero nel sangue e la quantità di grasso viscerale.
Perché glicemia e grasso viscerale sono così importanti
Queste due variabili biologiche sono strettamente collegate non solo all’accumulo di peso, ma anche alla salute metabolica generale. Il grasso viscerale, che si deposita intorno agli organi interni nell’addome, è particolarmente pericoloso perché innesca processi infiammatori sistemici. Questi meccanismi compromettono la sensibilità all’insulina, favorendo l’insorgenza del diabete di tipo 2 e di numerose complicanze cardiovascolari.
Allo stesso tempo, tenere sotto controllo la glicemia significa evitare quei picchi glicemici che possono stimolare l’appetito, aumentare il deposito di grasso addominale e indebolire progressivamente il metabolismo.
Secondo uno studio condotto a Tübingen, in Germania, i soggetti che hanno perso peso e ridotto i livelli di zucchero nel sangue hanno mostrato miglioramenti significativi nei marker di salute metabolica, inclusa la riduzione di danni renali e microvascolari.
Attività fisica e dieta mediterranea: le armi più efficaci
Per ottenere questi risultati, la scienza raccomanda due pilastri fondamentali: attività fisica costante, in particolare esercizio aerobico, e un’alimentazione bilanciata come quella mediterranea. Quest’ultima, ricca di acidi grassi polinsaturi, cereali integrali, legumi, frutta secca, pesce azzurro e olio extravergine d’oliva, ha dimostrato la capacità di ridurre il grasso viscerale e migliorare il profilo glicemico.
Anche se il traguardo minimo suggerito è una perdita del 5-7% del peso corporeo, ciò che davvero fa la differenza è quanto di quel peso perso sia costituito da grasso viscerale. Questo tipo di grasso è il più “attivo” dal punto di vista metabolico, ma anche il più dannoso.
Supporto medico, psicologico e farmacologico: un approccio integrato
La complessità dell’obesità impone un approccio multidisciplinare, che non si limiti a dieta e movimento, ma includa il supporto di psicologi, nutrizionisti e medici specializzati. La componente emotiva e psicologica è infatti spesso alla radice di comportamenti alimentari disfunzionali, come il mangiare emotivo.
Negli ultimi anni, l’introduzione degli agonisti del recettore GLP-1 ha ampliato le opzioni terapeutiche. Questi farmaci, pensati inizialmente per il trattamento del diabete, hanno mostrato effetti positivi anche sulla perdita di peso e sulla regolazione dell’appetito. Tuttavia, i benefici tendono a svanire rapidamente alla sospensione della terapia, motivo per cui l’utilizzo deve essere valutato con attenzione e sotto stretta supervisione medica.
Soluzioni chirurgiche e farmaci di nuova generazione
Per chi convive con obesità grave e complicanze come il diabete o problemi cardiovascolari, la chirurgia bariatrica – come il bypass gastrico o la gastrectomia a manica – può rappresentare un intervento salvavita. Queste tecniche, oltre a ridurre l’assunzione calorica, modificano il profilo ormonale intestinale, favorendo un reset metabolico profondo.
Nel frattempo, la ricerca farmaceutica sta sviluppando nuove molecole che combinano più ormoni intestinali per ottenere efficacia simile alla chirurgia, ma con approccio meno invasivo. Tuttavia, si tratta di soluzioni ancora in fase sperimentale e non disponibili su larga scala.
Fonti scientifiche principali
- Organizzazione Mondiale della Sanità – Obesity and overweight
- German Center for Diabetes Research (DZD), Tübingen – Visceral Fat Study
- Harvard Health Publishing – The danger of visceral fat
- The New England Journal of Medicine – GLP-1 Receptor Agonists in Obesity