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Probiotici e ansia: il ruolo del microbioma nella salute mentale

By Giovanna Russo
Published 8 Febbraio 2025
5 Min Read
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Contents
Ansia e attività dell’amigdalaGli indoli: la chiave del legame tra microbi e cervelloIl ruolo evolutivo dell’ansiaUn nuovo approccio terapeutico?

Ancora una volta, il microbioma intestinale si conferma un elemento chiave per il benessere umano. Questa complessa comunità di microrganismi, che ereditiamo alla nascita, svolge numerose funzioni: dalla digestione alla sintesi di nutrienti essenziali, dall’addestramento del sistema immunitario fino alla regolazione della chimica cerebrale.

Un recente studio pubblicato su EMBO Molecular Medicine, condotto dalla Duke-NUS Medical School e dal National Neuroscience Institute di Singapore, ha analizzato il legame tra intestino e cervello, mettendo in evidenza il ruolo dei metaboliti microbici nella regolazione dell’ansia. I ricercatori hanno scoperto che specifici composti prodotti dai batteri intestinali possono influenzare l’attività cerebrale nei topi, suggerendo un possibile utilizzo dei probiotici nel trattamento dei disturbi d’ansia.

Ansia e attività dell’amigdala

Durante l’esperimento, i topi allevati in un ambiente privo di microbi hanno mostrato un aumento dei comportamenti ansiosi, accompagnato da una maggiore attività neuronale nell’amigdala, una struttura cerebrale chiave per l’elaborazione delle emozioni.

L’amigdala utilizza i canali SK2 per regolare l’eccitabilità neuronale. Tuttavia, nei topi senza microbi, questi canali risultavano meno efficienti, portando a un’iperattivazione dei neuroni e, di conseguenza, a una maggiore predisposizione all’ansia.

Per verificare il legame tra microbi intestinali e attività cerebrale, i ricercatori hanno introdotto batteri vivi nei topi privi di germi, utilizzando un trapianto fecale da topi sani. I risultati sono stati significativi: i neuroni dell’amigdala hanno ridotto la loro eccitabilità e i comportamenti ansiosi sono diminuiti.

Shawn Je, assistente professore presso il Programma di Ricerca sui Disturbi Neuroscientifici e Comportamentali della Duke-NUS, ha spiegato che l’assenza di microbi comprometteva il funzionamento cerebrale, specialmente nelle aree che regolano la paura e l’ansia.

Gli indoli: la chiave del legame tra microbi e cervello

Lo studio ha identificato un gruppo di composti organici, chiamati indoli, come mediatori principali di questa interazione tra intestino e cervello. Gli indoli sono strutturalmente simili alla serotonina, il neurotrasmettitore che regola l’umore.

Un aspetto cruciale è che gli indoli prodotti dai batteri intestinali hanno la capacità di attraversare la barriera emato-encefalica, consentendo loro di influenzare direttamente l’attività cerebrale.

Quando i topi privi di microbi hanno ricevuto acqua potabile arricchita con indoli, l’attività neuronale nell’amigdala è diminuita e i comportamenti ansiosi sono stati attenuati. Questa scoperta suggerisce che i metaboliti microbici potrebbero svolgere un ruolo essenziale nel mantenimento dell’equilibrio emotivo.

Il ruolo evolutivo dell’ansia

Secondo Sven Pettersson, coautore dello studio, la risposta ansiosa ha radici evolutive profonde. Alla nascita, i mammiferi affrontano un cambiamento fisiologico fondamentale: la fame diventa una sensazione cruciale per la sopravvivenza, rappresentando una prima esperienza di ansia.

In questo periodo, i neonati entrano in contatto con il latte materno, che contiene microbi in grado di produrre indoli. Questa esposizione precoce ai metaboliti batterici potrebbe modulare la sensibilità allo stress e influenzare il rischio di sviluppare disturbi legati all’ansia.

L’ansia, quindi, non è soltanto un fenomeno psicologico, ma è strettamente connessa a meccanismi fisiologici ed evolutivi che aiutano gli organismi a rispondere agli stimoli ambientali. I metaboliti intestinali, come gli indoli, potrebbero contribuire a regolare queste risposte, garantendo un adattamento equilibrato alle situazioni di stress.

Un nuovo approccio terapeutico?

I disturbi d’ansia sono tra le problematiche di salute mentale più diffuse, ma le terapie attuali presentano numerose limitazioni. Molti pazienti, infatti, non tollerano i farmaci ansiolitici convenzionali o non rispondono adeguatamente ai trattamenti disponibili.

Patrick Tan, vice-decano senior per la ricerca alla Duke-NUS, ha sottolineato che il legame tra microbioma, nutrizione e funzione cerebrale potrebbe aprire la strada a nuove terapie naturali per i disturbi legati allo stress.

Secondo gli studiosi, i probiotici o gli integratori a base di indoli potrebbero rappresentare un’alternativa innovativa e meno invasiva rispetto ai farmaci tradizionali. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per confermare l’efficacia di questi approcci e per comprendere il ruolo esatto dei metaboliti microbici nella regolazione dell’umore.

La crescente consapevolezza del legame tra salute intestinale e benessere mentale potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui vengono affrontati i disturbi d’ansia, offrendo nuove prospettive per il trattamento e la prevenzione.

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