La respirazione liquida potrebbe sembrare un’idea fantascientifica, ma in realtà è un concetto che è stato testato su animali e umani, con l’obiettivo di permettere la respirazione in liquidi ricchi di ossigeno. Questa tecnica, nota come ventilazione liquida parziale, è già utilizzata in ambito clinico per fornire ossigeno ai pazienti durante la ventilazione meccanica. Tuttavia, l’idea di respirare completamente immersi in un liquido presenta ancora molte sfide da superare.
Benefici e potenziali applicazioni
La respirazione liquida potrebbe offrire vantaggi significativi in diversi contesti. Ad esempio, per i subacquei, avere i polmoni riempiti di liquido potrebbe eguagliare la pressione interna con quella esterna, eliminando il rischio di malattia da decompressione, comunemente nota come “bends”. Inoltre, questa tecnica è stata suggerita come possibile soluzione per proteggere gli astronauti dalle forze G eccessive durante l’accelerazione delle navicelle spaziali. Se il corpo umano fosse immerso in un liquido, la forza potrebbe essere distribuita su tutta la superficie del corpo, permettendo di resistere a forze fino a circa 24 G.
Sfide e limitazioni
Nonostante i potenziali benefici, la respirazione liquida presenta ancora molte sfide. Uno dei problemi principali riscontrati negli esperimenti su animali, come gatti e topi, è la difficoltà nell’eliminazione dell’anidride carbonica dal sangue. Inoltre, la sensazione di respirare completamente immersi in un liquido sarebbe estremamente sgradevole, simile alla sensazione di annegamento. Anche l’espansione e la contrazione dei polmoni sarebbe problematica, dato che il corpo non è abituato al lavoro necessario per muovere liquidi più densi all’interno di sé. Per affrontare queste sfide, alcuni hanno suggerito l’idea di attaccare un dispositivo direttamente al flusso sanguigno per rimuovere l’anidride carbonica dal sangue.
La scienza dietro la respirazione liquida
La respirazione liquida non avviene in ossigeno liquido, che diventa tale a temperature di -183°C. Invece, i professionisti medici utilizzano liquidi ricchi di ossigeno come i perfluorocarburi (PFC), che possono supportare lo scambio gassoso polmonare. La ventilazione liquida parziale prevede una piccola quantità di liquido, che viene principalmente eliminata tramite evaporazione. Tuttavia, la respirazione completamente immersa in un liquido richiederebbe assistenza per eliminare l’anidride carbonica.
La ricerca e i test
I test sulla respirazione liquida sono stati condotti su mammiferi, alcuni dei quali sono sopravvissuti per settimane. Questi esperimenti hanno dimostrato che la ventilazione liquida completa potrebbe essere possibile, ma il passaggio alla respirazione normale si è rivelato fatale per molti soggetti. Inoltre, la rimozione dell’anidride carbonica dal sangue è risultata essere un problema significativo.
Implicazioni future
Creare un nuovo modo di respirare sott’acqua non è una preoccupazione urgente al momento, ma la respirazione liquida potrebbe diventare una soluzione importante per affrontare problemi futuri, come le forze G eccessive per gli astronauti. Sebbene le sfide attuali siano insormontabili, la ricerca continua per trovare modi per rendere questa tecnica sicura ed efficace per l’uso umano.
In conclusione, la respirazione liquida rimane un’area di ricerca affascinante con potenziali applicazioni rivoluzionarie. Tuttavia, prima che possa diventare una realtà pratica per l’uomo, sono necessari ulteriori studi e sviluppi per superare le numerose sfide che questa tecnica presenta.