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Una frattura nell’“osso cosmico”: la Via Lattea sotto i raggi X

By Valeria Mariani
Published 8 Maggio 2025
3 Min Read
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Un filamento galattico lungo 230 anni luce mostra segni di impatto

Una struttura filiforme al centro della Via Lattea, nota come G359.13142-0.20005 (più semplicemente G359.13 o il Serpente), è stata recentemente protagonista di un’osservazione sorprendente da parte dell’Osservatorio a raggi X Chandra della NASA. Immaginato attraverso una combinazione di dati radio e a raggi X, questo colossale “osso cosmico” sembra mostrare una vera e propria frattura, causata — secondo i ricercatori — da un violento impatto con una pulsar.

 

Dati combinati da tre osservatori per svelare un’anomalia

L’immagine ottenuta integra i dati dell’array radio MeerKAT in Sudafrica, del Very Large Array nel Nuovo Messico e quelli ad alta energia forniti da Chandra. La sovrapposizione di questi dataset rivela un’interruzione nel filamento, ben visibile poco oltre un terzo della sua lunghezza. I ricercatori attribuiscono questa “lesione” al passaggio di una stella di neutroni in rapida rotazione, ovvero una pulsar, che avrebbe colpito il filamento a una velocità compresa tra 1,6 e 3,2 milioni di chilometri all’ora.

 

Cosa sono questi “ossi cosmici”?

Sebbene il termine “osso” evochi una struttura biologica, in realtà si tratta di un filamento radio modellato dai campi magnetici del centro galattico. La loro forma allungata e spettrale ricorda per analogia uno scheletro, ma sono costituiti da plasmi e radiazione magnetica. Il Serpente è uno dei filamenti galattici più lunghi e luminosi mai rilevati, estendendosi per circa 230 anni luce e situato a una distanza di circa 26.000 anni luce dalla Terra.

 

L’effetto della pulsar: un impatto devastante sul campo magnetico

Secondo l’analisi, pubblicata nel numero di maggio 2024 delle “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” (https://academic.oup.com/mnras), la pulsar, per la sua densità estrema, avrebbe facilmente interrotto il campo magnetico che struttura il filamento, generando quella che appare oggi come una frattura visibile nei dati. Le stelle di neutroni sono oggetti compatti e pesantissimi: un solo cucchiaino di materia da una pulsar peserebbe miliardi di tonnellate sulla Terra.

 

Riparazione cosmica lenta, ma possibile

A differenza di una frattura ossea terrestre, l’Universo non ha bende o gessi. Tuttavia, le dinamiche del plasma e dei campi magnetici nel centro galattico sono tali che è plausibile una “ricomposizione” naturale della struttura nel corso di migliaia o milioni di anni. Questo evento non solo rivela l’interazione tra pulsar e filamenti, ma potrebbe aprire nuove strade nello studio dell’astrofisica ad alta energia.

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