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Stella condannata: distruzione imminente attorno al buco nero Ansky

By Valeria Mariani
Published 15 Maggio 2025
4 Min Read
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Un corpo celeste destinato alla fine: cosa sta accadendo in LEDA 3091738

Nel cuore della galassia LEDA 3091738, distante circa 300 milioni di anni luce, si sta verificando uno degli eventi più drammatici mai osservati nell’universo: una stella orbitante attorno al buco nero supermassiccio soprannominato Ansky si sta lentamente avvicinando al proprio destino finale. Il sistema, rilevato per la prima volta nel 2019 dal Zwicky Transient Facility sul telescopio Samuel Oschin dell’Osservatorio Palomar in California, ha iniziato a manifestare eruzioni quasi-periodiche di raggi X, fenomeni rari e potentissimi noti come QPE (quasi-periodic eruptions).

 

Ansky: il buco nero più energico tra le sorgenti QPE conosciute

Il nome Ansky deriva dalla designazione tecnica ZTF10acnsky. A oggi, solo otto sorgenti QPE sono state identificate in tutto l’universo, ma Ansky si distingue per l’intensità delle sue esplosioni di raggi X, le più potenti mai registrate in questa categoria. Queste eruzioni avvengono ogni 4,5 giorni, durano circa 36 ore e si ripetono con una regolarità impressionante.

 

Le osservazioni condotte da un team guidato da Joheem Chakraborty, dottorando presso il Massachusetts Institute of Technology, sono state effettuate grazie allo strumento NICER (Neutron star Interior Composition Explorer), posizionato all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale, in sinergia con il telescopio XMM-Newton dell’Agenzia Spaziale Europea.

 

Una spirale di distruzione: la stella viene consumata lentamente

L’origine delle QPE risiede nel fatto che la stella in questione attraversa ripetutamente il disco di accrescimento del buco nero, una struttura a forma di ciambella di gas incandescente che ruota attorno ad Ansky. Ogni passaggio provoca onde d’urto che riscaldano il gas del disco, generando così l’espulsione violenta di materiale e l’emissione di raggi X.

 

La dinamica è estremamente delicata: ad ogni transito, la stella perde parte della propria energia orbitale, costringendola ad avvicinarsi progressivamente al buco nero. Questo meccanismo, secondo i calcoli, potrebbe portare alla completa distruzione della stella entro cinque o sei anni, a meno che la sua massa non sia superiore a quella del Sole, nel qual caso potrebbe sopravvivere per un periodo più lungo.

 

Il ruolo del disco di accrescimento: una struttura fuori dal comune

Secondo Lorena Hernández-García, dell’Università di Valparaíso e del progetto TITANS, il disco che circonda Ansky sarebbe più esteso rispetto a quelli osservati in altri sistemi QPE, permettendo l’interazione anche con oggetti più distanti. Questo spiegherebbe i tempi più lunghi tra un’esplosione e l’altra, rendendo Ansky un laboratorio unico per lo studio di questi fenomeni.

 

Un laboratorio cosmico per lo studio dei QPE

Il team di Chakraborty ha seguito Ansky con una precisione senza precedenti, monitorando le sue emissioni fino a 16 volte al giorno tra maggio e luglio 2024, colmando eventuali lacune con i dati raccolti da XMM-Newton. I risultati confermano che ogni passaggio della stella attraverso il disco espelle una massa pari a quella di Giove a velocità fino al 15% della velocità della luce, un’energia titanica che illustra l’enorme scala di questi eventi cosmici.

 

Il conto alla rovescia per la distruzione di una stella è iniziato

Con l’intensificarsi delle QPE nei prossimi anni, gli astronomi potranno calcolare con maggiore precisione la massa della stella compagna e prevedere il momento esatto in cui verrà inghiottita dal buco nero, una rarissima occasione per osservare la distruzione di una stella in tempo reale. Secondo Chakraborty, “siamo solo all’inizio della comprensione dei QPE. È un’epoca affascinante, perché stiamo sviluppando nuovi strumenti concettuali per interpretare questi eventi.”

 

I risultati dello studio sono stati pubblicati il 6 Maggio 2025 su The Astrophysical Journal (https://iopscience.iop.org/article/10.3847/1538-4357/ad33b7).

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