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Ad PremiereNews

Scoperta in Austria una mummia del ‘700 con imbalsamazione rettale

By Valeria Mariani
Published 5 Maggio 2025
4 Min Read
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Una mummificazione unica nel cuore d’Europa

Quando si parla di mummie, il pensiero corre subito all’antico Egitto, alle sue sabbie dorate e alle tombe nascoste sotto le Piramidi. Tuttavia, in una cripta della chiesa di St. Thomas am Blasenstein, in Alta Austria, è emersa una testimonianza sorprendente: il corpo straordinariamente conservato di un vicario parrocchiale, Franz Xaver Sidler von Rosenegg, morto nel 1746. Questo ritrovamento, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Medicine, ha gettato nuova luce su metodi di imbalsamazione sconosciuti.

 

La tecnica posteriore: un’imbalsamazione attraverso il retto

Gli studiosi della Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera hanno rivelato che lo straordinario stato di conservazione del corpo non è dovuto a condizioni climatiche naturali, ma a una procedura artificiale alquanto inconsueta: l’introduzione di trucioli di legno, ramoscelli e tessuti nell’addome attraverso il retto, accompagnata dall’uso di cloruro di zinco, una sostanza dotata di potente effetto disidratante.

 

Questo approccio rettale rappresenta una rarità documentaria, ma i ricercatori suggeriscono che potrebbe essere stato più diffuso di quanto si pensasse. In molti casi, infatti, la decomposizione naturale potrebbe aver cancellato le tracce visibili di simili interventi.

 

Un corpo imbottito e disidratato chimicamente

Le analisi hanno confermato che la cavità addominale e pelvica della mummia era stata riempita con materiali assorbenti in grado di rimuovere l’umidità corporea. Il cloruro di zinco — identificato tramite test tossicologici — ha giocato un ruolo chiave, garantendo una mummificazione interna efficace senza la necessità di aprire il torace o altri distretti corporei maggiori.

 

Identificazione e analisi del vicario Sidler

La conferma dell’identità del defunto è giunta solo dopo un’approfondita indagine scientifica che ha combinato datazione al radiocarbonio, scansioni TAC e analisi isotopiche. Queste metodologie hanno anche permesso di ricostruire aspetti significativi della vita quotidiana del sacerdote.

 

Il suo regime alimentare era basato principalmente su cereali dell’Europa centrale, prodotti animali e pesce d’acqua dolce. L’analisi dello scheletro, privo di marcatori di stress fisico, indica uno stile di vita tipico di un ecclesiastico, probabilmente sedentario. I ricercatori hanno anche trovato segni di tubercolosi avanzata e tracce compatibili con il consumo di tabacco.

 

Il mistero della sfera di vetro e della sepoltura insolita

Durante l’esame del corpo è emersa una curiosa anomalia: una piccola sfera di vetro forata su entrambe le estremità, ritrovata nella cavità addominale. Al momento, la sua funzione resta ignota. Gli esperti non sono certi se si tratti di un oggetto rituale o se sia finita nel corpo per errore durante il processo di imbalsamazione.

 

Resta inoltre inspiegabile il motivo per cui il vicario sia stato sepolto nella cripta di quella chiesa, invece che nella sua abbazia d’origine. Secondo l’ipotesi formulata da Andreas G. Nerlich, uno degli autori dello studio, è possibile che fosse previsto un trasferimento della salma, che però non si concretizzò per motivi sconosciuti.

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