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Marte non salverà l’umanità: la risposta dell’astronauta a Musk

By Mirko Rossi
Published 9 Maggio 2025
4 Min Read
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Le ambizioni di Elon Musk per Marte come “piano B” dell’umanità

Elon Musk, fondatore e CEO di SpaceX, continua a sostenere con forza la necessità di rendere Marte una colonia autosufficiente, descrivendolo come una sorta di assicurazione sulla vita per la specie umana. Nelle sue dichiarazioni a Fox News, Musk ha ribadito che l’umanità deve prepararsi a diventare multi-planetaria, soprattutto in vista dell’inevitabile estinzione della vita sulla Terra dovuta all’evoluzione del Sole.

 

Secondo Musk, l’espansione del Sole in gigante rosso, prevista tra circa sei miliardi di anni, potrebbe inghiottire la Terra o renderla comunque inabitabile. Marte, essendo più lontano, potrebbe avere qualche possibilità in più di sopravvivenza, diventando una sorta di arca della civiltà umana. Ma il progetto richiederebbe secoli, e la vera sfida non è piantare bandiere, ma costruire un’intera città capace di reggersi in piedi senza aiuti terrestri.

 

Il parere degli esperti e le evidenze scientifiche

Le osservazioni astronomiche confermano in parte le preoccupazioni di Musk. La NASA spiega che quando stelle come il Sole esauriscono l’idrogeno, il loro nucleo collassa e si riscalda, fondendo elio in carbonio, il che porta alla formazione di un’enorme gigante rossa. Questo processo potrebbe spingere l’atmosfera solare fino a 1-2 Unità Astronomiche (UA), una misura che equivale alla distanza media tra la Terra e il Sole.

 

Se la Terra dovesse mantenere la sua orbita attuale, potrebbe venire inglobata dal Sole. Tuttavia, anche Marte, a circa 1,5 UA, rischia di subire un aumento delle temperature tale da renderlo comunque invivibile. L’astrofisico Keming Zhang dell’Università della California a San Diego sottolinea che non esiste consenso scientifico su quale sarà il destino finale del nostro pianeta: potrebbe sopravvivere, ma anche essere vaporizzato.

 

Come spiegato anche da Jessica Lu, docente dell’UC Berkeley, un eventuale pianeta sopravvissuto alla fase di gigante rossa non garantisce la stessa sorte alla Terra. Inoltre, prima ancora che il Sole diventi una minaccia diretta, l’effetto serra fuori controllo potrebbe far evaporare gli oceani nel giro di un miliardo di anni.

 

La risposta dell’ex astronauta Mark Kelly: “Terra a Elon”

La visione apocalittica di Musk non ha convinto tutti. Tra i critici più diretti, spicca la voce di Mark Kelly, ex astronauta della NASA e attuale senatore degli Stati Uniti, che ha commentato ironicamente su X (ex Twitter):
“Terra a Elon: Se siamo inceneriti, lo è anche Marte.”

 

Kelly sottolinea come la priorità non dovrebbe essere la colonizzazione di un pianeta potenzialmente inabitabile e inaccessibile, ma piuttosto la salvaguardia dell’ambiente terrestre. Paragonando la situazione a qualcuno che sfoglia brochure di immobili sottomarini mentre la propria casa va a fuoco, Kelly critica la logica di rimandare investimenti urgenti per la sostenibilità ambientale terrestre, concentrandosi invece su progetti di fuga cosmica ancora teorici.

 

L’assicurazione per la vita… o per l’ego?

L’idea di Musk, seppur visionaria, appare a molti come un futuro remoto e ipotetico, buono più per la speculazione filosofica che per un piano pratico a breve termine. Sebbene la ricerca spaziale e l’esplorazione interplanetaria siano cruciali per l’avanzamento scientifico, l’urgenza climatica e sociale che affligge oggi la Terra sembra richiedere un impiego più strategico delle risorse.

 

La domanda che riecheggia, dunque, non è se dovremmo andare su Marte, ma quando e a quale costo per il nostro presente.

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