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La Palma, il rischio tsunami da frana vulcanica. Cosa accadrebbe

By Antonio Lombardi
Published 7 Maggio 2025
4 Min Read
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Contents
Come vengono simulati i potenziali tsunami da collasso a La PalmaLe tecnologie e i software utilizzati per i nuovi modelliRisultati dei modelli più aggiornati sulla frana di Cumbre ViejaL’importanza delle simulazioni nella gestione del rischio

Come vengono simulati i potenziali tsunami da collasso a La Palma

La scienza moderna si avvale oggi di modelli matematici sofisticati per analizzare il possibile impatto di una frana vulcanica sull’isola di La Palma e la conseguente generazione di onde di tsunami. Questi strumenti combinano dati geologici, sismologici e oceanografici con potenti algoritmi numerici, offrendo proiezioni più accurate rispetto alle simulazioni più allarmistiche del passato.

Il processo di simulazione avviene generalmente in tre fasi fondamentali:

  • Analisi della frana: si valuta la quantità di materiale instabile, la velocità e la modalità di collasso.
  • Trasferimento di energia all’oceano: si studia come il movimento della massa franato trasferisce energia all’acqua marina.
  • Propagazione dell’onda: si modella il viaggio dell’onda attraverso l’oceano, tenendo conto della batimetria (profondità del fondale), della curvatura terrestre e delle interazioni costiere.

I modelli più avanzati oggi utilizzano metodi di fluidodinamica computazionale (CFD), in particolare:

  • Navier-Stokes a superficie libera per simulare il comportamento delle onde marine.
  • Modelli di frana a elementi discreti che rappresentano i singoli blocchi di roccia scivolati.
  • Algoritmi di propagazione non lineare per tracciare l’evoluzione delle onde su grande distanza.

Le tecnologie e i software utilizzati per i nuovi modelli

Tra i principali strumenti utilizzati troviamo:

  • TSUNAMI-N2: sviluppato da istituti come l’Università di Tokyo, è un modello in grado di simulare onde di tsunami generate da terremoti o frane, utilizzando equazioni di acque poco profonde.
  • Geoclaw: sistema open-source che permette simulazioni di tsunami a larga scala con elevata precisione.
  • FUNWAVE-TVD: modello numerico non idrostatico particolarmente efficace per simulare tsunami generati da movimenti sottomarini complessi come quelli dovuti a frane.
  • OpenFOAM: framework di fluidodinamica che consente simulazioni tridimensionali ad altissima risoluzione di interazioni fluido-struttura.

Questi software sono alimentati da dati ottenuti da:

  • Misurazioni radar satellitari (come quelle della missione Sentinel-1 dell’ESA).
  • Rilevamenti GPS ad alta precisione.
  • Monitoraggio sismico e analisi delle onde acustiche sottomarine.

Risultati dei modelli più aggiornati sulla frana di Cumbre Vieja

Le simulazioni numeriche più aggiornate, come quelle presentate in studi pubblicati su Scientific Reports (fonte: Scientific Reports), mostrano che:

  • In caso di frana parziale, le onde di tsunami genererebbero onde alte tra 5 e 25 metri lungo le coste più vicine, come Marocco, Mauritania e isole caraibiche.
  • Gli effetti su Europa e Nord America sarebbero notevolmente attenuati, con onde di 1-2 metri dopo alcune ore di propagazione.
  • Un collasso totale da 500 km³, come ipotizzato nelle prime teorie, produrrebbe onde iniziali alte oltre 300 metri, ma una tale eventualità è ritenuta oggi estremamente improbabile.

I modelli indicano anche che l’onda si dissiperebbe gradualmente con la distanza, mentre fattori come la topografia sottomarina e la configurazione delle coste influenzerebbero in modo sostanziale la gravità dell’impatto.

 

L’importanza delle simulazioni nella gestione del rischio

Grazie a questi modelli, le autorità delle isole Canarie, del Ministero della Transizione Ecologica spagnolo e di vari centri oceanografici internazionali sono in grado di:

  • Redigere piani di evacuazione preventiva.
  • Sviluppare sistemi di allerta tsunami più rapidi e precisi.
  • Studiare strategie per la protezione delle infrastrutture critiche nelle zone a rischio.

La ricerca su La Palma rappresenta oggi un caso di studio fondamentale per migliorare la nostra comprensione dei megatsunami da frana vulcanica, un fenomeno raro ma devastante nella storia geologica terrestre.

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