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Scoperta a Dorchester: Flagstones potrebbe riscrivere la storia di Stonehenge

By Paola Belli
Published 9 Aprile 2025
4 Min Read
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Contents
Un cerchio di pietre dimenticato cambia la cronologia dei monumenti preistorici britanniciFlagstones: un enigma neolitico svelatoUn monumento ibrido tra due epocheRituali di morte e memoriaSomiglianze con Stonehenge: coincidenza o eredità?La spiritualità perduta di un’epoca remota

Un cerchio di pietre dimenticato cambia la cronologia dei monumenti preistorici britannici

Nel cuore del Dorset, nascosto sotto il terreno per millenni, Flagstones emerge come uno dei più antichi monumenti cerimoniali conosciuti in Gran Bretagna. Grazie a una recente datazione al radiocarbonio, questo sito preistorico sta ribaltando le certezze consolidate sulla cronologia dei celebri cerchi di pietre, incluso Stonehenge.

Flagstones: un enigma neolitico svelato

La datazione aggiornata colloca la costruzione del cerchio principale di Flagstones attorno al 3200 a.C., rendendolo di almeno due secoli più antico di quanto si pensasse. Alcune tracce umane, legate alla scavatura delle fosse, risalgono addirittura al 3650 a.C. Questo dato trasforma Flagstones nel più antico cerchio di pietre conosciuto sul suolo britannico, precedendo la costruzione iniziale di Stonehenge, datata circa al 2900 a.C.

Questa cronologia apre una domanda affascinante: e se Stonehenge fosse stato ispirato proprio da Flagstones? Oppure è possibile che anche le nostre stime su Stonehenge debbano essere riviste?

Un monumento ibrido tra due epoche

A livello architettonico, Flagstones si distingue per le sue caratteristiche ibride. Si presenta come un recinto circolare con fossato, contenente sepolture, cremazioni e imponenti blocchi di sarsen – gli stessi utilizzati a Stonehenge. Questo mix lo colloca a metà tra i più antichi recinti con fossati interrotti e i successivi henges, rendendolo una sorta di ponte culturale tra due epoche neolitiche.

L’archeologa Susan Greaney sottolinea come questa nuova datazione aiuti finalmente a collocare Flagstones in una sequenza cronologica coerente, offrendo un tassello mancante nello sviluppo dei riti cerimoniali del Neolitico.

Rituali di morte e memoria

Il sito ha restituito resti umani, in particolare ossa bruciate e sepolture infantili, che indicano una funzione cerimoniale e funeraria. In un caso, una sepoltura risalente a circa il 2200 a.C. – mille anni dopo la costruzione del cerchio – mostra la persistente rilevanza del sito nella memoria collettiva delle comunità locali. Questo suggerisce che Flagstones fosse molto più di un semplice monumento: probabilmente era un luogo sacro, connesso a idee complesse sul ciclo della vita, della morte e forse della rinascita.

Somiglianze con Stonehenge: coincidenza o eredità?

Alcuni elementi di Flagstones – come la presenza dei sarsen e le fosse circolari con resti cremati – richiamano da vicino Stonehenge, suggerendo che il sito di Dorchester potrebbe aver influenzato la concezione di quest’ultimo. Se così fosse, la narrazione di Stonehenge come capolavoro isolato dell’architettura preistorica si arricchirebbe di una dimensione più articolata, fatta di evoluzioni e reinterpretazioni di modelli preesistenti.

Questa scoperta potrebbe stimolare un riesame delle tecniche e dei motivi culturali che portarono alla creazione di Stonehenge, trasformando la visione del Neolitico da un periodo statico a una fase dinamica di innovazione simbolica.

La spiritualità perduta di un’epoca remota

Alla base di tutto, Flagstones offre una rara finestra sulla vita spirituale delle popolazioni neolitiche. La trasformazione da strutture rettangolari a forme circolari, e da sepoltura a cremazione, riflette probabilmente profondi cambiamenti culturali e simbolici. È plausibile che questi mutamenti siano legati a nuove concezioni del sacro, del tempo ciclico e del rapporto con gli antenati.

L’archeologia non può rispondere a tutto, ma ciò che oggi emerge dal sottosuolo di Dorchester parla di comunità connesse attraverso la ritualità, la memoria e un profondo senso del mistero. Una spiritualità che sopravvive nella pietra, ma che resta in gran parte indecifrabile.

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