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Registrati i canti delle balene a 350 metri nell’oceano Antartico

By Stefania Romano
Published 20 Aprile 2025
4 Min Read
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Scienziati recuperano dati acustici unici dal profondo Stretto di Gerlache

Nel cuore dell’Oceano Antartico, al largo dello Stretto di Gerlache, la bioacustica ha aperto nuove frontiere nella comprensione del comportamento delle balene con fanoni, grazie alla determinazione della ricercatrice Heidi Ahonen, affiliata all’Istituto Polare Norvegese. Equipaggiata con un semplice zodiac e supportata da un team internazionale, ha riportato in superficie tre registratori acustici noti come SoundTrap, progettati per captare per un anno intero i suoni marini a oltre 350 metri di profondità.

 

L’ambiente sonoro sottomarino: uno scrigno di dati preziosi

Il progetto, finanziato dal Fondo di Ricerca sulla Fauna Selvatica Antartica, ha previsto il posizionamento di idrofoni in tre punti strategici, tra lo Stretto di Gerlache e lo Stretto di Bransfield, nel Mare di Weddell. Questi dispositivi hanno registrato sequenze acustiche ogni ora, rivelando vocalizzazioni di megattere, il fruscio del ghiaccio marino in movimento, e le tracce sonore lasciate dalle navi da crociera e dalle imbarcazioni da pesca del krill.

 

Secondo Ahonen, la qualità delle registrazioni ha superato ogni aspettativa: “Ha davvero una buona qualità”, ha affermato dopo aver ascoltato i primi suoni registrati. Ogni registratore ha archiviato oltre 7.000 clip audio, ognuna della durata di cinque minuti, creando un archivio sonoro inedito sull’ecologia acustica dell’Antartide.

 

Un conflitto silenzioso: balene contro pesca del krill

Le ricerche si sono concentrate su una questione chiave: la sovrapposizione tra la presenza delle balene e l’attività di pesca industriale del krill, un minuscolo crostaceo di cui questi cetacei si nutrono in grandi quantità. L’industria del krill, che serve mercati globali con prodotti come olio Omega-3, mangimi per pesci e alimenti per animali, preleva legalmente fino a 620.000 tonnellate di biomassa ogni anno nell’area detta “area 48”.

 

Tuttavia, l’assenza di restrizioni spaziali dopo il fallimento di un nuovo accordo nella riunione annuale della CCAMLR a Hobart nel 2024 ha sollevato gravi preoccupazioni tra i ricercatori, come Andrew Lowther, ecologo marino e collega di Ahonen. “Stiamo ancora usando tecniche di monitoraggio del 1982 per risolvere un problema del 2025,” ha dichiarato.

 

Il ruolo cruciale del krill nella catena alimentare e nel clima

Le popolazioni di pinguini, come i Chinstrap e gli Adélie, insieme a foche granchiatrici e megattere, dipendono fortemente dal krill. Cambiamenti climatici, scioglimento dei ghiacci e pesca intensiva hanno già alterato la loro disponibilità, secondo ricerche citate da organismi come il British Antarctic Survey e il World Wide Fund for Nature.

 

Il krill non solo sostiene l’ecosistema marino, ma è anche fondamentale nel ciclo del carbonio oceanico, favorendo la sequestrazione dell’anidride carbonica fino a 100 anni grazie alla loro attività biologica.

 

Crociere come laboratori mobili: turismo e scienza si incontrano

La missione è stata possibile anche grazie alla collaborazione con HX Expeditions, proprietaria della nave da crociera ibrida MS Roald Amundsen. Le crociere in Antartide hanno ospitato 87 scienziati nel 2024, offrendo logistica e alloggi per le ricerche. Iniziative di citizen science hanno coinvolto i turisti in progetti su fitoplancton, osservazioni climatiche e analisi del krill vivo, contribuendo attivamente alla raccolta dati.

 

Durante l’ultima fase della spedizione, Ahonen ha fatto ascoltare agli ospiti a bordo registrazioni autentiche di megattere, facendo vibrare i ponti della nave con suoni profondi e misteriosi: un promemoria acustico della resilienza della natura e del fragile equilibrio della vita marina antartica.

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