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Perché i piloti di Formula 1 vengono pesati dopo ogni gara

By Paola Belli
Published 7 Aprile 2025
4 Min Read
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Contents
Quanto sudano davvero i piloti?E se devono andare in bagno?Ma perché pesarli?Una questione anche di strategiaNon solo show, ma scienza e resistenza

Ogni volta che una gara di Formula 1 si conclude, tra i momenti meno spettacolari ma più curiosi c’è il pesaggio dei piloti. E no, non è una misura per calcolare quanto hanno mangiato durante il weekend, ma un passaggio tecnico fondamentale. Un po’ come al mercato, ma con tute ignifughe e caschi pieni di sudore.

Quanto sudano davvero i piloti?

L’immagine del pilota di F1 come atleta seduto potrebbe trarre in inganno. In realtà, durante una gara può perdere fino a 4 kg di peso corporeo. Questo accade per via dell’estremo stress fisico, dell’alta temperatura nell’abitacolo (in certi casi oltre i 50°C), e del fatto che il sistema di raffreddamento è minimo: l’aerodinamica è pensata per far correre l’auto, non per il comfort del pilota.

Un esempio lampante è il Gran Premio di Singapore, una delle gare più calde e umide del calendario. Qui, i piloti sudano letteralmente litri, perdendo in media tra 3 e 4 litri di liquidi in meno di due ore. E no, non hanno il tempo di fermarsi a bere una bottiglietta d’acqua tra un pit stop e l’altro.

E se devono andare in bagno?

Sì, può succedere anche ai migliori. Nonostante un’attenta pianificazione dell’idratazione, capita che i piloti debbano urinare durante la gara. Come ha raccontato l’ex pilota Mark Webber, a volte non c’è alternativa. Le tute non hanno zip o accessi rapidi (per ovvi motivi), e quindi può capitare che lo facciano… in corsa.

Questa necessità fisiologica non è solo un momento imbarazzante: rappresenta anche una parte del motivo per cui il peso del pilota può variare nel corso della gara.

Ma perché pesarli?

La FIA (l’organo di governo della Formula 1) impone un peso minimo combinato tra auto e pilota. Attualmente, il regolamento prevede che auto e pilota insieme debbano pesare almeno 798 kg. Se il pilota pesa meno del minimo fissato (80 kg), si aggiungono zavorre sull’auto per bilanciare il totale. Questo garantisce equità tra piloti di corporatura diversa.

Il motivo per cui si effettua un secondo controllo dopo la gara è duplice:

  • Verificare che il pilota non abbia perso troppi liquidi, per motivi di salute e sicurezza.
  • Assicurarsi che il peso totale rimanga nei limiti regolamentari, evitando che qualcuno possa trarre vantaggio da un’auto più leggera.

Una questione anche di strategia

Il peso gioca un ruolo fondamentale nella prestazione dell’auto. Più peso significa più consumo di gomme, meno agilità in curva e un consumo maggiore di carburante. È per questo che ogni grammo viene misurato e monitorato attentamente. Anche la zavorra aggiuntiva viene posizionata strategicamente per influenzare la distribuzione dei pesi e il comportamento dell’auto.

In pratica, il corpo del pilota diventa una variabile tecnica come il carburante o la pressione delle gomme. È un dettaglio invisibile durante la corsa, ma cruciale a livello regolamentare.

Non solo show, ma scienza e resistenza

Guardare la Formula 1 non è semplicemente osservare “traffico ad alta velocità”, come ironizzano in molti. Dietro ogni curva affrontata a 300 km/h, c’è un pilota che gestisce lo stress fisico di un atleta, affronta il calore di una sauna con addosso una tuta ignifuga e compie calcoli mentali continui a ogni giro. E sì, a volte si fa anche la pipì addosso.

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