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Nasa: Lucy rivela il corpo di Donald Johanson

By Stefania Romano
Published 23 Aprile 2025
4 Min Read
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Un sorvolo storico: Lucy sfiora l’asteroide Donaldjohanson

La sonda spaziale Lucy della NASA, lanciata nell’Ottobre 2021, ha compiuto un passo decisivo nella sua missione di esplorazione del sistema solare primordiale, catturando le prime immagini ravvicinate dell’asteroide 52246 Donaldjohanson. Questo sorvolo spettacolare, avvenuto il 20 Aprile 2025, ha rivelato una morfologia sorprendentemente articolata, confermando teorie sull’origine composita del corpo celeste.

 

L’origine binaria dell’asteroide: due lobi fusi in un unico corpo

Il piccolo asteroide, battezzato in onore dell’antropologo Donald Johanson, scopritore del celebre fossile di Lucy in Etiopia, si è rivelato un oggetto bilobato, formato dalla fusione di due corpi più piccoli. Le immagini acquisite dalla camera L’LORRI (Long-Range Reconnaissance Imager) mostrano chiaramente un “collo” stretto tra i due lobi, un dettaglio che ricorda altre strutture binarie come quella di 67P/Churyumov-Gerasimenko, esplorata dalla sonda Rosetta dell’ESA.

 

Dimensioni e rotazione: un gigante lento

Contrariamente alle stime precedenti, Donaldjohanson misura circa 8 chilometri in lunghezza e 3,5 chilometri nel punto più largo. La sua rotazione è estremamente lenta, stimata in circa quattro anni terrestri, un dato sorprendente che distingue questo oggetto dalla maggior parte degli asteroidi, noti per la loro rotazione rapida. Il movimento apparente nelle immagini è invece dovuto alla velocità della sonda, che ha sorvolato l’asteroide a circa 13,4 chilometri al secondo, a una distanza minima di 960 chilometri.

 

Geologia inattesa: indizi sulle origini del sistema solare

Secondo Hal Levison, ricercatore principale della missione presso il Southwest Research Institute, la geologia dell’asteroide è molto più complessa di quanto previsto. Le superfici irregolari, le variazioni di luminosità e la struttura bilobata suggeriscono un passato turbolento, segnato da collisioni e aggregazioni. L’asteroide potrebbe essere un frammento sopravvissuto a una collisione avvenuta circa 150 milioni di anni fa, testimone diretto di un’epoca cruciale per la formazione dei pianeti.

 

In attesa dei dati completi: un assaggio delle meraviglie troiane

Le immagini diffuse finora coprono solo una porzione del corpo celeste, dato che l’asteroide è più grande del campo visivo dell’imager. Il team scientifico prevede che saranno necessari diversi giorni per scaricare e processare l’intero pacchetto di dati, che offrirà una visione tridimensionale completa dell’oggetto.

 

Prossima tappa: l’incontro con gli asteroidi troiani

Dopo questa storica ricognizione, Lucy prosegue il suo viaggio attraverso la cintura principale di asteroidi verso la sua destinazione finale: lo sciame di asteroidi troiani di Giove. Il primo incontro con il sistema Eurybates–Queta è previsto per Agosto 2027, aprendo una finestra unica sulla formazione del sistema solare.

 

Le nuove scoperte di Lucy, supportate da immagini ad alta risoluzione e analisi preliminari, sono una dimostrazione dell’efficacia delle moderne missioni interplanetarie e del valore scientifico delle sonde automatiche a lungo raggio. Come affermato da Tom Statler, scienziato del programma Lucy presso la NASA, il potenziale di questa missione nel riscrivere la storia cosmica è immenso.

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