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Alla Prima PaginaNews

Iperdontia: quando i denti in eccesso diventano un problema reale

By Valeria Mariani
Published 18 Aprile 2025
5 Min Read
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Un sorriso troppo affollato: l’iperdonzia spiegata

L’iperdonzia, ovvero la presenza di denti soprannumerari, è una condizione rara ma affascinante che ha colpito figure celebri come Freddie Mercury, Agrippina Minore e persino un antico “vampiro bulgaro”. Il termine deriva dal greco “hyper” (oltre) e “odous” (dente), e definisce una situazione in cui un individuo sviluppa più di 32 denti permanenti, il numero tipico per un adulto.

 

Sebbene nella maggior parte dei casi si tratti di un solo dente supplementare, ci sono situazioni eccezionali in cui possono comparire decine di elementi dentari extra, con conseguenze che vanno dal disagio estetico al dolore cronico e alla disfunzione masticatoria.

 

Tipologie e forme dei denti in eccesso

I denti soprannumerari possono assumere morfologie inusuali. Si possono presentare come denti del tutto normali, oppure con forme atipiche: tuberculati, conici, oppure in forma di odontomi composti o complessi – veri e propri tumori benigni odontogenici, composti da materiale simile ai denti.

 

Anche la posizione influisce sulla classificazione: i mesiodenti, più comuni, crescono vicino agli incisivi centrali superiori. I paramolari e i distomolari si localizzano vicino o dietro i molari. Nessuno di questi supera il 2% di incidenza nella popolazione, secondo gli studi più recenti.

 

Cause genetiche e condizioni associate

L’iperdonzia non è una patologia primaria, ma piuttosto un sintomo o una manifestazione accessoria legata a condizioni genetiche rare. Tra queste figurano:

 

  • Sindrome di Gardner
    • Displasia cleidocranica
    • Sindrome di Ehlers-Danlos
    • Malattia di Fabry
    • Palatoschisi

 

Queste condizioni non condividono una comune origine genetica, rendendo difficile prevedere l’insorgenza dell’iperdonzia. Inoltre, esistono casi isolati in cui la causa rimane sconosciuta.

Diagnosi casuali e casi estremi

L’iperdonzia viene spesso scoperta in maniera incidentale, tramite radiografie dentali. In un caso documentato nel 2011, una ragazza di 11 anni presentava 81 denti in totale, inclusi 31 soprannumerari, scoperti casualmente durante un controllo di routine.

 

Questi casi estremi dimostrano quanto l’iperdonzia possa essere asimptomatica e silenziosa, almeno fino a quando non interferisce con la funzione masticatoria o con l’estetica del volto.

 

Trattamenti e impatto sulla salute

Non sempre è necessario intervenire chirurgicamente. Alcune persone convivono senza problemi con i loro denti extra. Tuttavia, quando i denti soprannumerari causano dolore, malocclusione, difficoltà nel parlare o nel masticare, il trattamento di elezione è la rimozione chirurgica.

 

In assenza di complicazioni, il trattamento può essere limitato all’uso di antinfiammatori non steroidei (FANS). Tuttavia, nei casi gravi, può essere necessaria un’ortodonzia complessa, spesso costosa e lunga nel tempo.

 

Le mascelle umane si stanno davvero riducendo?

Una delle teorie più accreditate per spiegare l’attuale aumento di casi di sovraffollamento dentale, pur senza un aumento reale dell’iperdonzia, riguarda l’evoluzione morfologica della mascella.

 

Paul Ehrlich, biologo dell’Università di Stanford, ha spiegato che le mascelle moderne sono notevolmente più piccole rispetto a quelle osservate in crani di solo qualche secolo fa. Questo cambiamento rapido e ambientale, più che genetico, può causare spazi insufficienti anche per i normali 32 denti.

 

L’abitudine a consumare cibi morbidi durante l’infanzia, la scarsa stimolazione masticatoria e la ridotta attività muscolare della mandibola sono tra i fattori che contribuiscono al fenomeno.

 

Iperdontia e società moderna: un paradosso evolutivo

Oggi, avere “troppi denti” può sembrare un difetto, ma in un passato remoto potrebbe essere stato un vantaggio selettivo. Oggi, però, in un contesto di cambiamenti ambientali e alimentari rapidi, la presenza di denti in più può causare problemi significativi e richiedere interventi specialistici.

 

Resta il fatto che, in un’epoca in cui la salute orale è centrale per la qualità della vita, comprendere le radici evolutive e patologiche dell’iperdonzia ci aiuta ad affrontarla con maggiore consapevolezza e senza stigma.

 

Fonti:
Healthline, Cleveland Clinic, Stanford University, Journal of Clinical and Diagnostic Research, American Dental Association.

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