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Allergia alla carne rossa da morso di zecca: nuove specie coinvolte

By Stefano Diaz
Published 17 Aprile 2025
5 Min Read
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Contents
Una reazione allergica innescata da un morso: il caso sorprendente di Cathy RaleyZecche responsabili oltre la Lone Star: i nuovi sospettiMeccanismo e diffusione della sindrome alfa-galConsapevolezza medica ancora limitataEvoluzione geografica e stagione delle zeccheIl ruolo della prevenzione e il futuro della ricerca

Una reazione allergica innescata da un morso: il caso sorprendente di Cathy Raley

Nelle foreste dello Stato di Washington, una biologa della fauna selvatica in pensione, Cathy Raley, ha vissuto un’esperienza che ha cambiato radicalmente la sua quotidianità. Dopo anni passati a fare escursioni con il suo cane Jake, una notte del Giugno 2017, Cathy fu svegliata da orticaria improvvisa e pruriginosa. Pochi giorni dopo, una grave crisi anafilattica la portò d’urgenza in ospedale. Nessuna allergia nota, nessun alimento sospetto. L’unica informazione rilevante: un morso di zecca ricevuto due mesi prima.

Zecche responsabili oltre la Lone Star: i nuovi sospetti

Il dottor William Butler sospettò un caso di sindrome alfa-gal, una reazione allergica al consumo di carne rossa innescata dalla presenza dello zucchero alfa-gal nella saliva delle zecche. Tradizionalmente, questa sindrome è stata collegata alla zecca Lone Star (Amblyomma americanum), diffusa negli Stati del Sud e del Midwest. Tuttavia, Raley vive a ovest delle Montagne Rocciose, fuori dall’areale noto di questa zecca.

Due nuovi studi pubblicati su Emerging Infectious Diseases nel Marzo 2025 aprono una nuova prospettiva: la zecca dai piedi neri occidentale (Ixodes pacificus) e la zecca del cervo (Ixodes scapularis), entrambe presenti in altre regioni degli Stati Uniti, potrebbero scatenare la stessa risposta immunitaria. La conferma arriva anche dalla epidemiologa Hanna Oltean del Dipartimento della Salute dello Stato di Washington, che considera questi casi come prove consistenti di una responsabilità condivisa tra più specie di zecche.

Meccanismo e diffusione della sindrome alfa-gal

Quando alcune zecche infettano l’uomo, rilasciano una molecola di zucchero (galattosio-alfa-1,3-galattosio). L’organismo, in soggetti predisposti, sviluppa una sensibilizzazione immunologica, e l’esposizione successiva attraverso alimenti derivati da mammiferi può portare a sintomi gastrointestinali, orticaria, difficoltà respiratorie e shock anafilattico. La particolarità di questa condizione è che i sintomi insorgono in modo ritardato, anche 4-6 ore dopo il pasto, rendendo complessa la diagnosi.

Secondo Sarah McGill, gastroenterologa della University of North Carolina, la sindrome viene spesso sottovalutata o ignorata dalla comunità medica, richiamando quanto accaduto con la celiachia decenni fa.

Consapevolezza medica ancora limitata

Un’indagine condotta dai CDC di Atlanta e pubblicata nel 2023 da Johanna Salzer ha rivelato che il 42% degli operatori sanitari statunitensi non conosce la sindrome alfa-gal, e quasi la metà non sa quali test utilizzare. Il numero effettivo di casi resta incerto: se ne stimano fino a 450.000 negli Stati Uniti tra il 2010 e il 2022, ma molti potrebbero non essere stati diagnosticati.

Evoluzione geografica e stagione delle zecche

Il fenomeno sembra concentrarsi in regioni del Sud, Midwest e Atlantico Medio, ma l’aumento di casi segnalati nel Pacifico Nord-Occidentale, come quello di Raley, indica una possibile espansione dell’habitat delle zecche. Le osservazioni sul campo indicano una crescente presenza di zecche in zone un tempo libere, come i boschi nei pressi di Olympia, Washington.

Il ruolo della prevenzione e il futuro della ricerca

Attualmente, non esiste cura per la sindrome alfa-gal. Le persone colpite devono evitare rigorosamente la carne rossa e tutti i prodotti contenenti derivati animali, inclusi brodi, salse, gelatine e lardo. Secondo Oltean, la prevenzione dei morsi di zecca è la misura più efficace: indossare abiti chiari e trattati con permetrina, usare repellenti registrati EPA, camminare al centro dei sentieri ed eseguire ispezioni accurate del corpo al rientro dalle aree boschive.

La sindrome alfa-gal, identificata per la prima volta solo nel 2009, è ancora oggetto di studio. Gli scienziati si interrogano su quali meccanismi immunitari la rendano possibile, quale ruolo abbiano i morsi multipli e perché alcune persone non sviluppino mai sintomi pur essendo esposte.

Secondo Salzer, il messaggio più importante da diffondere è chiaro: prevenire il morso è essenziale, non solo per la sindrome alfa-gal ma per tutte le malattie trasmesse dalle zecche, incluse la malattia di Lyme e l’anaplasmosi.

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