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Un vaccino in pillola contro il norovirus dimostra risultati promettenti nella fase iniziale degli studi clinici

By Stefania Romano
Published 16 Marzo 2025
6 Min Read
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Un vaccino orale contro il norovirus, tristemente noto come il virus del vomito invernale, potrebbe rappresentare una svolta nel campo delle malattie infettive stagionali. I primi risultati delle sperimentazioni cliniche indicano che l’assunzione per via orale sotto forma di pillola è non solo efficace, ma anche ben tollerata, soprattutto tra gli anziani, considerati la categoria più a rischio di sviluppare complicazioni serie.

 

Il progetto di Vaxart e la promessa del vaccino orale VXA-G1.1-NN

Il candidato vaccino, denominato VXA-G1.1-NN, è stato realizzato dalla società biotecnologica Vaxart. Questo prodotto sperimentale sfrutta un vettore virale innocuo, il cui compito è trasportare una proteina del norovirus direttamente nell’intestino tenue, stimolando il sistema immunitario a riconoscere e neutralizzare il virus.

 

L’approccio non è del tutto nuovo: esistono precedenti storici per i vaccini orali, come il famoso vaccino antipolio, somministrato per decenni in forma liquida o in compresse, specialmente ai bambini nati tra gli anni ’80 e ’90.

 

Secondo quanto dichiarato sul sito ufficiale di Vaxart, la tecnologia utilizzata permette di ottenere numerosi vantaggi pratici. Il formato orale elimina infatti la necessità di iniezioni, riducendo i rischi legati all’uso degli aghi, semplifica la conservazione, aggirando i problemi legati alla catena del freddo, e stimola una risposta immunitaria robusta sulle superfici mucosali – le prime linee difensive del corpo contro il virus.

 

Perché l’immunità mucosale è la chiave contro il norovirus

Il norovirus è particolarmente difficile da combattere, perché si trasmette principalmente attraverso le mucose di naso e bocca e ne bastano appena 10 particelle per provocare un’infezione. Non è facilmente eliminato con i disinfettanti per le mani, rendendo necessario il lavaggio accurato con acqua e sapone, oppure l’uso di detergenti a base di candeggina per sanificare le superfici.

 

Uno dei punti di forza di VXA-G1.1-NN è la capacità di generare un’immunità proprio sulle barriere mucosali, cioè nei punti esatti dove il virus cerca di entrare nell’organismo. Questo tipo di risposta potrebbe ridurre significativamente la trasmissione, oltre a limitare l’insorgenza dell’infezione stessa.

 

Gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, hanno sottolineato quanto sia importante ottenere un’immunità di barriera, soprattutto per un virus che si diffonde in maniera così aggressiva negli ambienti chiusi, come le scuole, le case di riposo e le navi da crociera.

 

La sperimentazione clinica e i primi dati incoraggianti

Il vaccino in pillola è stato testato su 65 partecipanti di età compresa tra 55 e 80 anni, suddivisi in tre gruppi in base alla dose somministrata: bassa, media e alta, più un gruppo placebo. I volontari sono stati ulteriormente raggruppati per fascia d’età, distinguendo tra i soggetti più giovani (tra 55 e 65 anni) e quelli più anziani (tra 66 e 80 anni).

 

Ogni partecipante ha ricevuto due dosi del vaccino orale, con la seconda somministrazione avvenuta 28 giorni dopo la prima. I risultati ottenuti mostrano un profilo di sicurezza eccellente, senza effetti collaterali gravi, ma ciò che ha sorpreso di più i ricercatori è stata la capacità del vaccino di generare una risposta immunitaria forte.

 

Nel sangue, nella saliva e nelle secrezioni nasali, sono stati rilevati anticorpi specifici contro il norovirus. Inoltre, la risposta mucosale è risultata persistente per almeno 210 giorni, dimostrando che non si tratta di una protezione di breve durata.

 

Immunosenescenza e le difficoltà di proteggere la popolazione anziana

Il sistema immunitario delle persone più anziane subisce un naturale rallentamento, un fenomeno noto come immunosenescenza. Questo rende difficile ottenere una risposta efficace dai vaccini tradizionali. A ciò si aggiunge la complessità del norovirus, che non è un solo ceppo virale, ma una famiglia di virus con molte varianti in circolazione. Tuttavia, i dati ottenuti finora mostrano che il vaccino VXA-G1.1-NN riesce a superare alcune di queste barriere fisiologiche.

 

Per la popolazione più fragile, l’insorgenza di vomito e diarrea severi può portare a disidratazione grave, con esiti potenzialmente letali se non trattati rapidamente. È dunque fondamentale trovare strategie vaccinali capaci di proteggere questi individui.

 

Le prossime fasi: sperimentazioni su larga scala e la seconda generazione del vaccino

Dopo il successo della prima fase di sperimentazione, Vaxart ha annunciato l’avvio di un nuovo studio di Fase 1 per testare una seconda generazione di vaccini orali contro il norovirus.

L’obiettivo è ampliare ulteriormente le possibilità di prevenzione e controllo delle infezioni, soprattutto in un momento in cui si registrano epidemie più intense del solito, come quelle avvenute di recente nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

 

Il vaccino in pillola rappresenta un’innovazione importante, che potrebbe cambiare radicalmente l’approccio alla prevenzione delle malattie virali diffuse per via mucosale.

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