La teoria dell’eccesso di mascolinità
Nel tentativo di comprendere come il mondo sia arrivato alla sua attuale condizione, ci siamo imbattuti in un’ipotesi sociologica che potrebbe offrire una spiegazione. Il giornalista Michael Hobbes, su Bluesky, ha riportato l’attenzione su uno studio pubblicato nel 2013 sull’American Journal of Sociology intitolato “Overdoing Gender: A test of the masculine overcompensation thesis”.
Secondo questa teoria, quando la mascolinità degli uomini viene messa in discussione, essi tendono a reagire con manifestazioni esagerate di virilità. Lo studio ha dimostrato che, se un uomo veniva percepito come poco mascolino, rispondeva con un maggiore sostegno alle gerarchie di potere, esprimeva una forte volontà di dominio e mostrava un’accresciuta propensione alla guerra e all’omofobia.
Ma l’elemento più bizzarro, secondo Hobbes, è un altro: gli uomini che si sentivano minacciati nella loro virilità mostravano un improvviso interesse per l’acquisto di un SUV.
Dalle diete estreme ai duelli tra miliardari
Questa idea fa venire in mente molte situazioni della vita reale. Ad esempio, il cantante James Blunt, in un’intervista al podcast Table Manners di Jessie Ware, ha raccontato che ai tempi del college seguì una dieta esclusivamente a base di carne per affermare la sua virilità e provocare i suoi amici vegani. Il risultato? Scorbuto.
Pensiamo poi a quei personaggi della destra americana che, pubblicamente e senza vergogna, hanno dichiarato di non credere nell’esistenza dell’orgasmo femminile, semplicemente perché non ne avevano mai visto uno.
E infine, il teatro dell’assurdo che ha visto protagonisti Elon Musk e Mark Zuckerberg, impegnati in un’eterna schermaglia su un presunto combattimento in gabbia mai avvenuto. Un’esibizione di testosterone digitale degna di uno studio sociologico.
Forse, quegli scienziati avevano davvero ragione.