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Neuroprotesi e robotica: la nuova frontiera per risvegliare i muscoli paralizzati

By Mirko Rossi
Published 17 Marzo 2025
3 Min Read
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Losanna, 15 Marzo 2025 – Un innovativo connubio tra neuroprotesi impiantate e robotica riabilitativa sta aprendo nuove possibilità per chi soffre di paralisi muscolare dovuta a lesioni del midollo spinale. Una recente sperimentazione clinica condotta presso la Scuola politecnica federale di Losanna (EPFL), sotto la guida del consorzio di ricerca NeuroRestore, ha dimostrato che è possibile riattivare i muscoli paralizzati e migliorare le capacità motorie integrando stimolazione elettrica epidurale con esercizi robotizzati.

 

L’esperimento, descritto in un articolo pubblicato sulla rivista Science Robotics, ha coinvolto cinque pazienti con paraplegia cronica. Gli scienziati hanno impiantato nel loro midollo spinale una sofisticata neuroprotesi in grado di emettere impulsi elettrici sincronizzati, stimolando i neuroni motori in perfetta armonia con i movimenti generati da dispositivi robotici come tapis roulant, esoscheletri e cyclette.

 

Come funziona la stimolazione elettrica biomimetica integrata alla riabilitazione robotica

Il cuore di questa nuova tecnologia è rappresentato dalla stimolazione epidurale biomimetica, progettata per riprodurre i segnali nervosi naturali che regolano il movimento. Grazie a questa strategia, l’attivazione dei muscoli non solo risulta più naturale, ma anche più coordinata rispetto alle tecniche tradizionali.

 

La neuroprotesi, attraverso sensori wireless applicati agli arti, monitora i movimenti in tempo reale, permettendo al sistema di regolare automaticamente la stimolazione elettrica. Questa regolazione istantanea rende i movimenti fluido e sincronizzati, incrementando l’efficacia della terapia.

 

I risultati dello studio: muscoli riattivati e progressi a lungo termine

Durante le sedute di riabilitazione assistita, i pazienti hanno recuperato la capacità di attivare i muscoli paralizzati, riscontrando un miglioramento significativo nelle funzioni motorie volontarie. Alcuni di loro sono riusciti a mantenere questi progressi anche quando la stimolazione elettrica veniva disattivata, segnale di un potenziale recupero duraturo.

 

La tecnologia è stata testata con successo anche al di fuori delle cliniche: i partecipanti hanno utilizzato il sistema per camminare con il deambulatore e andare in bicicletta all’aperto, dimostrando l’applicabilità della terapia in ambienti di vita reale.

 

Il progetto NeuroRestore e il ruolo della Scuola politecnica federale di Losanna

Il progetto è stato sviluppato dal team di NeuroRestore, un consorzio di ricerca internazionale con sede presso l’EPFL di Losanna, che da anni lavora su soluzioni neurotecnologiche per la riabilitazione delle lesioni spinali. L’obiettivo del gruppo è combinare neuroscienze, ingegneria biomedica e robotica per ripristinare la mobilità nei pazienti affetti da paralisi.

 

I risultati ottenuti confermano l’efficacia di un approccio multimodale, in cui la stimolazione neurale e il supporto robotico collaborano per riattivare i circuiti motori compromessi, aprendo la strada a nuove terapie personalizzate per le persone con lesioni del midollo spinale.

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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