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Il misterioso volto di Pink: l’antenato umano più antico d’Europa occidentale emerge ad Atapuerca

By Valeria Mariani
Published 13 Marzo 2025
5 Min Read
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Una ricostruzione digitale ha ridato un volto a quello che potrebbe essere il più antico antenato umano mai rinvenuto in Europa occidentale. Il protagonista di questa scoperta, battezzato con il soprannome di Pink, rappresenta una svolta negli studi sull’evoluzione umana. I frammenti del suo viso – una parte della mandibola sinistra e uno zigomo – sono emersi nel 2022 durante le ricerche nella Sima del Elefante, un’area chiave del complesso archeologico di Atapuerca, situato nella provincia di Burgos, nel nord della Spagna.

 

Un volto che racconta una storia antichissima

Dopo un lungo e complesso lavoro di analisi e ricostruzione, un team internazionale di paleoantropologi ha stabilito che i resti appartengono a un individuo vissuto tra 1,1 e 1,4 milioni di anni fa. La ricostruzione virtuale del volto ha rivelato tratti distintivi: un profilo stretto e piatto, con caratteristiche meno moderne di quelle osservate in altre specie umane coeve. Secondo gli studiosi, l’aspetto di Pink non assomiglia a quello di nessun altro ominide scoperto nello stesso periodo e nella medesima area geografica.

 

Il soprannome Pink e l’omaggio alla spedizione

Il nome Pink è un doppio tributo: richiama il termine spagnolo per “faccia” o “lato” e rende omaggio al celebre album dei Pink Floyd, Dark Side of the Moon. Allo stesso tempo, è un riconoscimento affettuoso alla coordinatrice degli scavi, Rosa Huguet, figura centrale del Progetto Atapuerca.

 

Le affinità con Homo erectus e l’ipotesi di una specie dimenticata

La mandibola di Pink, completa di un molare, mostra somiglianze con l’Homo erectus, specie umana arcaica che fu tra le prime a lasciare l’Africa, a dominare l’uso del fuoco e a creare strumenti litici complessi. Tuttavia, secondo María Martinón-Torres, direttrice del CENIEH e principale ricercatrice del progetto, i resti di Pink appartengono a un esemplare classificato provvisoriamente come Homo affinis erectus (H. aff. erectus). La designazione lascia aperta la possibilità che si tratti di un ramo diverso e meno conosciuto della famiglia umana.

 

Una migrazione dalle steppe orientali europee?

Le analisi condotte suggeriscono che i progenitori di Pink potrebbero aver seguito una via migratoria differente rispetto a quella ipotizzata per altri ominidi. Invece di arrivare dal Nord Africa attraverso lo stretto di Gibilterra, si ipotizza un’origine nell’Europa orientale, come evidenziato dai numerosi reperti archeologici disseminati lungo le antiche rotte migratorie.

 

Gli strumenti di pietra e la vita nella penisola iberica

Nel sito di Sima del Elefante, accanto ai frammenti ossei di Pink, sono stati rinvenuti strumenti in pietra e ossa animali con evidenti segni di macellazione. Questi reperti dimostrano che gli antichi abitanti della penisola iberica erano in grado di costruire strumenti semplici ma efficaci, fondamentali per sfruttare al meglio le risorse disponibili in un ambiente caldo e umido durante il Pleistocene inferiore.

 

Un vuoto cronologico tra Sima del Elefante e Gran Dolina

Gli studiosi del Progetto Atapuerca hanno individuato un gap temporale tra i resti di Pink e quelli di un altro noto ominide, l’Homo antecessor, scoperto nel vicino sito di Gran Dolina. Tale discontinuità, secondo alcuni ricercatori, potrebbe riflettere una fase di depopolazione della penisola iberica, forse dovuta a drastici cambiamenti climatici. Questi eventi potrebbero aver ridotto la presenza di H. affinis erectus, aprendo la strada a nuove ondate migratorie di ominidi.

 

Un collo di bottiglia nella storia evolutiva umana

Le più recenti ricerche genetiche hanno individuato un collo di bottiglia nella diversità umana attorno a 900.000 anni fa, un evento che coincide con un’importante lacuna nei reperti fossili africani ed eurasiatici. Questo scenario solleva interrogativi fondamentali sulla continuità evolutiva degli ominidi in Europa e Africa.

 

La nuova frontiera della ricerca ad Atapuerca

Secondo José María Bermúdez de Castro, co-direttore del Progetto Atapuerca, la scoperta di Pink inaugura una nuova fase entusiasmante per la ricerca. Le campagne di scavo presso la Sima del Elefante continuano con l’obiettivo di svelare ulteriori dettagli sull’origine e sulla diffusione dei primi abitanti umani della penisola iberica.

 

Lo studio che ha presentato al mondo il volto di Pink è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, accendendo i riflettori internazionali su uno dei siti archeologici più straordinari d’Europa.

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