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Terapia genica inalabile per la fibrosi cistica: dopo 24 anni di ricerca, al via la sperimentazione clinica

By Stefania Romano
Published 23 Febbraio 2025
5 Min Read
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Una nuova terapia genica inalabile destinata ai pazienti affetti da fibrosi cistica (FC) ha finalmente raggiunto un traguardo decisivo: è entrata nella Fase I delle sperimentazioni cliniche. Questo primo step coinvolgerà circa 36 pazienti distribuiti in diversi centri di ricerca in Europa, con i primi risultati attesi per l’inizio del 2027.

 

Un passo avanti per migliaia di pazienti nel mondo

Secondo le stime della Cystic Fibrosis Foundation, sono attualmente circa 40.000 le persone che convivono con la fibrosi cistica negli Stati Uniti, mentre a livello globale si raggiunge una cifra di circa 105.000 pazienti. Negli ultimi anni, la qualità della vita e la prospettiva di sopravvivenza per chi è affetto da questa patologia sono migliorate sensibilmente grazie ai nuovi trattamenti disponibili.

 

Dati del Registro della Fibrosi Cistica del Regno Unito, analizzati dalla Cystic Fibrosis Trust, indicano che un bambino nato con la FC nel 2022 potrebbe oggi aspettarsi di vivere almeno fino a 56 anni. Si tratta di un enorme progresso rispetto alle generazioni passate, quando la malattia portava molti pazienti alla morte prima dell’età adulta.

 

L’importanza dei modulatori CFTR e i loro limiti

Per molti malati, il sollievo dai sintomi è stato reso possibile grazie all’uso dei modulatori CFTR, una classe di farmaci sviluppati per correggere il malfunzionamento della proteina CFTR, responsabile della regolazione del trasporto degli ioni cloruro all’interno e all’esterno delle cellule.

 

Nei soggetti affetti da fibrosi cistica, entrambe le copie del gene CFTR presentano mutazioni che impediscono il corretto funzionamento di questa proteina, causando la produzione di muco eccessivamente denso e appiccicoso. Nei polmoni, questo fenomeno può provocare tosse cronica, respiro sibilante e infezioni frequenti, mentre a livello del sistema digestivo può compromettere l’assorbimento dei nutrienti e alterare le funzioni intestinali.

 

Il primo farmaco appartenente a questa categoria, ivacaftor, ha ricevuto l’approvazione della Food and Drug Administration (FDA) nel 2012. Successivamente, sono stati autorizzati altri tre modulatori, fino ad arrivare, nel 2019, alla prima combinazione tripla, nota con i nomi Trikafta o Kaftrio, progettata per una specifica mutazione CFTR presente nel 90% dei pazienti affetti dalla malattia.

 

Un nuovo approccio: la terapia genica inalabile

Nonostante i successi ottenuti con i modulatori CFTR, non tutti i pazienti possono beneficiarne. Alcuni, infatti, non rispondono efficacemente al trattamento o non possono assumerlo a causa di controindicazioni mediche o personali.

 

Per offrire una nuova opzione terapeutica, è ora in fase di sperimentazione un trattamento innovativo chiamato BI 3720931. Il Professor Jane Davies, responsabile del trial per il Regno Unito, ha sottolineato l’importanza di questa ricerca dichiarando: “Stiamo esplorando nuove frontiere con una terapia genica che potrebbe garantire un’espressione CFTR duratura.”

 

L’aspetto rivoluzionario di BI 3720931 risiede nella sua capacità di agire indipendentemente dal tipo di mutazione genetica responsabile della malattia. Il trattamento si basa sull’introduzione di una copia funzionante del gene CFTR direttamente nelle cellule delle vie aeree, utilizzando un vettore lentivirale che trasporta il gene attraverso un farmaco somministrato per inalazione.

 

Lentivirus: una tecnologia sicura per la terapia genica

I lentivirus sono particolarmente adatti alla terapia genica perché in grado di inserire un gene all’interno del genoma delle cellule ospiti. Un esempio noto di lentivirus è l’HIV, che sfrutta proprio questa capacità per infettare le cellule umane. Tuttavia, i vettori lentivirali impiegati nella terapia genica vengono modificati per eliminare qualsiasi potenziale pericolo, rendendoli completamente sicuri per l’uso medico.

 

Un traguardo atteso da oltre due decenni

L’avvio della Fase I di questa sperimentazione clinica rappresenta il culmine di 24 anni di ricerca, un lavoro reso possibile dal Consorzio di Terapia Genica per la Fibrosi Cistica del Regno Unito, che ha collaborato con diversi partner finanziatori.

 

Il Professor Eric Alton, responsabile del trial presso l’Imperial College di Londra, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di aver raggiunto questo obiettivo dopo anni di impegno continuo. Il nostro obiettivo iniziale è aiutare i pazienti che non possono accedere ai modulatori CFTR, ma questa terapia ha il potenziale di migliorare la funzione CFTR in modo duraturo, indipendentemente dalla mutazione genetica del paziente. Inoltre, potrebbe essere somministrata nuovamente se necessario.”

 

L’attesa per i risultati di questa sperimentazione è altissima e, se le premesse verranno confermate, il futuro della fibrosi cistica potrebbe cambiare radicalmente.

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