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Scoperta eccezionale in Florida: un antico letto fossile sottomarino emerge dal fiume Steinhatchee

By Stefania Romano
Published 23 Febbraio 2025
4 Min Read
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Nel 2022, un gruppo di collezionisti di fossili ha effettuato una scoperta straordinaria nelle acque scure del fiume Steinhatchee, in Florida. L’ambiente torbido, descritto come un’immersione nel caffè, ha rivelato un tesoro paleontologico unico: denti di cavallo antichi, un osso di zoccolo e persino un cranio di tapiro.

 

Un sito preistorico perfettamente conservato

Secondo Robert Sinibaldi, uno dei ricercatori coinvolti, inizialmente non era chiara l’importanza del sito. Tuttavia, dopo ulteriori esplorazioni condotte insieme al collega Joseph Branin, è emerso che la zona fosse una dolina preistorica, riempitasi di sedimenti nel corso del tempo. Ora, mezzo milione di anni dopo, il fiume, modificando il proprio corso, ha iniziato a portare alla luce fossili incredibilmente ben conservati.

 

Le scoperte rivelano dettagli su una fauna ormai estinta: cavalli, bradipi giganti, tapiri e armadilli che hanno vissuto e perito in quest’area centinaia di migliaia di anni fa. Il sito è così significativo che gli esperti lo hanno paragonato a un archivio fossile naturale, rimasto intatto per millenni fino a oggi.

 

Un tesoro per la paleontologia della Florida

I reperti, analizzati presso il Museo di Storia Naturale della Florida, hanno evidenziato che questo antico ecosistema era una prateria aperta, abitata prevalentemente da cavalli. La presenza di fossili appartenenti a una specie equina non ancora identificata rafforza l’idea che la regione fosse una distesa erbosa, piuttosto che un’area boschiva. Se così non fosse, sarebbero stati trovati resti di mastodonti o cervi, animali tipici degli ambienti più fitti.

 

Rachel Narducci, responsabile delle collezioni di paleontologia dei vertebrati del museo, ha sottolineato che il sito di Steinhatchee River 2A (STR 2A) colma una lacuna fondamentale nel record fossile nordamericano, offrendo nuove informazioni sull’Irvingtoniano medio, un periodo ancora poco documentato.

 

Giganti del passato: tra armadilli enormi e bradipi colossali

Tra i reperti spiccano fossili di Holmesina e Dasypus, antichi parenti degli armadilli, e dei bradipi terricoli giganti Megalonyx e Paramylodon. In particolare, Holmesina rappresenta una scoperta significativa perché gli esemplari trovati mostrano un’evoluzione nelle dimensioni corporee, passando da circa 68 chilogrammi a 215 chilogrammi nel corso del tempo.

 

L’analisi delle ossa suggerisce che questi mammiferi abbiano subito mutazioni strutturali legate all’aumento delle dimensioni. “L’anatomia si è adattata gradualmente all’accrescimento del corpo,” ha spiegato Narducci, evidenziando come la morfologia ossea si sia modificata solo dopo che gli animali erano già diventati più grandi.

 

Un misterioso cranio di tapiro

Un ulteriore ritrovamento affascinante è stato un cranio di tapiro con caratteristiche anatomiche insolite. Gli studiosi non escludono che possa trattarsi di una nuova specie, sebbene saranno necessarie ulteriori analisi per confermarlo. Richard Hulbert, responsabile emerito delle collezioni di paleontologia dei vertebrati del museo e autore principale dello studio, ha commentato con prudenza: “Potrebbe sempre trattarsi di un individuo anomalo all’interno della sua popolazione.”

 

Il futuro della ricerca nel sito Steinhatchee River 2A

Gli studiosi continueranno a indagare sulla località STR 2A, anche se le condizioni difficili dell’ambiente, con acque sature di tannini, rendono le immersioni particolarmente impegnative. Tuttavia, questa ricerca potrebbe portare alla scoperta di nuove specie e dettagli inediti sulla fauna preistorica del Nord America.

 

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Fossil Studies, contribuendo ad arricchire le conoscenze su un’epoca della storia naturale ancora avvolta nel mistero.

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