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La notte polare: nei luoghi più estremi del pianeta il buio può durare fino a sei mesi

By Paola Belli
Published 3 Febbraio 2025
4 Min Read
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Contents
L’estremo nord dell’Europa: il lungo inverno di Finlandia e NorvegiaGroenlandia: la lunga notte di QaanaaqAlaska: l’oscurità di UtqiaġvikRussia e Canada: le notti più lunghe del pianetaUn’oscurità non totale

In alcune regioni della Terra, le notti non sono tutte uguali. Mentre nelle aree temperate il Sole tramonta e sorge in un ciclo quotidiano piuttosto regolare, nei territori vicini ai poli il fenomeno della notte polare trasforma la realtà in un’esperienza del tutto diversa.

Ogni anno, al Polo Nord, il Sole tramonta a settembre e non riappare prima di marzo, dando origine a una lunga notte di 179 giorni. Lo stesso accade al Polo Sud, ma durante l’inverno australe, in un periodo opposto rispetto all’emisfero boreale. Tuttavia, non sono solo i poli a sperimentare questo fenomeno: molte località situate ad alte latitudini attraversano settimane o mesi di oscurità ininterrotta.

L’estremo nord dell’Europa: il lungo inverno di Finlandia e Norvegia

In Finlandia, la cittadina di Utsjoki, la più settentrionale del paese, vive un inverno senza Sole per 52 giorni, dalla fine di novembre fino alla metà di gennaio. Questo fenomeno si ripete anche nella vicina Norvegia, dove a Capo Nord il Sole tramonta attorno al 20 novembre e non ricompare fino al 22 gennaio, lasciando gli abitanti in una notte lunga più di 60 giorni.

In queste zone, l’assenza della luce solare non significa oscurità assoluta. Il cielo spesso si illumina grazie all’aurora boreale, creando spettacolari giochi di luce che rompono la monotonia della notte polare.

Groenlandia: la lunga notte di Qaanaaq

Una delle città più settentrionali del mondo, Qaanaaq, situata nella Groenlandia settentrionale, sperimenta un periodo di buio che dura quasi quattro mesi, dal 24 ottobre al 17 febbraio. In lingua groenlandese, questa fase dell’anno è chiamata Kaperlak.

Gli abitanti di Qaanaaq non festeggiano l’arrivo dell’oscurità, ma il ritorno del Sole, a febbraio, è un evento di grande rilevanza, celebrato con feste e rituali collettivi.

Alaska: l’oscurità di Utqiaġvik

Nella regione artica degli Stati Uniti, la città di Utqiaġvik, in Alaska, vive una notte polare della durata di 60 giorni, dal 18 novembre al 22 gennaio. Qui, le temperature possono raggiungere livelli estremi, con il freddo che si intensifica a causa della mancanza di irraggiamento solare.

Per gli abitanti, adattarsi a queste condizioni è fondamentale: l’uso di lampade speciali, progettate per compensare la mancanza di luce naturale, aiuta a mantenere il ritmo circadiano e a ridurre il rischio di disturbi legati alla carenza di sole.

Russia e Canada: le notti più lunghe del pianeta

Anche in molte regioni settentrionali della Russia, la notte polare si estende per settimane, influenzando profondamente la vita quotidiana. Tuttavia, il record per uno dei periodi di buio più lunghi spetta alla base di Alert, situata nella regione di Qikiqtaaluk, in Nunavut, Canada.

Qui, la notte polare dura 106 giorni, dal 30 ottobre al 13 febbraio, rendendo questa località il più settentrionale insediamento abitato in modo permanente.

Un’oscurità non totale

Nonostante la prolungata assenza del Sole, la notte polare non significa necessariamente buio assoluto. Spesso, per qualche ora al giorno, il cielo assume una tonalità blu tenue, dovuta alla rifrazione della luce solare nell’atmosfera terrestre. Questo fenomeno può generare sfumature di rosa, rosso e arancione, simili a quelle osservate durante alba e tramonto nelle zone temperate.

L’adattamento degli esseri umani a condizioni così estreme dimostra ancora una volta la capacità di sopravvivere e prosperare anche nei luoghi più ostili del pianeta.

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