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Il cranio attribuito alla sorella di Cleopatra era in realtà di un ragazzo italiano con deformità

By Giovanna Russo
Published 3 Febbraio 2025
4 Min Read
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Contents
Un antico mistero nato a EfesoLe nuove analisi: il cranio non è di ArsinoeUn ragazzo con gravi deformità craniofaccialiOrigini italiane: un legame con la Sardegna?Un enigma ancora aperto

Le nuove analisi scientifiche condotte dai ricercatori dell’Università di Vienna, pubblicate sulla rivista Scientific Reports, smentiscono una delle ipotesi più affascinanti dell’archeologia: l’antico cranio attribuito per decenni ad Arsinoe IV, la sorella minore di Cleopatra, apparteneva invece a un ragazzo adolescente di origini italiane con gravi malformazioni craniofacciali.

Un antico mistero nato a Efeso

Il reperto venne scoperto nel 1929 dall’archeologo austriaco Otto Benndorf tra le rovine del mausoleo ottagonale situato nel cuore dell’antica città di Efeso, in Turchia. Fin dal momento del ritrovamento, gli studiosi ritennero che appartenesse a una giovane donna e, grazie a successive indagini condotte negli anni Novanta, fu ipotizzato che si trattasse proprio di Arsinoe IV, la sorella ribelle di Cleopatra. Quest’ultima, dopo essere stata coinvolta in una lotta di potere contro la regina egiziana, venne fatta giustiziare a Efeso nel 41 a.C. per ordine di Marco Antonio.

L’ipotesi affascinante che il cranio fosse appartenuto alla principessa tolemaica era basata su elementi archeologici e storici, ma non vi erano mai state prove definitive. Ora, grazie alle nuove tecniche di analisi genetica e morfologica, il mistero ha finalmente trovato una soluzione.

Le nuove analisi: il cranio non è di Arsinoe

Un team guidato dall’antropologo Gerhard Weber ha sottoposto il cranio e alcuni frammenti ossei (un femore e una costola) a un’analisi dettagliata, comprendente esami morfologici, genetici e di datazione.

I risultati hanno confermato che i resti risalgono a un periodo compreso tra il 205 e il 36 a.C., perfettamente compatibile con l’epoca in cui visse Arsinoe IV. Tuttavia, le nuove scoperte escludono categoricamente che si tratti di lei.

Le analisi genetiche e morfologiche rivelano infatti che il cranio apparteneva a un maschio adolescente, di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, che presentava gravi disturbi dello sviluppo.

Un ragazzo con gravi deformità craniofacciali

Il cranio mostra chiari segni di anomalie strutturali e deformazioni, suggerendo che il giovane fosse affetto da patologie congenite. Secondo gli studiosi, soffriva probabilmente di rachitismo o della sindrome di Treacher-Collins, una rara malattia genetica che provoca gravi malformazioni del viso e problemi funzionali.

Questa scoperta cambia radicalmente la narrazione attorno al mausoleo ottagonale di Efeso, che per anni è stato considerato il luogo di sepoltura di Arsinoe IV. L’identità del ragazzo, invece, resta un enigma.

Origini italiane: un legame con la Sardegna?

Uno degli elementi più sorprendenti emersi dallo studio riguarda le origini genetiche dell’adolescente. Le analisi suggeriscono che il giovane avesse antenati provenienti dall’Italia centrale o dalla Sardegna.

Questo dettaglio apre nuovi interrogativi su chi fosse realmente e su come sia finito in un mausoleo prestigioso di Efeso. Potrebbe essere stato il figlio di un dignitario romano o di un personaggio influente legato all’amministrazione della città. Tuttavia, non vi sono al momento elementi concreti per ricostruire la sua storia.

Un enigma ancora aperto

Resta il mistero sul perché questo ragazzo affetto da gravi malformazioni sia stato sepolto in un luogo così importante e simbolico. La sua identità e il suo ruolo nella società dell’epoca sono sconosciuti, ma il dato certo è che non potrà più fornire indizi genetici sulla tanto cercata tomba di Cleopatra.

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