Scienze.com
1.5kLike
Google NewsFollow
  • Home
  • News
  • Chi siamo
  • Contatti
Reading: Esplosioni di nane bianche: nuove scoperte sui misteri dell’energia oscura e sull’evoluzione dell’universo
Share
Font ResizerAa
Scienze.comScienze.com
Cerca
  • News
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Privacy Policy
  • Cambia Preferenze Cookie
Follow US
© Turismo e Ambiente S.r.l. unipersonale P.IVA/C.F. 08875060967 – Milano (MI)
Home » Esplosioni di nane bianche: nuove scoperte sui misteri dell’energia oscura e sull’evoluzione dell’universo
Ad PremiereNews

Esplosioni di nane bianche: nuove scoperte sui misteri dell’energia oscura e sull’evoluzione dell’universo

By Valeria Mariani
Published 16 Febbraio 2025
7 Min Read
Share

L’ultima fase delle stelle e il fenomeno delle supernove di tipo Ia

Quando una stella giunge al termine del proprio ciclo vitale, il destino più comune è quello di trasformarsi in una nana bianca, ovvero un corpo celeste denso e compatto, costituito principalmente da carbonio e ossigeno, che si raffredda gradualmente per miliardi di anni. Questo processo rappresenta l’epilogo naturale per la maggior parte delle stelle della Via Lattea, compreso il nostro Sole. Tuttavia, in specifiche condizioni, questa quiete apparente può essere turbata da eventi catastrofici capaci di sprigionare una quantità di energia immensa.

 

Le nane bianche che fanno parte di un sistema binario, ossia un sistema stellare formato da due astri in orbita reciproca, possono accrescere la loro massa attirando gas dalla stella compagna. Quando la massa della nana bianca supera il cosiddetto limite di Chandrasekhar, pari a circa 1,4 volte la massa solare, l’astro diviene instabile e innesca una gigantesca esplosione termonucleare, nota come supernova di tipo Ia. Tali deflagrazioni cosmiche, per la loro luminosità prevedibile, sono impiegate dagli astrofisici come strumenti di misurazione delle distanze cosmiche e hanno avuto un ruolo cruciale nella scoperta dell’accelerazione dell’espansione dell’universo attribuita alla misteriosa energia oscura.

 

Osservatorio Palomar e la raccolta di 4.000 esplosioni stellari

Nuovi studi, condotti nell’ambito dell’indagine astronomica Zwicky Transient Facility (ZTF), attiva presso il Palomar Observatory nella Contea di San Diego, hanno offerto uno sguardo inedito sulla varietà di meccanismi con cui una nana bianca può andare incontro a una fine esplosiva. I risultati, pubblicati in una raccolta speciale sulla rivista Astronomy & Astrophysics, documentano oltre 4.000 esplosioni stellari osservate nell’universo profondo. Questo ampio archivio di eventi rappresenta il campione più esteso mai analizzato in tale ambito e costituisce una risorsa senza precedenti per gli scienziati impegnati nello studio dell’evoluzione stellare e delle proprietà dell’energia oscura.

 

Le sofisticate capacità osservative dello strumento ZTF hanno consentito di individuare fenomeni estremamente deboli, fino a un milione di volte meno luminosi rispetto agli astri visibili a occhio nudo. La professoressa Kate Maguire del Trinity College di Dublino, tra i principali ricercatori coinvolti, ha sottolineato come questa mole di dati abbia rivelato una varietà di esplosioni inattesa rispetto alle ipotesi precedenti.

 

Collisioni stellari e “cannibalismo cosmico”: la diversità degli eventi esplosivi

Uno degli aspetti più sorprendenti emersi dall’analisi delle 4.000 supernove riguarda l’estrema diversità dei processi che conducono alla distruzione di una nana bianca. Le osservazioni hanno evidenziato situazioni in cui due stelle collidono, fondendosi in un’unica massa instabile che in breve tempo detona. Altri casi hanno mostrato episodi di quello che gli scienziati chiamano “cannibalismo stellare”, ossia il fenomeno in cui una nana bianca sottrae progressivamente materia dalla stella compagna fino a farla collassare, dando origine all’esplosione.

 

La luminosità di queste deflagrazioni varia in maniera significativa: alcune risultano appena percettibili, mentre altre brillano con un’intensità tale da restare visibili per mesi o addirittura anni. Questa gamma di luminosità ha indotto gli studiosi a riconsiderare l’idea tradizionale delle supernove di tipo Ia come “candele standard”. L’evidente eterogeneità degli eventi suggerisce, infatti, che le differenze nella massa iniziale, nella composizione e nella modalità di accrescimento influenzino in modo sostanziale la brillantezza dell’esplosione, rendendo necessario affinare i metodi di misurazione delle distanze cosmiche.

 

L’enigma dell’energia oscura e il futuro delle indagini cosmologiche

La scoperta che le supernove di tipo Ia non sono fenomeni così uniformi come si riteneva apre nuove prospettive per la comprensione dell’energia oscura, quella forza misteriosa che costituisce circa il 70% dell’intero universo e che sarebbe responsabile dell’accelerazione dell’espansione cosmica. Le anomalie osservate potrebbero infatti implicare che le stime precedenti basate sulle supernove di tipo Ia siano state influenzate da una sottovalutazione della complessità dei meccanismi esplosivi.

 

Gli astrofisici ritengono che perfezionare la classificazione delle supernove e individuare con maggiore precisione le caratteristiche delle varie esplosioni consentirà di affinare i modelli cosmologici e di comprendere meglio il comportamento dell’energia oscura. Gli strumenti osservativi di nuova generazione, come il telescopio Vera C. Rubin Observatory in costruzione in Cile, saranno determinanti per ampliare ulteriormente la statistica delle esplosioni stellari e consolidare le informazioni ottenute dallo Zwicky Transient Facility.

 

Un cielo in continuo mutamento: il valore delle osservazioni transitorie

La ricerca condotta presso il Palomar Observatory evidenzia quanto il cielo notturno sia costantemente attraversato da eventi transitori di straordinaria potenza, spesso inosservati fino all’avvento di strumenti capaci di monitorare sistematicamente vaste porzioni della sfera celeste. La sorveglianza continua di fenomeni come le supernove di tipo Ia, le stelle variabili e le collisioni stellari fornisce non solo dati cruciali per la cosmologia, ma arricchisce anche la conoscenza dell’intero ciclo vitale delle stelle e dei processi di formazione e distruzione che modellano l’universo visibile.

 

La professoressa Kate Maguire, riferendosi ai risultati di ZTF, ha osservato come questa indagine abbia “svelato un livello di complessità nelle esplosioni di nane bianche che non immaginavamo, con eventi che spaziano da esplosioni appena rilevabili fino a esplosioni straordinariamente brillanti visibili per mesi”. Questa variabilità pone nuove domande e offre agli studiosi stimoli per ridefinire le basi delle attuali teorie cosmologiche.

 

Con strumenti sempre più potenti e campagne osservative su larga scala, l’astronomia moderna continua a svelare la straordinaria dinamicità e imprevedibilità dello spazio profondo, avvicinando la scienza alla decifrazione dei segreti custoditi dalla materia oscura e dall’energia oscura, le due componenti invisibili che sembrano dominare l’equilibrio dell’universo.

Share This Article
Facebook Whatsapp Whatsapp LinkedIn Reddit Telegram Threads Copy Link
Share

Subscribe Newsletter

Subscribe to our newsletter to get our newest articles instantly!
Spazio Pubblicitario
Seguici su:
1.5kFollowersLike
Google NewsFollow
Ad PremiereNews

Dalle criptovalute ai meme: il web impazzisce per Leone XIV

By Stefania Romano
9 Maggio 2025
Alla Prima PaginaNewsScelto per te

In Antartide un ghiacciaio ruba il ghiaccio al vicino in soli 18 anni

By Mirko Rossi
10 Maggio 2025
Spazio Pubblicitario
Spazio Pubblicitario

La gravità come indizio: viviamo in una simulazione?

By Valeria Mariani
9 Maggio 2025

Come vivere senza gas: cucinare, pulire e riscaldare con l’elettricità

By Valeria Mariani
9 Maggio 2025

Come hanno fatto le rane a sopravvivere all’estinzione dei dinosauri

By Stefania Romano
10 Maggio 2025

Uomo incornato da un bisonte a Yellowstone: cosa è successo davvero

By Valeria Mariani
12 Maggio 2025
Spazio Pubblicitario

Suggeriti per te

Robert Fergus torna in Meta: guiderà il laboratorio Fair sull’intelligenza artificiale

Alla Prima PaginaNews
9 Maggio 2025

Buchi neri, fine della singolarità? Nuovi scenari dalla gravità quantistica

Ad PremiereNews
9 Maggio 2025

Caffeina e rischio diabete: scoperto legame genetico con il grasso corporeo

Alla Prima PaginaNewsScelto per te
10 Maggio 2025

La chiave per curare la malattia di Lyme potrebbe celarsi nella parete cellulare del batterio

Ad PremiereNews
9 Maggio 2025

Seguici su: 

Scienze.com

© Turismo e Ambiente S.r.l. unipersonale P.IVA/C.F. 08875060967 – Milano (MI)

  • Privacy Policy
  • Chi siamo
  • Contatti
Welcome Back!

Sign in to your account

Username or Email Address
Password

Lost your password?