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Sostituire il prato con piante native: un metodo efficace per risparmiare acqua?

By Sabrina Verdi
Published 31 Gennaio 2025
7 Min Read
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Contents
Un esperimento per ridurre il consumo d’acquaUn risparmio idrico reale, ma con dei limitiUn cambiamento culturale più che quantitativoL’impatto del risparmio idrico sulle città in crescitaLezioni da Las Vegas: il modello della città nel desertoVerso un futuro più sostenibile

All’Università del Northern Colorado, molto prima che la primavera riporti i colori alla natura, il personale dedicato alla gestione del verde era già all’opera per trasformare gli spazi esterni. Chris Bowers, responsabile dell’energia e della sostenibilità dell’ateneo, ha delineato la sua visione camminando tra le zolle smosse di un cantiere nei pressi del Campus Commons.

In una fredda giornata di gennaio, il prato marrone e rado sembrava poco invitante, ma secondo Bowers, nei mesi più caldi si trasformerà in un’area vivace, con studenti che si rilassano, studiano e pranzano in uno spazio che prima era quasi inutilizzato. Questo progetto rappresenta un passo avanti nella gestione degli spazi verdi del campus, eliminando le distese erbose inutilizzate per favorire un utilizzo più sostenibile delle risorse idriche.

Un esperimento per ridurre il consumo d’acqua

Per decenni, il prato dell’UNC ha rientrato nella categoria del “prato non funzionale”, termine utilizzato per descrivere l’erba coltivata esclusivamente per motivi estetici, senza alcun utilizzo pratico. Ora, come parte di un programma statale per la conservazione dell’acqua, il Colorado sta incentivando istituzioni e cittadini a sostituire i prati assetati con piante native e spazi più funzionali.

Grazie a una sovvenzione statale e al supporto della Western Resource Advocates, il prato dell’UNC verrà trasformato in un’area più utile e sostenibile. Al posto dell’erba tradizionale verranno creati patio, spazi per amache ed erbe native, capaci di adattarsi meglio al clima locale e di ridurre il bisogno di irrigazione.

Secondo Bowers, questo rappresenta solo il primo passo verso un modello più ampio di gestione sostenibile del verde nel campus. Anche se l’intervento riguarda un’area relativamente ridotta, il risparmio idrico sarà significativo: si passerà da tre milioni di galloni d’acqua utilizzati ogni anno a circa un milione.

Un risparmio idrico reale, ma con dei limiti

L’adozione di piante autoctone comporta un’iniziale necessità di irrigazione maggiore per i primi tre anni, al fine di permettere loro di attecchire e crescere. Tuttavia, nel lungo periodo, queste specie richiederanno una quantità d’acqua significativamente inferiore rispetto al prato tradizionale. In alcuni anni particolarmente piovosi, potrebbero addirittura sopravvivere senza alcuna irrigazione artificiale, utilizzando esclusivamente l’acqua piovana.

Questo progetto rientra tra i 50 interventi finanziati dal Colorado Water Conservation Board (CWCB) per promuovere il risparmio idrico, in particolare nella Front Range, un’area caratterizzata da un elevato consumo di risorse idriche.

Nonostante i benefici locali, la riduzione dell’uso dell’acqua a livello statale resta limitata. Infatti, circa l’80-90% dell’acqua del Colorado è destinata all’agricoltura, mentre solo il 7% viene impiegato nei centri urbani. Di questa piccola percentuale, appena il 2,7% è utilizzato per l’irrigazione degli spazi verdi urbani.

Un rapporto del 2024 del CWCB ha stimato che eliminando solo il prato non funzionale, si potrebbe ottenere un risparmio massimo dello 0,004% del consumo totale d’acqua dello stato. Per comprendere meglio la situazione, il CWCB ha richiesto 1,4 milioni di dollari per il budget del 2025, con l’obiettivo di condurre un’analisi approfondita della copertura del suolo in Colorado e determinare quanta erba non funzionale sia effettivamente presente nello stato.

Un cambiamento culturale più che quantitativo

Anche se il risparmio idrico diretto potrebbe non essere rivoluzionario, il progetto dell’UNC rappresenta un’opportunità per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della sostenibilità ambientale. Secondo Jenna Battson, coordinatrice della conservazione dell’acqua all’aperto per il CWCB, questi progetti hanno il potere di influenzare le persone, spingendole a riflettere su come ridurre i consumi d’acqua anche nelle proprie abitazioni.

L’idea è che il “prato sostenibile” diventi un modello diffuso, favorendo un effetto a cascata. La visibilità del progetto dell’UNC, situato in una zona trafficata del campus, potrebbe incoraggiare più persone a replicare questo approccio anche in altre parti del Colorado.

L’impatto del risparmio idrico sulle città in crescita

Oltre ai vantaggi ambientali, la sostituzione dei prati ha anche un’importante funzione strategica per la gestione delle risorse idriche in città in forte espansione. A Greeley, una delle città a più rapida crescita del Colorado, la popolazione è aumentata del 3,1% tra il 2022 e il 2023, rendendo urgente una pianificazione sostenibile del consumo d’acqua.

Un caso di successo è quello di Colorado Springs, dove le politiche di sostituzione del prato e le restrizioni sull’irrigazione hanno permesso alla città di crescere del 40%, riducendo contemporaneamente il consumo d’acqua pro capite del 40% e il consumo totale del 25%.

Lezioni da Las Vegas: il modello della città nel deserto

Se il Colorado sta ancora muovendo i primi passi in questo tipo di iniziative, altre città nel bacino del Fiume Colorado hanno già dimostrato l’efficacia di politiche aggressive di risparmio idrico. Las Vegas, ad esempio, ha investito da oltre vent’anni nella rimozione del prato, riuscendo a ridurre il consumo d’acqua del 26%, nonostante un incremento della popolazione di 750.000 persone dal 2002.

Questi risultati sono stati ottenuti grazie a una strategia rigorosa di applicazione delle regole, con un team di ispettori incaricato di multare chi spreca acqua in modo eccessivo.

Anche se una politica così severa non è ancora prevista in Colorado, lo stato sta accelerando i progetti per la riduzione dell’erba non funzionale. Il CWCB sta valutando sette nuovi interventi e ha già stanziato 470.000 dollari per il prossimo ciclo di finanziamenti.

A partire dal 1° gennaio 2026, una nuova legge statale proibirà ai governi locali di approvare la piantumazione di nuovi prati non funzionali, segnando un cambiamento importante nella gestione del paesaggio urbano.

Verso un futuro più sostenibile

Il progetto dell’UNC non è solo una misura per risparmiare acqua, ma rappresenta un segnale di una nuova mentalità nel modo di gestire il verde urbano. Se sempre più città adotteranno soluzioni simili, il cambiamento potrebbe estendersi ben oltre il singolo risparmio idrico, diventando parte di un approccio più responsabile e consapevole delle risorse naturali.

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