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Le più grandi tracce di dinosauri mai trovate nel Regno Unito: un viaggio di 166 milioni di anni fa

By Stefania Romano
Published 27 Gennaio 2025
6 Min Read
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Contents
Le tracce: una testimonianza unica della preistoriaLa scoperta di un lavoratore e l’inizio dello scavoStudi approfonditi e nuove tecnologieUn incrocio preistoricoIl futuro delle impronte

Un incredibile sito paleontologico è stato recentemente portato alla luce nel cuore dell’Oxfordshire, dove sono state scoperte oltre 200 impronte di dinosauri risalenti a 166 milioni di anni fa. Questo ritrovamento, avvenuto in una cava nota come Dewars Farm Quarry, rappresenta il più grande insieme di tracce di dinosauri mai rinvenuto nel Regno Unito. Le impronte attraversano il pavimento calcareo, rivelando i movimenti di due specie distinte: un gigantesco sauropode dal collo lungo, probabilmente il Cetiosaurus, e il carnivoro più piccolo, il Megalosaurus.

 

Le tracce: una testimonianza unica della preistoria

Alcune di queste impronte si estendono per 150 metri e potrebbero proseguire ancora più a lungo, poiché solo una parte della cava è stata scavata. Questo sito offre un’istantanea della vita durante il Giurassico Medio, un’epoca in cui i dinosauri camminavano attraverso una laguna tropicale, lasciando segni indelebili nel fango che, miracolosamente, si sono preservati fino a oggi.

 

Secondo la professoressa Kirsty Edgar, esperta dell’Università di Birmingham, il sito è eccezionale per la grandezza e la qualità delle tracce: “È come fare un salto indietro nel tempo. Possiamo immaginare queste enormi creature che vagavano nel loro habitat, impegnate nelle loro attività quotidiane.”

 

Le impronte tridattili, attribuite al Megalosaurus, sono particolarmente caratteristiche, con tre dita ben definite che offrono una visione dettagliata dei suoi movimenti. D’altra parte, le enormi impronte rotonde, simili a quelle di un elefante ma molto più grandi, appartengono ai sauropodi, dinosauri erbivori che raggiungevano i 18 metri di lunghezza.

 

La scoperta di un lavoratore e l’inizio dello scavo

Le tracce sono state individuate per la prima volta da Gary Johnson, un lavoratore della cava, mentre guidava un escavatore. Durante il suo lavoro, ha notato delle anomalie nel terreno, delle creste create probabilmente dalla pressione dei piedi dei dinosauri sul fango. “All’inizio pensavo fosse un dosso casuale,” ha raccontato Johnson, “ma poi ho visto un altro segno a tre metri di distanza. E poi un altro ancora.” Questo momento, descritto come surreale, ha portato alla successiva scoperta dell’intero sito.

 

Negli anni ’90 era già stato individuato un altro sito di impronte nelle vicinanze, il che ha spinto Johnson a sospettare che si trattasse di un fenomeno simile. La sua intuizione si è rivelata corretta, e quest’estate oltre 100 scienziati, studenti e volontari si sono uniti agli scavi, documentando in dettaglio queste straordinarie tracce.

 

Studi approfonditi e nuove tecnologie

Durante lo scavo, il team ha utilizzato tecnologie all’avanguardia per analizzare le impronte. Oltre a realizzare calchi, sono state scattate più di 20.000 fotografie per creare modelli 3D delle tracce e del sito nel suo complesso. Questi modelli permettono di studiare la struttura delle impronte nei minimi dettagli e di capire meglio l’ambiente in cui vivevano questi animali.

 

Il professor Richard Butler, paleobiologo dell’Università di Birmingham, ha sottolineato l’importanza di queste impronte: “Ogni traccia è come un’istantanea della vita dell’animale. Possiamo imparare come si muovevano, come interagivano con il loro ambiente e persino le condizioni climatiche dell’epoca.”

 

Le analisi hanno rivelato che le impronte si sono formate in un’area di laguna poco profonda, un ambiente tropicale che offriva il terreno ideale per lasciare segni duraturi. Gli esperti ipotizzano che un evento naturale, come una tempesta, abbia ricoperto rapidamente le impronte con sedimenti, proteggendole dall’erosione e garantendone la conservazione nel tempo.

 

Un incrocio preistorico

Uno degli aspetti più affascinanti del sito è la presenza di un’area dove i percorsi di un sauropode e di un megalosauro si sono incrociati. Gli scienziati sono persino riusciti a determinare quale animale è passato per primo. Il sauropode, con le sue impronte rotonde, ha lasciato segni leggermente schiacciati dal passaggio successivo del megalosauro, riconoscibile dalle sue tracce tridattili.

 

Il dottor Duncan Murdock dell’Università di Oxford ha descritto questo incrocio come “un momento unico che ci permette di immaginare la scena: il sauropode che si muove lentamente nel fango, seguito dal megalosauro, probabilmente in cerca di prede.”

 

Il futuro delle impronte

La conservazione di questo straordinario sito è ora una priorità. Gli scienziati stanno collaborando con Smiths Bletchington, l’azienda che gestisce la cava, e con Natural England per proteggere le tracce. Si pensa che ci siano altre impronte ancora nascoste, e il sito potrebbe riservare ulteriori sorprese in futuro.

 

Questo ritrovamento non solo arricchisce la conoscenza della vita preistorica nel Regno Unito, ma rappresenta anche un patrimonio unico che offre una visione dettagliata di un mondo ormai scomparso. Queste impronte di dinosauri, se adeguatamente preservate, potrebbero continuare a raccontare la loro storia per generazioni a venire.

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