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Tesori sommersi: la riscoperta dei Lego perduti in mare

By Antonio Lombardi
Published 29 Dicembre 2024
4 Min Read
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Contents
Una tempesta, un carico perduto e milioni di pezzi di plastica in viaggio attraverso l’oceanoUno squalo Lego riaffiora dalle profondità: la scoperta di Richard WestAltri ritrovamenti straordinari lungo le coste europeeIl polpo nero di Marazion: un gioiello raroUn flipper blu sulle coste norvegesiIl progetto Lego Lost at Sea: tra scienza e sensibilizzazioneUn riconoscimento per la tutela degli Oceani

Una tempesta, un carico perduto e milioni di pezzi di plastica in viaggio attraverso l’oceano

Nel febbraio del 1997, un incidente straordinario sconvolse le acque di Land’s End, in Inghilterra. Una violenta tempesta costrinse la nave cargo Tokio Express a perdere 62 container, tra cui uno contenente oltre 4 milioni di pezzi Lego. Questi mattoncini, originariamente destinati a negozi e consumatori, si sono trasformati in reliquie oceaniche, riaffiorando nel tempo lungo le coste di diverse nazioni e diventando simbolo sia di fascino che di allarme ecologico.

 

Uno squalo Lego riaffiora dalle profondità: la scoperta di Richard West

Nel cuore dell’estate 2024, Richard West, un pescatore di Plymouth, ha vissuto un momento emozionante: durante una battuta di pesca, tra le reti è comparso un raro squalo Lego. Questo particolare pezzo, parte di un set pirata, è uno dei 22.200 squali grigio scuro dispersi in mare, secondo l’inventario ufficiale. La scoperta ha emozionato il pescatore, che ha descritto il ritrovamento come un “autentico tesoro”.

Tracey Williams, creatrice del progetto Lego Lost at Sea, ha spiegato che la rarità degli squali deriva dalla loro densità: tendono a sprofondare sul fondale marino, rendendone difficile il recupero.

 

Altri ritrovamenti straordinari lungo le coste europee

Il polpo nero di Marazion: un gioiello raro

In aprile, un ragazzo di 14 anni, Liutauras, ha trovato un polpo nero Lego sulla spiaggia di Marazion, vicino a Penzance. Questo mattoncino rappresenta uno dei soli 4.200 esemplari persi nel naufragio. La determinazione del giovane cercatore lo ha portato a recuperare quasi 800 pezzi Lego, culminando nella scoperta di due draghi neri, tra i più rari dei 33.427 esemplari dispersi.

 

Un flipper blu sulle coste norvegesi

In Norvegia, il capitano di yacht Joe Willshire ha trovato un flipper blu Lego in una spiaggia remota. Questo pezzo è rimasto con lui per cinque anni, un ricordo personale che sembra confermare le teorie del Dr. Curtis Ebbesmeyer, esperto oceanografico, sulle correnti marine che spingono i Lego verso il Circolo Polare Artico.

 

Il progetto Lego Lost at Sea: tra scienza e sensibilizzazione

Il progetto Lego Lost at Sea, avviato da Tracey Williams, mira a far luce sull’impatto della plastica dispersa negli oceani. La raccolta e la mappatura dei Lego riaffiorati consentono di comprendere meglio le dinamiche delle correnti marine e di evidenziare i rischi dell’inquinamento da plastica.

Collaborazioni con pescatori e volontari sono state fondamentali per recuperare pezzi dal fondale. Quest’estate, il peschereccio Crystal Sea ha recuperato zattere di salvataggio gialle, parte dei 28.700 pezzi perduti. Il lavoro collettivo ha contribuito a sensibilizzare sull’urgenza di affrontare il problema della plastica nei mari.

 

Un riconoscimento per la tutela degli Oceani

Nel 2023, il progetto ha ricevuto il prestigioso premio Rescue Project of the Year ai Current Archaeology Awards, consolidando l’importanza della sua missione. Williams continua a invitare chiunque trovi mattoncini Lego a contattare il team, aiutando a mappare la dispersione e a sensibilizzare il pubblico.

I Lego dispersi raccontano una storia affascinante, ma anche un monito sul duraturo impatto ambientale della plastica. Mentre i pezzi continuano a emergere lungo le coste, il progetto di Williams richiama l’attenzione sulla necessità di proteggere gli oceani e di ripensare il nostro rapporto con i materiali non biodegradabili.

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