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L’incidente di Goiânia del 1987. Come un rottame radioattivo contaminò una città

By Mirko Rossi
Published 6 Novembre 2024
4 Min Read
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L'incidente di Goiânia del 1987. Come un rottame radioattivo contaminò una città

Contents
Le origini⁣ dell’incidenteUn errore ⁤fataleLa scoperta del “rottame”La diffusione della contaminazioneUn bagliore mortaleI primi‌ sintomiLe conseguenze dell’incidenteUn ‌bilancio devastanteLezioni apprese

L’incidente di Goiânia ‍del ​1987: Una città contaminata da un “rottame” radioattivo

Nel 1987, la città di Goiânia, in Brasile, fu teatro di un ⁣drammatico incidente che coinvolse una capsula ⁣radioattiva abbandonata. ⁣Questo evento, inizialmente incompreso, portò alla contaminazione radioattiva di oltre 112.000 residenti e ‌alla morte di quattro persone. La storia di questo ​disastro inizia con un errore umano e si evolve in una catastrofe che ⁣avrebbe potuto ​essere evitata.

Le origini⁣ dell’incidente

Un errore ⁤fatale

Tutto ebbe inizio quando un istituto ⁢privato di radioterapia⁢ decise di trasferirsi, lasciando⁤ dietro di sé un’apparecchiatura pericolosa. Si trattava di un’unità di teleterapia al cesio-137, un dispositivo che avrebbe dovuto essere segnalato alle autorità competenti, ⁢ma che‌ invece fu​ dimenticato. Questo errore si‍ rivelò fatale, poiché‍ l’apparecchiatura rimase ​sul posto durante ⁤la ⁣demolizione dell’edificio.

La scoperta del “rottame”

Due ‌individui, ‍ignari del pericolo, trovarono l’apparecchiatura e⁢ pensarono che potesse avere un valore come rottame. La portarono a casa e iniziarono a smontarla, esponendo così il suo⁢ contenuto⁢ mortale. Il ⁢cesio-137, ⁢sotto ​forma di sale⁣ di cloruro di cesio, è altamente solubile e facilmente dispersibile, come‍ riportato dall’Agenzia Internazionale per ⁤l’Energia Atomica (IAEA). Questo portò⁣ alla ‍contaminazione dell’ambiente ⁣e all’irradiazione di diverse persone.

La diffusione della contaminazione

Un bagliore mortale

Dopo che la capsula fu aperta,‍ i suoi ‌pezzi‌ furono venduti. Uno degli acquirenti notò che il suo acquisto emetteva un bagliore blu nel⁤ buio, un fenomeno che attirò l’attenzione‌ di amici e familiari. Molti presero piccoli campioni, affascinati⁢ dalla scoperta,​ senza rendersi conto del pericolo che stavano correndo.

I primi‌ sintomi

Circa‍ cinque giorni‌ dopo​ l’esposizione, le persone iniziarono a manifestare sintomi⁢ gastrointestinali. Inizialmente, ​questi sintomi non furono collegati all’irradiazione, ​ma quando la ‌capsula fu finalmente presentata⁤ al dipartimento di salute pubblica, la gravità della situazione divenne evidente. Un intero stadio fu trasformato in un’area di quarantena temporanea per le persone contaminate​ e ‌ferite.

Le conseguenze dell’incidente

Un ‌bilancio devastante

In totale, circa ‍112.000 persone furono monitorate per la contaminazione radioattiva, e 249 risultarono contaminate, sia esternamente che internamente. Più di ⁢20⁤ persone furono ricoverate in ospedale, e quattro morirono a causa della sindrome acuta da radiazioni. Le persone più colpite furono⁤ esposte a una dose di radiazioni stimata tra 4,5 e oltre 6 Gray (Gy), una quantità estremamente pericolosa.

Lezioni apprese

L’incidente di Goiânia sottolinea ⁣l’importanza della responsabilità ⁢nella gestione delle fonti radioattive. Il cesio-137, se ingerito o inalato, emette radiazioni beta e gamma, che danneggiano⁢ i tessuti viventi. Anche se ⁢esistono trattamenti per l’esposizione⁤ al cesio, come il Prussian blue, che aiuta a eliminare il cesio dal corpo, i danni​ ai tessuti possono‍ portare a malattie gravi, incluso il cancro.

La storia di Goiânia serve da monito per ricordare che le⁢ apparecchiature radioattive possono rappresentare una minaccia per la vita umana⁤ per migliaia di anni. ⁢È fondamentale che⁤ tali ‍materiali ⁤siano ​gestiti con la massima attenzione per evitare che ⁣eventi simili si ripetano in futuro.

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