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Di cosa trattava l’articolo di fisica scritto da un gatto?

By Mirko Rossi
Published 8 Novembre 2024
6 Min Read
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Di cosa trattava l'articolo di fisica scritto da un gatto?

Contents
La nascita di un ⁢autore felinoUn ⁤problema di stileLa scelta⁢ del co-autoreIl contenuto dell’articolo e le sue⁣ implicazioniUn viaggio nel mondo⁤ dell’elio-3Scoperte e conclusioniUn’eredità duraturaLa reazione della comunità‍ scientificaIl lascito ‍di F.D.C. Willard

Nel mondo della scienza, ci sono storie​ che, per la loro unicità, ⁣riescono a ​catturare l’immaginazione di molti. ⁢Una di queste ⁤è‌ la vicenda di un gatto che, in ‍modo del tutto⁤ inaspettato,⁤ è diventato co-autore ​di ⁢un articolo scientifico. Questa ‍storia, che potrebbe sembrare⁢ una‍ leggenda metropolitana, è invece un esempio reale di ⁢come ⁤l’ingegno umano ‍possa trovare soluzioni⁣ creative anche nelle ⁣situazioni più inusuali.

La nascita di un ⁢autore felino

Un ⁤problema di stile

Nel​ 1975, il professor Jack ⁤Hetherington,‍ un ⁢rispettato fisico ⁢della Michigan ‍State University,⁣ si trovò di ⁤fronte a un dilemma. Aveva scritto un articolo sull’insolito comportamento dell’isotopo elio-3 e intendeva inviarlo alla prestigiosa rivista⁢ Physical Review Letters. Tuttavia,‌ un collega gli fece‍ notare che aveva utilizzato il ‌pronome “noi” anziché ‍”io” nel testo. Sebbene alcune riviste ​accettassero questo uso del “noi” ⁤regale per articoli​ a firma singola, Physical Review Letters non era tra queste.

In un’epoca in‍ cui la tecnologia di​ elaborazione testi non era ​ancora sviluppata, Hetherington si trovò di ‍fronte a tre opzioni: riscrivere ​l’intero articolo, ​aggiungere un co-autore o ⁢inviarlo a una ​rivista meno esigente. La riscrittura sarebbe‍ stata un’impresa⁣ ardua, data la‌ complessità delle equazioni⁢ e⁤ dei grafici ⁣presenti ‌nel documento. Così, ⁣optò per la ⁤seconda soluzione, ma ‌con un tocco di ​originalità.

La scelta⁢ del co-autore

Non volendo condividere il merito con ​un ⁢collega che non aveva contribuito al lavoro, Hetherington decise di attribuire​ la co-autorialità al suo​ gatto, Chester. Per evitare che i suoi colleghi scoprissero l’inganno, scelse di utilizzare uno pseudonimo.​ Il nome completo del co-autore felino divenne F.D.C. Willard, dove “F.D.C.”​ stava per ‌Felis Domesticus Chester e⁣ “Willard” era il⁤ nome del padre di Chester.

L’articolo, intitolato “Two-, Three-, and Four-Atom⁢ Exchange Effects in bcc⁣ 3He”, fu pubblicato con successo. ‍Tuttavia, il successo del documento portò a una serie di eventi imprevisti che svelarono la vera identità‌ di F.D.C. ⁢Willard.

Il contenuto dell’articolo e le sue⁣ implicazioni

Un viaggio nel mondo⁤ dell’elio-3

L’articolo di Hetherington e ⁢Willard esplorava il comportamento dell’elio-3, un isotopo che, quando ‌raffreddato a temperature prossime allo ⁢zero ⁤assoluto (-273°C), si comporta‌ in⁢ modo straordinario, diventando‌ un superfluido. Questo fenomeno, che sfida le‌ leggi ⁣della fisica, è stato modellato dai due autori per ‍comprendere il comportamento dell’elio-3 quando si trova in gruppi di due, tre​ o quattro atomi.

In particolare, l’articolo analizzava‍ le condizioni in cui l’elio-3, ⁢raffreddato a meno di due millesimi di grado sopra lo zero‌ assoluto, diventa solido, e come‌ si⁢ comporta a temperature leggermente più ​elevate. La complessità del comportamento dell’elio-3 in gruppi di quattro atomi, che possono formare anelli‍ piegati o⁢ planari, è stata una delle scoperte chiave del ⁣lavoro.

Scoperte e conclusioni

Tra ‍le varie conclusioni, Hetherington e Willard scoprirono che, in un campo magnetico basso o nullo, l’elio-3 può sperimentare rapidi aumenti di entropia senza cambiare stato da solido a liquido o da liquido a gas. Questo⁤ comportamento insolito ha contribuito ⁤a una ‍migliore comprensione delle proprietà ​dell’elio-3 ⁣e ha aperto‌ nuove strade per la ricerca nel campo⁤ della fisica dei superfluidi.

L’articolo, grazie alla sua originalità e alle sue scoperte, ‌divenne rapidamente influente e popolare tra gli accademici, portando a un interesse ‌crescente‍ per il lavoro ​di Hetherington e del suo co-autore felino.

Un’eredità duratura

La reazione della comunità‍ scientifica

La‍ storia di F.D.C. Willard affascinò la comunità scientifica,‌ che accolse con simpatia l’idea di un gatto co-autore di un articolo di fisica. ⁣La rivista Physical Review Letters, lungi dall’essere infastidita, approfittò dell’attenzione mediatica. ⁢Il ⁢1° aprile 2014, in ⁢occasione del Pesce d’Aprile, annunciò che tutti gli ⁢articoli con gatti ‌come autori sarebbero ⁣stati ​resi ⁢accessibili gratuitamente.

Nel frattempo, il ‌presidente del ⁢dipartimento di ‌fisica ‍della MSU​ propose ‍di offrire a Willard una posizione accademica, scherzosamente suggerendo il⁤ titolo di “Visiting Distinguished Professor”. Hetherington,⁢ con ‌un​ tocco di umorismo,⁤ conferì⁣ al suo gatto il titolo di ⁣”Rodentia Predation Consultant”.

Il lascito ‍di F.D.C. Willard

Nonostante la breve carriera accademica di Willard, dovuta alla sua morte nel 1982, il suo contributo alla scienza ⁢rimane memorabile. L’articolo che co-firmò con Hetherington è⁤ stato citato oltre ​100 volte, diventando uno dei​ lavori più apprezzati del professore.

La​ storia di F.D.C. Willard è un esempio di come l’umorismo e la creatività ⁢possano trovare⁣ spazio anche nel rigido mondo accademico.⁢ Sebbene altri animali abbiano contribuito alla⁢ scienza, pochi hanno ​ricevuto il ⁤riconoscimento che Hetherington ha dato al suo gatto.

la vicenda di ​F.D.C. Willard non è solo una ⁢curiosità storica, ma anche un promemoria del fatto che la scienza, pur essendo una disciplina seria,‍ può ‍beneficiare‌ di un ⁢tocco di leggerezza e originalità.

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