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Scoperta la fonte del misterioso lamento nella Fossa delle Marianne

By Paola Belli
Published 19 Settembre 2024
4 Min Read
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Scoperta la fonte del misterioso lamento nella Fossa delle Marianne

Scoperta la fonte del misterioso lamento nella Fossa delle Marianne

Il mistero dei suoni misteriosi lungo la Fossa delle Marianne ha finalmente una spiegazione

Da anni, un suono enigmatico proveniente dalle profondità della Fossa delle Marianne ha⁣ incuriosito e confuso gli scienziati. Questo suono, descritto come un lamento profondo, è stato rilevato per la prima volta nel​ 2014 e ha suscitato numerose ipotesi sulla sua ⁤origine. Grazie all’uso di un’innovativa intelligenza⁢ artificiale ‍ (IA), simile a “Shazam per le balene”, è ‌stato possibile identificare la fonte di ‌questo suono: una ‍ balena ‍di Bryde.

Il mistero del suono nella Fossa delle Marianne

Un enigma acustico

Nel 2014, un suono ⁣misterioso ⁢ è stato captato‌ nelle profondità della Fossa delle Marianne, una delle aree più⁤ inesplorate e profonde ‍dell’oceano Pacifico. Questo suono, ⁤che sembrava più simile al rumore di una nave ⁢che a un animale marino, ha lasciato ⁢perplessi gli esperti di biologia marina. Nonostante le numerose ipotesi,‍ nessuno era riuscito a identificare con certezza la fonte del ‌ suono.

Ipotesi iniziali

Gli scienziati inizialmente ipotizzarono che il suono potesse ⁢essere prodotto da una balena,⁢ ma​ senza una verifica visiva, era ⁢impossibile assegnare il suono a una specie ​specifica. Il suono, denominato “Biotwang”, presentava⁣ caratteristiche che lo rendevano ⁤unico ⁣e difficile da classificare. La mancanza di dati visivi e acustici sufficienti ha reso la risoluzione del mistero ancora più complessa.

La scoperta grazie all’intelligenza ⁤artificiale

Collaborazione con Google

Per risolvere ‌questo enigma, il ‍team di ricerca​ ha collaborato con i ricercatori di Google, che stavano sviluppando uno strumento di intelligenza artificiale per identificare le vocalizzazioni‌ delle balene. Utilizzando una combinazione di dati visivi e ⁢acustici raccolti ‍nell’arcipelago delle Marianne, ​l’IA è stata in grado di analizzare e confrontare ‌i suoni ⁤registrati con quelli noti‍ delle balene.

Identificazione della balena di Bryde

Dopo un’analisi approfondita, ‌l’IA ha identificato il suono ‌ “Biotwang” come appartenente alla balena⁤ di Bryde, scientificamente nota come ‌ Balaenoptera brydei. Questa scoperta è ⁣stata ‌particolarmente emozionante poiché si⁢ sa ancora poco sulla ⁣struttura della ⁢popolazione e sui ⁣movimenti ‌di queste balene, che sono note per essere ​grandi viaggiatrici.

Implicazioni della scoperta

Movimenti stagionali

Combinando⁣ approcci manuali e automatizzati, i ricercatori hanno esaminato le‍ registrazioni storiche dei “Biotwang”⁤ raccolte nel Pacifico ‍centrale e occidentale. Hanno scoperto una presenza stagionale costante del suono nell’arcipelago ⁤delle‍ Marianne e a est, presso l’isola di Wake. Occasionalmente, le balene sono state​ rilevate anche nelle ​ isole Hawaii nordoccidentali e vicino‍ all’equatore,⁤ presso l’isola ​di Howland.

Variazioni stagionali ⁢e interannuali

I ⁣risultati ​dello studio indicano che la presenza stagionale dei “Biotwang” è coerente con le migrazioni ⁣delle⁢ balene di Bryde tra le latitudini basse e medie.⁢ C’è un piccolo picco di chiamate⁣ tra ⁣febbraio e ⁢aprile e un picco più grande ​tra​ agosto e novembre, quando le balene passano vicino ai siti di registrazione. Queste variazioni stagionali e interannuali suggeriscono un’ampia distribuzione​ pelagica delle balene di Bryde nel Pacifico nordoccidentale, con un ‌range complesso probabilmente legato alle condizioni oceanografiche mutevoli della regione.

Conclusioni

La scoperta del suono misterioso nella Fossa delle Marianne come appartenente alla balena di Bryde rappresenta un importante passo avanti nella comprensione di queste creature marine. Grazie all’uso dell’intelligenza artificiale e alla collaborazione tra scienziati e tecnologi, è stato possibile risolvere un enigma che ⁤ha affascinato e sfidato ⁢la comunità scientifica ‌per anni. Questo studio ​non solo fornisce nuove‌ informazioni sulla ⁢distribuzione e sui movimenti delle ⁤ balene di‍ Bryde, ma apre anche‌ la ‍strada a future ricerche sull’ecologia e il comportamento di queste affascinanti creature marine.

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