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Deficit cerebrali dopo grave Covid-19. Possono equivalere a 20 anni di invecchiamento normale

By Raoul Raffael
Published 24 Settembre 2024
4 Min Read
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Deficit cerebrali dopo grave Covid-19. Possono equivalere a 20 anni di invecchiamento normale

La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sulla salute globale,⁤ e le sue conseguenze si ‌estendono ⁣ben oltre i sintomi respiratori. Recenti studi‍ hanno rivelato che le persone ospedalizzate a causa di infezioni gravi da COVID-19 possono subire cambiamenti cerebrali equivalenti a vent’anni di invecchiamento normale, con un ⁤impatto notevole‍ sulla ⁤loro cognizione. Questo articolo⁣ esplora ⁤i risultati di una ricerca⁤ condotta nel ‌ Regno Unito, la più grande del suo genere, ⁤che ha ⁣esaminato gli effetti neurologici a lungo termine del COVID-19.

Effetti neurologici del ⁤COVID-19

Il⁤ legame tra COVID-19 e il​ cervello

Il⁣ virus SARS-CoV-2, responsabile ⁤del COVID-19, è noto per colpire⁣ vari sistemi del corpo umano, incluso il cervello. Sebbene molti ⁣individui ⁢infettati sperimentino solo sintomi simili a quelli del raffreddore o‌ dell’influenza, è ormai chiaro che il virus può avere ⁢effetti molto più gravi. Tra i pazienti con long COVID, uno dei sintomi più comuni è la cosiddetta “nebbia ⁣cerebrale”, una ⁢condizione caratterizzata da difficoltà ‍di concentrazione e problemi di memoria.

La ricerca del COVID-CNS

Per comprendere meglio⁣ come il COVID-19 possa causare ‌problemi cognitivi e⁤ come gestirli, gli scienziati ‍dell’Università di Liverpool ‌ e del King’s‍ College di Londra hanno avviato lo studio ‌ COVID-19 Clinical Neuroscience Study (COVID-CNS). ​Questo studio ha ⁢coinvolto 351 persone che erano state ospedalizzate per COVID-19 ‍ grave e le ha confrontate con quasi⁢ 3.000 partecipanti di controllo, abbinati ‍per età e sesso.

Risultati dello studio

Declino ‌cognitivo e invecchiamento cerebrale

I risultati dello⁣ studio hanno ‍mostrato⁢ che i pazienti con una storia di ospedalizzazione per COVID-19 grave presentavano deficit cognitivi significativi. Le loro capacità cognitive erano paragonabili a quelle di persone vent’anni più​ anziane. Questo declino era evidente anche in coloro che non avevano manifestato sintomi neurologici acuti durante l’infezione iniziale.

Scansioni ‌MRI e biomarcatori

Le scansioni di risonanza magnetica (MRI) effettuate ‌12-18 mesi dopo l’ospedalizzazione ‌hanno⁣ rivelato una‌ riduzione ⁢della materia grigia ⁢in alcune aree del cervello e ⁤livelli elevati di proteine associate a lesioni cerebrali. Questi risultati suggeriscono che l’ospedalizzazione ‍per ⁤ COVID-19 ⁣ può portare a deficit cognitivi globali misurabili, identificabili anche a ‍distanza di tempo.

Implicazioni future

Meccanismi⁣ biologici sottostanti

Il prossimo passo per i ricercatori è ⁣identificare i meccanismi biologici ‍che sottendono questi cambiamenti cerebrali. Comprendere questi processi potrebbe aiutare a sviluppare strategie terapeutiche non solo per il COVID-19, ma anche per altre⁤ infezioni che potrebbero avere effetti simili ⁤sul cervello.

Applicazioni ⁣per il long ‍COVID

Sebbene lo studio COVID-CNS si sia concentrato su pazienti con ‍ COVID-19 grave, i risultati potrebbero avere implicazioni anche per coloro⁢ che hanno avuto infezioni‌ più lievi​ ma soffrono ‌di long COVID. La ricerca futura potrebbe aiutare a sviluppare ‍trattamenti per⁣ i sintomi cognitivi persistenti, come la nebbia ⁤cerebrale, che​ affliggono molti pazienti.

La ricerca condotta‌ nel Regno Unito ha ‌fornito prove significative che ⁤il COVID-19 può avere effetti a lungo termine sul cervello, equivalenti a vent’anni di ​invecchiamento ⁣normale. Questi risultati sottolineano‌ l’importanza di continuare a‌ studiare‍ gli effetti neurologici del virus e di sviluppare strategie per gestire e mitigare questi⁣ impatti.

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