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Astronomi scoprono sorprendenti segnali radio provenienti dal Sole

By Mirko Rossi
Published 25 Marzo 2024
5 Min Read
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Gli scienziati hanno fatto ⁣una​ scoperta sorprendente: delle emissioni ⁢radio persistenti provenienti dal Sole,‍ simili⁢ alle aurore terrestri, che aprono nuove ⁢prospettive di ricerca sui fenomeni⁣ solari e stellari.

Un team di‌ scienziati finanziato dalla NASA ha rilevato segnali radio di lunga durata⁣ emessi dal Sole, che presentano ‌caratteristiche simili a ⁢quelle associate alle aurore ⁣boreali e ⁤australi sulla Terra.

Queste emissioni⁢ radio​ sono ‍state rilevate a circa 40.000 chilometri sopra una macchia solare, una regione relativamente fredda, scura ⁤e magneticamente attiva sul Sole. In precedenza, ​simili emissioni radio erano state osservate solo su pianeti e altre stelle.

Sijie Yu del New Jersey Institute of Technology, Newark, autore principale‍ dello studio pubblicato su Nature Astronomy, ha dichiarato: “Questa emissione radio da una macchia solare rappresenta ⁣la prima‌ rilevazione del suo genere”. La ricerca è ‌stata pubblicata online nel novembre 2023.

La scoperta potrebbe aiutarci a⁣ comprendere meglio la nostra stella, nonché il comportamento di stelle lontane che producono emissioni radio simili.

Il Sole emette‌ spesso ‍brevi esplosioni radio che durano da⁣ minuti a ore. ​Ma le emissioni radio rilevate dal team di Yu, utilizzando il Karl G. Jansky Very Large Array in ⁢New ⁣Mexico, sono persistite per oltre una settimana.

Queste emissioni ⁢radio da macchie solari presentano anche altre⁢ caratteristiche, come lo ⁤spettro (o intensità a ⁣diverse lunghezze d’onda) e la polarizzazione (l’angolo o la⁢ direzione delle onde radio), che sono molto più simili alle emissioni radio prodotte nelle regioni polari della Terra e di altri pianeti con aurore.

Sulla Terra (e ⁤su altri pianeti come Giove e Saturno), le aurore ‍scintillano nel cielo notturno quando le particelle⁢ solari vengono catturate dal⁣ campo magnetico del pianeta e trascinate verso i poli,​ dove le linee del ​campo magnetico convergono.⁢ Mentre si accelerano verso i poli, le particelle generano intense emissioni radio a frequenze intorno a qualche centinaio di kilohertz e poi si scontrano ⁢con gli ‌atomi nell’atmosfera, causando la loro emissione di ⁤luce ⁢sotto forma di ⁢aurore.

L’analisi⁣ del team di Yu suggerisce che ⁣le emissioni radio⁢ sopra ⁤la macchia solare sono probabilmente ⁢prodotte in modo simile: quando elettroni energetici vengono intrappolati e accelerati da campi⁤ magnetici convergenti sopra una macchia solare. A differenza delle aurore terrestri, però, le emissioni⁢ radio dalle macchie solari si verificano a frequenze molto ‌più elevate – da⁤ centinaia di migliaia di kilohertz a circa 1 milione di kilohertz.⁤ “Questo è il risultato diretto del campo magnetico della macchia solare che‌ è migliaia di volte ​più forte di quello terrestre”, ha detto Yu.

Emissioni radio simili ‌sono state osservate in precedenza anche da alcuni tipi di ⁢stelle di piccola massa. Questa scoperta introduce la possibilità che le emissioni radio​ simili alle aurore possano originarsi da grandi macchie su quelle stelle (chiamate “macchie ⁣stellari”), ‌oltre alle aurore precedentemente proposte nelle ⁤loro regioni ⁢polari.

“La scoperta ci‌ entusiasma perché​ sfida le nozioni esistenti sui fenomeni radio solari e⁢ apre nuove strade per esplorare le attività magnetiche ​sia nel nostro Sole che in ⁤sistemi⁢ stellari lontani”, ha detto Yu.

“Nella flotta ​di eliofisica in crescita della NASA, ​ci sono strumenti ben adatti a continuare ad indagare le regioni ​di origine di queste emissioni⁤ radio”, ha detto Natchimuthuk Gopalswamy, un eliofisico e ricercatore radio solare presso il Goddard​ Space Flight Center della NASA. “Ad ⁤esempio, l’osservatorio Solar Dynamics Observatory monitora continuamente le regioni attive del Sole, ‍che probabilmente danno origine a questo fenomeno”.

Nel frattempo, il team di ⁣Yu prevede di riesaminare altre esplosioni radio solari per vedere se alcune appaiono simili ​alle emissioni radio aurorali che hanno trovato.‌ “Miriamo a determinare se alcune delle ‍esplosioni solari precedentemente registrate potrebbero ⁤essere casi di questa emissione appena identificata”, ha detto ‍Yu.

 

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