
La sfida della fusione nucleare
La fusione nucleare si verifica quando due o più nuclei atomici si combinano per formare nuovi nuclei e particelle subatomiche. Questo processo rilascia una quantità di energia quasi quattro milioni di volte superiore a quella prodotta dalla combustione dei combustibili fossili. Tuttavia, per ottenere la fusione in laboratorio, sono necessarie temperature superiori a 100 milioni di gradi Celsius, che trasformano il combustibile in plasma, uno stato della materia estremamente energetico e surriscaldato. Il problema principale è che il plasma può facilmente perdere stabilità e sfuggire ai campi magnetici che lo contengono all’interno del reattore, interrompendo così la fusione.
L’intelligenza artificiale come soluzione
Il team di Princeton ha sviluppato un modello di AI che è stato addestrato su esperimenti precedenti condotti presso il DIII-D National Fusion Facility di San Diego. Questo modello è in grado di prevedere e prevenire le instabilità del plasma prima che si verifichino. Utilizzando dati in tempo reale sulle caratteristiche del plasma, l’AI è stata sfidata a prevedere e evitare le instabilità, imparando nel tempo il percorso ottimale per mantenere una reazione ad alta potenza evitando instabilità.
Il successo dell’esperimento e le prospettive future
Dopo numerose simulazioni, il modello di AI è stato testato con successo presso il DIII-D, dimostrando di essere in grado di prevedere le instabilità fino a 300 millisecondi in anticipo. Questo tempo è sufficiente affinché l’AI possa agire, modificando parametri come la forma del plasma o la potenza dei fasci che alimentano la reazione, per mantenere il plasma stabile.
Un passo verso l’energia pulita illimitata?
Nonostante il successo dell’esperimento, la fusione nucleare non è ancora una realtà pratica. L’instabilità del plasma è solo uno dei tanti problemi da affrontare, e le instabilità di tipo “tearing” sono solo una delle possibili instabilità del plasma. Tuttavia, il lavoro del team di Princeton mostra un concetto promettente e apre la strada a ulteriori ricerche per sviluppare un approccio più universale alla fusione nucleare.
Prove di concetto e ricerca futura
Il team di ricerca ritiene che il loro modello di AI funzioni bene presso il DIII-D, ma è necessario raccogliere ulteriori dati per dimostrare che può funzionare in diverse situazioni. L’obiettivo è lavorare verso qualcosa di più universale che possa essere applicato in vari contesti di fusione nucleare. Il loro lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature e rappresenta un passo importante verso la realizzazione di un’energia pulita e illimitata per il futuro.